INTERVENTO (di Alessandra Amoruso) Sarà l’età.. ma questo 8 marzo mi sta stretto. Mi stanno strette le parole, tante, troppe, sempre le stesse, uguali e retoriche. Mi stanno strette le iniziative, in alcuni casi brutte fotocopie delle parole.
Forse farebbe più rumore il silenzio, in un giorno come questo.
Un silenzio rispettoso, delle donne che davvero lottano da sole ogni giorno per portare avanti il loro desiderio di normalità. Un silenzio accogliente per tutte quelle ferite da un falso amore.
Un silenzio riflessivo per le giovani donne che hanno ancora la possibilità di definire un futuro migliore.
Un silenzio per noi, donne del secolo scorso, che dovremmo seriamente meditare sul perché abbiamo fallito e in cosa abbiamo fallito. Dove abbiamo presunto di riuscire, contribuendo anche inconsapevolmente a peggiorare.
Mi stanno strette le parole femminili ma anche quelle maschili. Inutili, spot che servono solo, per chi le pronuncia, a essere in qualche modo visibili. E che annunciano, annunciano sempre cambiamenti che non accadono mai.
Forse perché il cambiamento vero si agisce e non si annuncia. Forse perché bisognerebbe prima di tutto fare e poi, dopo, semmai, se ce ne fosse il bisogno, parlare. Anche se il vero cambiamento esiste e non ha bisogno di parole.
E poi questo 8 marzo, sarà l’età.., ma sono ancora più arrabbiata. Perché oltre le parole, vuote, le donne sono sempre più sole. Inchiodate alla quotidianità, sole nelle battaglie, umiliate dalla volgarità, vittime nel loro stesso branco, zittite dalle parole tronfie. Le donne, alcune donne, sono peggio degli uomini nella difesa di posizioni di rendita, nella gestione del potere, nella aggressività verso chi porta altro, porta diversità.
E questo è davvero terribile.
Mi piacerebbe sinceramente oggi ascoltare qualcuna delle donne presenti in una delle varie commissioni per la parità, dei mille e uno organismi di donne per…. , chiedersi e chiedere in cosa si è fallito. E come mai siamo ancora qui a dover proclamare l’8 marzo…. Forse solo questo darebbe un senso ed un significato nuovo a questo giorno. Sarebbe un piccolo importante indizio di cambiamento.
Secondo la mente femminile un un uomo non fa parte della sua vita ma fa parte dei suoi obiettivi, e viene shelto secondo le sue presunte capacità di proseguire con quel compito. La donna lo tira verso la sua strada li togli la sua identità e lo prepara al lavoro. Una triste realtà.
Alessandra, sono un uomo, non un vostro nemico ma un uomo amico che ha una famiglia fantastica, due figli, una ragazza ed un ragazzo a cui io e mia moglie diamo tutto l’amore possibile e abbiamo dato e diamo sempre pari opportunità e rispetto.
Sagge parole le tue, mi sono commosso perchè sto affrontando questi temi da un punto di vista anche Istituzionale e “sento” che bisogna fare qualcosa in fretta. Si sta scatenando una furente guerra tra i sessi che ci vedrà tutti perdenti.
Ti posso garantire che anche gli uomini stanno soffrendo e parecchio!!!
Non capiamo proprio questo neo femminismo che ci getta addosso veleno tutti i giorni e che sta causando l’annientamento e il nichilismo di milioni di ragazzi, molto si suicidano, come i loro padri allontanati dai loro figli dalle sentenze dei tribunali. Sono quasi 4.000.000 i padri separati e 800.000 vivono in stato di indigenza, dormono in macchina e mangiano alle mense della Caritas.
Quando inizieremo a confrontarci e parlare rispettosi l’uno dell’altra?
La natura ha fatto l’uomo e la donna per amarsi, non per odiarsi.
Chiamami per favore. Insieme, uomini e donne possiamo cambiare le cose.
Chiedi un confronto con le femministe e cosa accade?
NULLA!!!