BRINDISI- Legambiente in collaborazione con Enel X ha presentato il report applicabile in 41 porti italiani fra i quali quello di Brindisi. Il progetto è stato coordinato dal vicepresidente di Legambiente Edoardo Zanchini.
Il report ha lo scopo di definire una rotta per la decarbonizzazione dei porti laddove le emissioni di CO2 sono stimate in 940 milioni di tonnellate annue secondo lo studio di IMO (International Maritime Organization)
Il report evidenzia la necessità di soluzioni immediate e le opportunità, anche finanziarie, offerte dal Just Transition Fund e dal Next generetion UE, in Italia nel costruendo Recovery Plan. Nel Report sono elencate sei azioni chiave:
1) Finalizzare il processo di definizione di una tariffa elettrica dedicata al cold ironing (ovvero la tecnologia per mezzo della quale è possibile ridurre le emissioni navali in porto grazie alla connessione alla rete elettrica su terraferma, fino ad azzerarle se si alimenta con le fonti rinnovabili) in modo da renderla competitiva rispetto all’utilizzo di motori di bordo.
2) Introdurre schemi di finanziamento o cofinanziamento pubblico per accelerare la transizione del sistema portuale italiano verso la sostenibilità.
3) Identificare gli interventi prioritari sul sistema portuale per avviare il processo di elettrificazione.
4) Promuovere la progressiva elettrificazione dei consumi portuali con fonti rinnovabili.
5) Sviluppare una roadmap nazionale che preveda l’elettrificazione dell’intero sistema portuale. L’abilitazione al cold ironing permetterebbe di evitare la combustione di oltre 635mila tonnellate di gasolio marino.
6) Sviluppare le infrastrutture ferroviarie nei porti e la interconnessioni con la rete al fine di favorire il trasporto elettrico e su ferro per lunghe e medie distanze
Buone pratiche dal mondo. Sono diversi i casi di successo in cui il cold ironing si dimostra un’efficace soluzione per la decarbonizzazione dei consumi navali. Si possono citare i casi di Gothemburg in Svezia, Rotterdam nei Paesi Bassi, Los Angeles in USA, Vancouver in Canada, Lubek in Germania, Bergen in Norvegia, Marsiglia in Francia. Solo per fare un esempio in Francia nel porto di Marsiglia nel 2017 sono stati realizzati tre punti di connessione cold ironing per navi traghetto e, grazie ad un ulteriore piano di investimenti di 22 mln di euro, il porto ambisce a diventare 100% elettrico entro il 2025, con finanziamenti UE e del governo francese.
Mentre abbiamo la pianificazione europea per il Green New Deal , l’avvio di una politica europea per la giusta transizione energetica e gli esempi virtuosi di elettrificazione dei porti e di abbattimento di emissioni climalteranti citati, a Brindisi si continua a cercare di imporre modelli di sviluppo antiquati e per nulla in linea con le linee di indirizzo dei piani europei.
Abbiamo più volte evidenziato l’insostenibilità, l’incompatibilità ambientale ed i gravi vizi procedurali che caratterizzano la proposta delle nuove opere portuali e stiamo assistendo ad un confronto avvilente sul deposito costiero di GNL, in merito al quale manca del tutto uno studio di fattibilità che tecnicamente giustifichi la scelta del sito e si arriva perfino ad esaltare una non progettata e non accettabile catena del freddo connesso all’enorme serbatoio criogenico di 28 metri che si vorrebbe collocare in un’area destinata al traffico commerciale, allo scalo intermodale con la linea ferroviaria appena ultimata ed allo sviluppo della logistica portuale previsto nel documento programmatico preliminare del PUG:
l’elettrificazione delle banchine e la movimentazione di merci da nave alla linea elettrificata, è ben altra cosa rispetto ad un ipotetico centro di approvvigionamento di GNL per automezzi pesanti che si vorrebbe collegare al deposito costiero.
L’elettrificazione citata, anche da sviluppare oggi su imbarcazioni e traghetti su percorsi ridotti e domani su navi su rotte più lunghe, contenendo lo spazio occupato e investendo sull’accumulo è la risposta, a differenza del GNL dal breve respiro, per contribuire a conseguire gli obiettivi di riduzione delle emissioni del 55%nel 2030 (IMO prevede obiettivi ben più ambiziosi nel trasporto marittimo) e la neutralità climatica nel 2050, come peraltro sottolineato
Legambiente chiede, quindi, di cambiare rotta anche a Brindisi in quello che resta il porto delle nebbie e in questa direzione chiede che si muovano l’ autorità locale, L’Autorità di Sistema Portuale (anche considerando l’apprezzamento manifestato per il report da Confitarma e Fincantieri) e le società elettriche a cominciare da Enel, se a Brindisi finalmente vorranno abbandonare la scelta di impianti termoelettrici ed investire su fonti rinnovabili , sull’elettrificazione dei porti e dei loro servizi e sull’idrogeno, combustibile realmente verde e di grandi prospettive nel trasporto marittimo.
https://www.legambiente.it/wp-content/uploads/2021/02/Porti-Verdi-Enelx_Legambiente.pdf
BrindisiOggi
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