BRINDISI- (Da Il7 Magazine) Rudere all’interno del Parco Cesare Braico, la Regione Puglia dopo averlo concesso in comodato d’uso al Comune ora pensa di venderlo. Un mostro a due piani, dall’aspetto quasi spettrale, sporco , decadente, estremamente pericoloso, eppure dopo anni di lotte e dopo, persino, una diffida, è ancora lì. E’ il rudere all’interno del parco Cesare Braico di Brindisi, un pugno nell’occhio nel cuore del polmone verde della città. In un luogo circondato dal verde, frequentato da bambini, studenti e amanti del fitness all’aria aperta, incombe come un fantasma. Molti, probabilmente, non ricordano neppure più quale era l’originaria funzione ma i vandali e gli spacciatori sanno bene come utilizzarlo. Balzato persino all’onore delle cronache per un triste episodio di violenza su un minore, oggi non fa più notizia. Un tempo era un presidio sanitario per le vaccinazioni, nel giugno 2013 è stato concesso in comodato d’uso gratuito al comune di Brindisi per 30 anni. Protetto da vincolo ope legis in quanto bene di interesse storico con più di 50 anni, di autore non vivente e di proprietà di ente pubblico. I giardini, invece, nascono come parco del Sanatorio antitubercolare, inaugurato nel 1936 e dismesso nel 1972; l’imponente edificio è attualmente occupato dall’Istituto Professionale di Stato per i Servizi Alberghieri e della Ristorazione Sandro Pertini. Il Parco è dedicato a Cesare Braico, medico, eroe garibaldino e, dopo l’Unità, deputato di Brindisi nel primo Parlamento italiano. Il rudere, quindi, che sorge affianco all’istituto scolastico, è tutto ciò che resta di quel presidio sanitario, qui qualche anno fa il Comune di Brindisi emise una ordinanza di abbattimento. Ordinanza mai rispettata. Era il 7 febbraio 2012 quando il commissario straordinario del Comune di Brindisi, Bruno Pezzuto, firmò una lettera di diffida indirizzata alla Asl di Brindisi. In questa lettera il commissario Pezzuto descriveva il rudere di proprietà della Asl ma in comodato d’uso all’amministrazione come un edificio in “gravissimo stato di precarietà” che costituiva “un pericolo per la incolumità dei frequentatori”, che era “indispensabile rimuovere ogni pericolo causato sia dalle presenza della struttura, in grave stato di degrado, che dal materiale rinveniente dai crolli della stessa”. Per questo motivo si diffidava “la direzione generale della Asl a provvedere con la massima urgenza alla messa in sicurezza del fabbricato e dell’area perimetrale, ovvero di provvedere alla demolizione della struttura stessa”. Sono trascorsi nove anni, oggi il rudere è ancora lì, non è stato abbattuto, quella che probabilmente era una recinzione intorno alla struttura è crollata e il muro costruito per bloccare l’accesso è stato sfondato. L’edificio, ancora oggi, è un ammasso di spazzatura, calcinacci e pilastri pericolanti. Il Comune ha sempre detto che per abbattere il rudere e riqualificare l’area all’interno del Parco è necessario investire molte risorse, risorse che al momento non ci sono. Ma il Ministero dell’Interno, qualche anno fa, ha adottato una incisiva azione di contrasto ai luoghi degradati . Il 19 dicembre del 2018 è stato firmato dai ministri dell’Interno e dell’Economia e delle Finanze decreto interministeriale che disciplina la ripartizione del Fondo per la sicurezza urbana. Le risorse del Fondo potevano essere utilizzate tra le altre cose per la messa in sicurezza e riqualificazione delle aree degradate connotate da una maggiore incidenza di fenomeni criminali e da particolari rischi per la tutela della sicurezza urbana, e ancora interventi urgenti dei sindaci per la messa in sicurezza d’ufficio degli immobili abbandonati o sgomberati, che rappresentino un pericolo per l’incolumità pubblica e per prevenire o eliminare gravi pericoli che minacciano la sicurezza urbana. A disposizione c’erano 2 milioni di euro per il 2018 e 5 milioni per ciascuno degli anni 2019 e 2020. Ovviamente a quei fondi il Comune di Brindisi non ha mai avuto accesso. Nel frattempo il Comitato Cesare Braico, guidato da Giampiero Epifani, ex presidente della circoscrizione “Commenda- Cappuccini-Minnuta”, in questi anni si è battuto affinchè il parco fosse restituito alla città e fosse reso fruibile ma oltre a piccoli interventi di messa in sicurezza non si è mai andati oltre. “Questa situazione è assurda e a distanza di tanti anni nessuno ha rispettato la diffida. Ora mi chiedo: chi avrebbe dovuto vigilare sull’osservanza dell’ordinanza di abbattimento perché non l’ha fatto?- dice Epifani- Abbiamo lottato tanto con il Comitato per evitare la vendita del parco Cesare Braico, lo abbiamo considerato sempre una risorsa importante per questa città. Io mi auguro che l’Amministrazione attuale prenda in mano questa situazione e trovi i fondi necessari per far sparire questo rudere”. Ma nonostante l’insistenza del Comitato i fondi non stati mai intercettati e la situazione è rimasta invariata. Il Comune di Brindisi si occupa della manutenzione del verde all’interno del parco e sporadicamente interviene sulla messa in sicurezza del rudere con interventi che non vanno oltre recinzioni e blocchi di tufi per murare gli ingressi. Oggi non ci sono più neppure quelli perché qualcuno ha pensato bene di sfondarli e continuare a praticare attività per nulla legali all’interno. Nel frattempo dalla Regione arriva la notizia di una possibile messa in vendita dello stabile pericolante. Negli ultimi mesi ci sono stati una serie di tavoli di consultazione. E’ stata interpellata “Puglia Valore Immobiliare, una società di cartolarizzazione interamente posseduta dalla Regione Puglia che ha per oggetto esclusivo la realizzazione di una o più operazioni di cartolarizzazione dei proventi derivanti dalla dismissione del patrimonio immobiliare non strumentale già di proprietà delle Aziende Sanitarie Locali (ASL) e delle Aziende Ospedaliere Pugliesi. L’intenzione della Regione Puglia è quella di fare un bando di vendita dell’immobile nella speranza che qualche acquirente si faccia avanti e liberi l’Ente da questo impiccio. Difficile immaginare che qualcuno possa essere interessato ad una struttura in simili condizioni , men che meno in un periodo di emergenza. In tutto questo tra l’altro il Comune di Brindisi non è stato interpellato nonostante l’accordo che sanciva il comodato d’uso per 30 anni della struttura. Su di un cosa, però, non ci sono fraintendimenti, il rudere è lì ed incombe con tutta la sua imponenza, cade a pezzi e a rischiare come sempre sono i cittadini.
Lucia Pezzuto per Il7 Magazine
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