Durante il lockdown aumentati i casi di violenza sui minori nella provincia di Brindisi

BRINDISI – (da il7 Magazine) Non per tutti la casa rappresenta un luogo di amore e protezione, e questo dato è emerso soprattutto nel periodo del lockdown, quando il Tribunale dei minori di Lecce, che ha competenza anche nella provincia di Brindisi, ha registrato un aumento delle violenze intrafamiliari perpetrate ai danni di minori o consumate davanti a loro. Una casa che si trasforma nel luogo di un incubo dove i bambini o i ragazzi diventano le vittime di padri o genitori violenti. La pandemia raccoglie anche questo terribile dato dovuto alla convivenza forzata.

La relazione della Procura della Repubblica del Tribunale dei minori di Lecce, presentata in occasione dell’inaugurazione del nuovo anno giudiziario, illustra la situazione dei reati legati ai minorenni tra la fine di febbraio e il 30 giugno 2020,  in piena emergenza epidemiologica. In questo periodo si è registrato nelle province di Brindisi e Lecce un aumento delle segnalazioni di violenze subite dai ragazzi nelle proprie famiglie.

 Tra i reati commessi  dai minori vi è invece un aumento dei delitti di resistenza a pubblico ufficiale, di detenzione di armi bianche e di spaccio di sostanze stupefacenti. Nel periodo in esame, il fenomeno della detenzione a fine di spaccio di sostanze stupefacenti è passato da 32 casi a 45, e spesso è concomitante con l’uso personale delle droghe da parte degli indagati. Questo è quanto accertato dalle perquisizioni, e dalle ispezioni  nelle loro case. Resta preoccupante infatti l’uso di sostanze da parte dei minori.  Preoccupa la maggiore frequenza e precocità con cui i ragazzi, spesso già nella fase della preadolescenza (12-13 anni), iniziano a far uso di  droghe leggere.

Durante il lockdown  sono invece diminuiti i reati predatori, con particolare riguardo ai furti generici ed ai furti nelle abitazioni. La costrizione di dover restare a casa ha impedito la commissione di questo genere di reati.

Stabile, ma comunque preoccupante il dato sulla diffusione illecita di immagini a contenuto sessuale esplicito e di quelli di istigazione alla commissione di crimini violenti o di atti di autolesionismo. Diffusi soprattutto tra i ragazzini delle scuole medie alcuni episodi in cui l’appartenenza ad un gruppo si realizza attraverso la effettuazione di gesti autolesionistici, in particolar modo con tagli sul corpo. Un modo per farsi accettare dai coetanei. In un caso è venuto anche alla luce il fenomeno del cosiddetto “ciuchinismo”, consistente nel postare foto di ragazze su profili artatamente creati per inneggiare allo stupro, alla uccisione ed all’odio razziale. In questo caso grazie al contributo delle vittime e alle indagini della Polizia postale è stato scoperto che gli autori erano stati dei minorenni.

Costanti i casi di cyber-bullismo, numerosi nel sommerso, e percepiti dai ragazzi come abituali ed ineluttabili. I ragazzini son convinti di essere protetti dalla rete  e della difficoltà di risalire all’autore del fatto denigratorio, offensivo e comunque lesivo. Sempre più frequente è infatti la commissione di prepotenze, calunnie, offese, minacce o violazioni della privacy attraverso l’invio di SMS, e-mail o la diffusione di immagini o filmati compromettenti su internet o sui social network. Nella gran parte non denunciate e colte dai genitori solo quando gravemente invasive, e dannose per la vittima minorenne che viene fortemente traumatizzata. Sono state registrate anche condotte offensive e denigratorie soprattutto per la sfera sessuale sempre con l’utilizzo di strumenti informatici. Lo scherno a mezzo rete ha riguardato, soprattutto, vittime individuate per le loro tendenze sessuali o per le loro caratteristiche fisiche.

Dalle informative, denunce e segnalazioni fatte anche dalle scuole, è emersa inoltre la recrudescenza tra i ragazzi di aggressività e violenza in danno agli adulti, in particolar modo ai rappresentanti delle forze dell’ordine, educatori e genitori, caratterizzati da mancanza di rispetto delle regole, e delle norme giuridiche. Atteggiamento molto spesso scaturito dalla generale difficoltà nei rapporti familiari, d’incapacità a riconoscere le proprie emozioni e di esercitare l’autocontrollo.

Lucia Portolano

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