SAN DONACI – Il presidente dell’Ordine degli Psicologi di Puglia Vincenzo Gesualdo commenta il caso a San Donaci di una bambina di 9 anni scoperta a scuola con una corda al collo.
Secondo le prime ricostruzioni la bimba avrebbe confessato di aver voluto emulare il bimbo morto per asfissia a Bari, nel quartiere San Girolamo.
“Al di là della riconducibilità dell’accaduto ad una sfida social o all’emulazione della tragedia al San Girolamo, è una notizia che risuona come un allarme generazionale e sociale e non ritengo che la pandemia abbia giocato un ruolo fondamentale, sebbene l’isolamento non abbia giovato alla socialità all’interno della famiglia stessa. Bambini e ragazzi accedevano agevolmente ai social già prima dell’isolamento da Covid. Hanno un’abitudine già consolidata a frequentarli e a giocare online, su questo la pandemia non ha sortito effetti, che invece si sono fatti sentire sugli atti di autolesionismo, in forte crescita. L’eccessivo isolamento in casa ha fatto sì che chiunque, adulti compresi, si isolassero nella stessa casa con il proprio smartphone. Chi orienta le scelte di bimbi e ragazzi in casa?
Capire le cause di un disagio sempre più evidente non è cosa da nulla. Molto alta è la tendenza ad attribuire tutte le colpe alla tecnologia, agli smartphone, ai social media e a tutte le derivanti sfaccettature. Ma è evidente che c’è un disagio molto più profondo che evidentemente la pandemia ha accelerato e del quale non è la causa. Ci interroghiamo spesso su quanto sia utile parlare tanto dei fatti di nera, il pericolo di emulazione è sempre presente. Ma ci interroghiamo anche e soprattutto sul contesto sociale in cui vivono bambini e adolescenti di oggi. Il dover essere all’altezza di troppe cose già da piccoli: sempre pronti a mostrarsi belli, a farsi ammirare, ad essere sempre ben vestiti, superare sfide e contest, essere simpatici ed estroversi. La fiducia in se stessi è un valore che va coltivato fin da piccoli, certamente, ma sembra aver assunto un’importanza imprescindibile nella società odierna. È un mantra che moltissimi influencer ripetono in tutti i video, ma le buone intenzioni possono trasformarsi in una trappola. Spronare continuamente ad investire sull’Io può spingere a sottovalutare i pericoli e ad alzare continuamente l’asticella sulle proprie aspettative e prestazioni. In questo modo lo stress su ciascun ragazzo cresce a livelli esponenziali. Quando lo schermo si spegne, l’ansia della non accettazione di se stessi porta a depressione, aggressività, insicurezza profonda”.
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