BRINDISI – (nella foto Francesco Curcio) Dal 2017 al Tribunale di Brindisi qualcosa si muove, ma prima di allora, nonostante l’evidente incompatibilità, non erano mai stati presi provvedimenti contro il magistrato Gianmarco Galiano, che prima lavorava presso la sede distaccata di Francavilla Fontana, e una volta chiusa, fu trasferito a Brindisi Lo ha detto due volte il procuratore della Repubblica di Potenza, Francesco Curcio, nel corso della conferenza stampa di questa mattina sugli arresti di Galiano, della sua ex moglie Federica Spina, del commercialista Oreste Pepe Milizia (ritenuto suo braccio destro), dell’imprenditore Massimo Bianco, dell’avvocato Francesco Bianco e dell’ingegnere Annalisa Formosi. “Dal 2013 al 2017 c’è stata una carenza di controllo da parte del Tribunale – afferma il procuratore – nonostante fosse evidente l’incompatibilità del magistrato che operava dove la moglie era avvocato. C’era una situazione non trasparente, e non è stato fatto nulla. Abbiamo notato come sino al 2017 non c’è stata un’attività di sorveglianza”.
Curcio ha parlato dei due filoni di indagine nei confronti del magistrato, il primo riguardante i soldi “pretesi” da Galiano da due famiglie che avevano ottenuto un risarcimento danni, una per la morte della loro figlia 23enne, e l’altra per il figlio rimasto disabile alla nascita; e l’altro filone riguardante gli incarichi assegnati alla propria cerchia di amici per circa 400mila euro, e le “sponsorizzazioni” ottenute dall’imprenditore Massimo Bianco (della società Soavegel), circa 220 mila euro per avere in cambio protezione giudiziaria. Sarebbe stato appurato che i processi a carico di Bianco o di suoi congiunti avvenivano più velocemente. Ci sarebbero stati inoltre interessi per decreti ingiuntivi ed aste giudiziarie. Bianco avrebbe dato le sponsorizzazioni a società sportive che di fatto erano riconducibili e Galiano e a Pepe Milizia. Sponsorizzazioni che finivano sulla barca a vela di Galiano, che a parte la regata Brindisi Corfù e qualche competizione interna, usav per uso personale. “Una pubblicità sulle testate nazionali in prima serata – dice il procuratore – sarebbe costata meno”.
Tornando al primo filone fondamentale è stata per la ricostruzione dei fatti la testimonianze delle famiglie, in particolar modo dei genitori del bambino disabile che hanno consegnato al magistrato 150mila euro. La famiglia aveva ottenuto un risarcimento di 2 milioni di euro per le lesioni riportate dal bambino dopo la nascita a causa della responsabilità sanitari. Durante la causa per un pò di tempo la famiglia era stata difesa dall’avvocato Spina, allora moglie del magistrato. La donna aveva poi lasciato l’incarico, ma continuava ad informarsi della vicenda.
Il padre del bambino ha raccontato alla guardia di finanza che un giorno il magistrato con la moglie si era presentato a casa loro, che vivono in campagna. All’inizio ci furono dei convenevoli, e legittimamente Galiano chiese la parcella della moglie. Ma non si fermò a questo. “Ci disse che dovevamo dare a lui 150mila euro – spiega l’uomo – Disse in modo arrogante e sprezzante che vivevamo in una piccola casa in campagna non certamente arredata in modo di lusso, e che lui conoscendo il sindaco, conoscendo i servizi sociali, la polizia, ci avrebbe fatto togliere il bambino perché non eravamo in grado di assisterlo adeguatamente. Disse che lui conosceva buoni, e cattivi. Mi disse che avrei dovuto fargli degli assegni da consegnare direttamente a lui, e su un bigliettino mi scrisse il nome a cui avrei dovuto intestarli. Ovviamente io e mia moglie terrorizzati non potemmo fare altro che assecondare la sua richiesta”. Sempre durante quella conversazione Galiano il magistrato avrebbe invitato i due genitori a comprare con i soldi del risarcimento una piccola casa in Grecia in modo che lui potesse sostare da loro quando si sarebbe recato con la sua barca a vela.
“Vi dico la verità – ha detto l’uomo durante la sua deposizione agli investigatori– ora che vi ho detto queste cose ho ancora paura. Ho paura che Galiano possa farci qualcosa di brutto”.
Lu.Po.
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