BRINDISI- Operatrice sanitaria sfrattata da casa dopo aver contratto il Covid. Vittoria Pinto, 36 anni, è una operatrice socio sanitaria dell’ospedale Perrino di Brindisi, lavora presso il reparto di Rianimazione Covid. È originaria della provincia Cosenza, due anni e mezzo fa è arrivata al Perrino, aveva risposto ad un avviso pubblico e si era trasferita in Puglia. Il 21 aprile scorso dopo aver lavorato per due mesi nella Rianimazione Covid è stata sottoposta al primo tampone ed è risultata positiva. Ma una volta tornata a casa è accaduto quello che non avrebbe mai immaginato, l’altra inquilina, con la quale divideva l’abitazion,e l’ha mandata via. “Appena sono tornata a casa ed ho informato che avevo contratto il virus – spiega la donna –l’altra inquilina ha fatto di tutto per cacciarmi, ha anche chiamato la polizia locale per convincermi ad uscire. Il mattino dopo ho preso le mie cose ed ho lasciato la casa. Mi sono ritrovata sola in auto, senza una famiglia, senza nessuno, senza niente. Non sapevo dove andare e cosa fare. Avevo con me solo poche cose. E soprattutto avevo il Covid”. Vittoria Pinto a Brindisi non ha nessun parente e la sua famiglia era lontana. “In quel momento ho visto il buio. Sola in auto e senza più una casa, mentre la pioggia veniva giù. Avevo il Covid e non sapevo dove andare. Ho avuto paura, ho pensato che fosse arrivata la fine – dice – Non sapevo che evoluzione avrebbe avuto il Covid”. La operatrice sanitaria rimase per un intero giorno in auto. Decise di chiedere aiuto ad una mia amica che a sua volta chiamò Chiara Cleopazzo, responsabile politiche di genere Cgil di Brindisi. E in poche ore si mobilitarono in tanti. “Io non avevo neanche la tessera del sindacato – aggiunge – In poco tempo loro mi hanno trovato una casa per poter stare in isolamento, ed attivato la macchina della solidarietà. Non potrò mai dimenticare quello che hanno fatto per me. Devo ringraziare anche i miei colleghi. Tutto questo mi emoziona ancora, perché il Covid lascia degli strascichi anche psicologici”.
Sono stati giorni difficili per Vittoria che è tornata a lavoro dopo un mese. Quando si è infettata era ancora una oss precaria, poi stabilizzata ad agosto scorso. “Anche i precari vanno in guerra – dice – ma questo lavoro lo si fa perché lo si ama. Questi giorni di dicembre sono complicati, siamo chiusi lì ma si va avanti, si pensa che dall’altra parte c’è un paziente che ha bisogno di te, e così ti viene la forza”.
BrindisiOggi
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