BRINDISI- La Puglia la regione con il più alto numero di impianti fotovoltaici e la provincia di Brindisi la capitale di questi insediamenti. Questi i dati diffusi da Terna, operatore nazionale per l’energia elettrica. Che per questo territorio non sono certamente una novità. In questa provincia infatti vi è anche il più grande numero di parchi fotovoltaici finiti nel mirino della procura della repubblica.
Tra le varie problematiche vi è quello dello smaltimento tra 20 anni di montagne di pannelli di silicio. Chi dovrà smaltirli, chi dovrà pagare? Sulla questione più volte l’ex presidente della Provincia di Brindisi Massimo Ferrarese aveva sollecitato l’intervento del governatore della Puglia Vendola. In passato aveva anche proposto un fondo da far versare alle società del fotovoltaico affinchè fosse utilizzato per lo smaltimento.
Ferrarese interviene nuovamente sull’argomento, oggi come leader di Noi centro, movimento che si sta estendendo su tutto il territorio regionale. “La scelta del governatore Nichi Vendola di incentivare il fotovoltaico- dice Ferrarese- da un lato ha contribuito a pregiudicare ulteriormente, con milioni di specchi su migliaia di ettari, le caratteristiche ambientali della nostra terra. Dall’altro, e questo è un fenomeno ancora più grave e dalle conseguenze devastanti e da me fin da allora denunciate, non ha previsto una seria garanzia per lo smaltimento degli impianti. Lo scenario che si va a delineare per i nostri figli è quello di un territorio segnato da migliaia di “cimiteri di silicio” che rimarranno ad inquinare le nostre campagne a meno che non si chieda agli stessi cittadini che hanno già subìto questo danno, anche la beffa di pagarne lo smaltimento.
La beffa di un territorio dove l’energia rinnovabile si è aggiunta a quella fossile.
Il timore è che a pagare ancora una volta le bonifiche di un territorio giù martoriato dagli impianti industriali abbandonati siano i cittadini. “A questo punto- conclude Ferrarese- ora che grazie a questa elaborazione di dati arriva la conferma che i miei timori si sono purtroppo rivelati fondati e le mie denunce, che qualcuno aveva persino definito strumentalmente allarmistiche, hanno colto nel segno, è il momento che la Regione Puglia provveda a riparare non già al danno ormai irreparabile, provocato al territorio con quelle concessioni a manica larga che hanno segnato in maniera irreversibile le nostre campagne, ma all’assenza di importanti e incontrovertibili garanzie (tutt’oggi inesistenti) per lo smaltimento immediato degli impianti al termine della produzione”.
BrindiOggi
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