Sola con tre figli , di cui una disabile, sfrattata dall’abitazione occupata abusivamente: “Voglio sanare ma nessuno mi aiuta”

BRINDISI- Separata con tre figli , di cui una disabile, sfrattata dall’abitazione occupata abusivamente: “Voglio sanare ma nessun mi aiuta”. E’ disperata Natasha, una donna brindisina, che tra due giorni dovrà lasciare l’abitazione occupata abusivamente da lei e dai suoi tre figli, tra cui una minore disabile. Nonostante si sia rivolta ai Servizi Sociali del Comune per cercare di regolarizzare la sua posizione, al momento non avrebbe ricevuto risposta.  “Dal 2016 per ben due volte ho provato ad accedere e alla graduatoria delle case popolari facendo domanda per Emergenza Abitativa, ma non ho mai avuto risposta alle domande effettuate- dice-  Nel settembre 2019, non potendo pagare l’affitto e le bollette, come tanti nella mia stessa situazione, ho sfondato la porta di una casa popolare vuota, e ho commesso un abuso per garantire un tetto ai miei figli. Consapevole di dover gestire la situazione, ho dato incarico all’avvocato Gatti Claudio (Associazione Diritto alla casa, Brindisi) di gestire la situazione e di trovare un modo per regolarizzare l’abuso. La casa era vuota da tanti anni ed era intestata ad una signora residente da anni in Belgio. La casa occupata con l’abuso si trova inoltre nello stesso palazzo di mia sorella, la quale si ritrova con due figli autistici . Durante questo anno, tra emergenza Covid, impossibilità di lavorare per il lockdown imposto per mesi, ho provato varie strade e richiesto vari colloqui con l’assistenza sociale di Brindisi, inclusa la responsabile ai servizi sociali Isabella Lettori (assessore ai Servizi sociali ed alla Pubblica istruzione).

Il 26 Novembre scorso l’ufficiale giudiziario si presenta alla porta della signora per lo sgombero. “A mia sorpresa ritrovo il quartiere circondato da carabinieri, berretti verdi, questura, vigili urbani, assistenti sociali, vigili del fuoco, elicottero, a quanto pare autorizzati dall’ufficiale giudiziario per lo sgombero dello stabile occupato. Un dispiego di forze per buttare fuori di casa una donna sola con una figlia minore al seguito- racconta la donna-  La conversazione si svolge nel piazzale fronte casa, il comandante dei carabinieri invita alla calma, l’avvocato a mia difesa ricorda a tutti che in presenza di un minore ogni passo falso delle forze dell’ordine presenti verrà sicuramente impugnato, e a seguito di quella frase, ne assistente sociale, ne carabinieri, ne questura, si assumono la responsabilità di salire a casa a prendere la minore e portarla fuori di casa. Vista la confusione e l’indecisione delle forze dell’ordine, sono salita a casa. Poco dopo, sono saliti anche un ufficiale di turno dei vigili, l’assistente sociale Villani, ispettore Digos Giancarlo Di Nunno e propongono un’altra settimana di tempo per cercarmi una sistemazione alternativa, promettendo l’assistente sociale Villani e il vigile urbano di turno presente come testimone, di garantirmi in contributo del comune per il pagamento dell’affitto. Alla mia richiesta di mettere su carta tale promessa, il vigile urbano si è fatto garante da testimone della promessa fatta a voce che tale è rimasta, verbale, e cosi si è conclusa la parata militare dando appuntamento al giovedi successivo per lo sgombero come da accordi (sempre verbali)”.

Domani scade il termine ultimo e la signora dovrà lasciare l’abitazione ma una casa in affitto non è riuscita a trovarla.

“Per quanto mi sia impegnata a trovare una casa in affitto in pochi giorni, cosa impossibile, ho avuto modo di appurare che la promessa fatta da Villani e vigile urbano presente, era giusto meschino tentativo di convincermi ad uscire dall’abitazione, senza che fossero passibili di errori vari verso la minore. Tanto una volta uscita, nessuna promessa scritta poteva essere reclamata- dice- Mi ritrovo a due giorni dal promesso sgombero, forzato considerando la decisione dell’ufficiale giudiziario, e non so dove andare, considerando che le soluzioni alternative non consentono alla minore di seguire le lezioni con la DAD, senza contare il danno psicologico in un periodo già abbastanza martoriato dall’emergenza covid. L’ufficiale Giudiziario che ha autorizzato questo sgombero forzato, è a conoscenza del fatto che se ho fatto sfondato l’abitazione dalla quale vogliono mandarmi via, è perché non potevo pagarmi un affitto e tuttora non me lo posso permettere? Gli assistenti sociali, lo sanno che non essendo in graduatoria per l’assegnazione delle case popolari senza aver commesso abuso, ho adesso zero possibilità di entrare in graduatoria? Dov’è l’assistenza per garantire la quale sono pagati dal comune? Perché invece che buttare fuori la gente in strada durante una pandemia in atto, e con una legge che blocca sino a fine anno gli sfratti, l’ufficiale giudiziario acconsente di buttare fuori sulla strada una donna sola con una minore a carico? Non era più semplice regolarizzare il tutto, magari facendo pagare l’abuso con ammenda, e cosi salvaguardando la minore, e tutelando anche la famiglia di mia sorella con la mia presenza costante, e garantendo un tetto all’altra figlia con la malattia grave recentemente riconosciuta. Se una ha fatto un abuso, perché non può permettersi di pagare un affitto, e se con l’abuso non posso più accedere alla graduatoria per l’assegnazione delle case popolari, una volta in strada, come pensate che io possa, da sola, risolvere il problema, se non probabilmente rischiando altri abusi e continuando, grazie alla mancata assistenza sociale che dovrebbe essere garantita, a peggiorare la mia situazione di madre e donna sola”.

BrindisiOggi

3 Commenti

  1. Il problema è che in Italia si continuano ad occupare le abitazioni di altre persone perchè si è convinti di passarla sempre senza essere puniti in quanto si fa quello che hanno fatto gli altri.
    Tutto il dispiacere per la famiglia ma prima o poi bisogna dire basta!

  2. La signora Natasha che versa in gravi situazioni economiche e abitative, senza un lavoro stabile che gli garantisca un reddito e con figli minori a carico, tra cui una bimba con gravi problemi di salute, deve essere aiutata. Non è concepibile che in una società civile le istituzioni non prendano in carico una situazione grave come quella di cui parliamo e la porti a soluzione e nel minor tempo possibile. La famigliola non può attendere i tempi biblici dell’assegnazione di una casa popolare.
    Ci manca solo di assistere alla cacciata di donne e bambini tra elicotteri e forze dell’ordine per servire la frittata in pasto l’opinione pubblica di tutta la nazione. Si cerchi subito un alternativa che possa garantire il rispetto delle leggi, ma che possa anche evitare di abbandonare cittadini meno fortunati in mezzo ad una strada, la politica si adoperi e faccia la sua parte.

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