BRINDISI – ( da il7 Magazine) In ordine di tempo: l’assessore al Bilancio si dimette, il dirigente ai Servizi finanziari esprime parere negativo sull’atto, e il sindaco Riccardo Rossi e la sua giunta non approvano lo schema di bilancio di previsione che loro stessi hanno stilato. Al Comune di Brindisi arriva così il commissario ad acta, nominato dalla Prefettura per prendere in mano la situazione e sostituirsi all’esecutivo nella redazione e nell’approvazione dello schema di bilancio di previsione 2020, che riguarda anche gli anni 2021 e 2022. Il documento economico finanziario dovrà poi essere approvato in consiglio comunale, dove l’organo politico si troverà ad esprimere un voto su un atto stilato da un tecnico. Rossi e la sua giunta decidono così di passare la palla al commissario. Nello stesso tempo il sindaco scarica le colpe sul dirigente dei Servizi finanziari Simone Simeone, il quale con il suo parere negativo ha rotto le uova nel paniere. Simeone da mesi richiama il primo cittadino e l’amministrazione al rispetto del piano di pre dissesto che la stessa maggioranza ha approvato a febbraio 2020. Il piano è ancora in fase istruttoria al Ministero, e prevede con tagli e nuovi introiti un rientro delle perdite nell’arco di 20 anni. Una storia ormai nota da tempo che ha visto numerosi attriti tra dirigente e sindaco. Dopo i continui avvertimenti è arrivato il parere sfavorevole che manda su tutte le furie Rossi tanta da parlare di incredibile vicenda e di minacciare di portare la questione in altre sedi. A quanto pare durante un’accesa riunione di giunta il sindaco avrebbe nominato anche la Procura della Repubblica, ipotizzando un qualche reato. “Con il parere non favorevole, espresso dal dirigente del settore Servizi Finanziari allo schema di bilancio, corroborato da una relazione che io e la mia giunta non condividiamo – afferma il primo cittadino – si rompe ogni possibile rapporto di fiducia e di serenità con il medesimo dirigente. Non ci sono le giuste condizioni per la sua approvazione”. Rossi parla di rapporto di fiducia che tecnicamente non è richiesta ad un dirigente in pianta stabile dei Servizi finanziari, che secondo il Testo Unico dovrebbe invece esercitare una funzione di controllo degli equilibri e delle finanze dell’ente locale.
A questo punto il sindaco invoca la nomina del commissario ad acta, previsto per legge quando non c’è l’approvazione , e chiede a questi di valutare il suo operato e le considerazioni del dirigente. “In questo anno – aggiunge il sindaco – è stata portata avanti una vera e propria battaglia per salvaguardare il lavoro, i servizi sociali, i servizi ai cittadini, la Multiservizi; scelte contrastate che mi hanno portato anche ad emanare ordinanze per superare i pareri negativi. Non è più tempo di giochi, schermaglie, comunicati stampa. Ricordo che il nostro Piano di riequilibrio finanziario è stato approvato il 9 gennaio 2020, poco prima che l’emergenza Covid stravolgesse tutto e che, inevitabilmente, ha inciso sulla capacità di attuare alcuni degli obiettivi previsti. Lo schema di bilancio proposto dal commissario sarà portato in consiglio comunale dove tutte le forze politiche si dovranno assumere le loro responsabilità”.
Per la prima volta al Comune di Brindisi arriverà così un commissario ad acta per gestire quello che normalmente è l’atto più importante per un’amministrazione politica: la redazione e l’approvazione dello schema bilancio di previsione. Quell’atto che prevede e stabilisce le entrate e le uscite di un ente e che quindi sancisce la linea politica e amministrativa. Questo compito ora spetterà a Sebastiano Giangrande, dirigente del Servizio di contabilità e gestione finanziaria della Prefettura di Bari nominato commissario a Brindisi dalla prefetta Carolina Bellantoni. Insomma si lascia ai tecnici ciò che da sempre è compito della politica.
Giornate difficili per la maggioranza Rossi; ad appesantire il colpo ci pensano le dimissioni dell’assessore al Bilancio Cristiano D’Errico. L’esponente di Leu, che da un anno non ha più nessun rappresentante in consiglio comunale, prende le distanze dal sindaco e dai colleghi, e dice chiaramente che quello stilato da Rossi non è il suo bilancio, o quello che avrebbe voluto per la sua città. “Lascio l’incarico assessorile dopo poco più di due anni con il rammarico della consapevolezza di aver avviato un importante percorso di “normalizzazione” di settori che in passato sono stati oggetto di attenzione giornalistica e talvolta della magistratura ma di non poter portare a termine i processi avviati – spiega D’Errico – Il bilancio previsionale è l’atto politico più importante di una comunità; non è atto ragionieristico. È l’atto in cui si condensano prospettive, visioni, soluzioni alle difficoltà di una città che le istanze dei cittadini e delle parti sociali portano in se. Il bilancio previsionale dovrebbe portare un progetto di sviluppo e di crescita facendo leva sulla storia, sui punti di forza, sulle infrastrutture della città”. L’assessore dimissionario lamenta il mancato coinvolgimento e confronto con i cittadini nella redazione del documento finanziario. Affermando così che Rossi e suoi sono venuti meno a quelle promesse di partecipazione e coinvolgimento della città nel processo decisionale, tanto annunciate in campagna elettorale. D’Errico è uno di quelli assessori che rischiava di non essere riconfermato con l’azzeramento della giunta richiesto dal Partito democratico, e promesso da Rossi dopo l’approvazione del bilancio. L’esponente di Leu va via prima, e non mette la sua firma all’atto più importante del governo cittadino. Lamenta il mancato rispetto degli impegni assunti con il piano di predissesto. Mentre l’ amministrazione chiude il bilancio del 2019 con un disavanzo di 4milioni e mezzo di euro, quando ancora il Covid non c’era. Davanti a questo scenario tutta l’opposizione attacca: Forza Italia e Fratelli d’Italia chiedono le dimissioni di Rossi, il Movimento 5Stelle parla di fallimento. Ma il sindaco non si schioda, trova sostegno nel suo gruppo politico Brindisi Bene Comune, e nel Partito democratico, che invocano l’arrivo del commissario ad acta come necessario per riportare serenità e correttezza al confronto sul bilancio.
Lucia Portolano
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