Il Sappe scrive alla Asl: “Tamponi a tappeto a detenuti e agenti del carcere di via Appia”

BRINDISI – La segreteria regionale del SAPPE, sindacato autonomo polizia penitenziaria, scrive al direttore generale della Asl di Brindisi Giuseppe Pasqualone per chiedere che vengano effettuati dei test a tappeto sia sulla popolazione detenuta, che sul personale del carcere di Brindisi. “Purtroppo la seconda ondata è molto più pericolosa ed i dati lo stanno a dimostrare, tanto da indurre le ASL di Bari e BAT, all’effettuazione di test di massa nelle carceri di Bari, Turi, Altamura, Trani – scrive il segretario Filippo Pilagatti – PeraItro in questa situazione di pandemia a tutti gli operatori “essenziali” (quali sono classificati i poliziotti penitenziari) vengono fatti i test periodicamente , per cui non si capisce come mai a tutt’oggi nonostante le richieste pressanti del SAPPE, codesta ASL non ha ritenuto di dover effettuare i controlli ai lavoratori in questione. Ma è possibile che in un ambiente carcerario dove il distanziamento sociale non può essere rispettato, per ovvi motivi, non si pone una maggiore attenzione anche per la salute dei poliziotti che, poi devono garantire sia la salute dei detenuti che la sicurezza del carcere?”

Alla luce di questo il sindacato invita Pasqualone a porre in essere ogni iniziativa ritenuta necessaria affinchè provveda con la massima urgenza ad uno screening a tappeto per tutti i lavoratori e detenuti presenti presso la casa circondariale di Brindisi, al fine di mappare in maniera corretta e precisa l’eventuale circolazione del virus all’interno del penitenziario. Peraltro tale attività potrebbe essere svolta da medici ed infermieri già presenti presso il carcere di Brindisi, senza che si sguarniscano le strutture sanitarie esterne che sono sovraccaricate di lavoro. Qualora ciò non dovesse avvenire, il SAPPE attraverso il proprio studio legale porrà in essere tutte le iniziative ritenute necessarie nelle sedi competenti, a tutela della salute dei poliziotti penitenziari, poiché sarà chiaro che situazioni di pericolo o peggio, non potranno non essere addebitate all’inerzia dell’ASL. La comunicazione è stata invitata anche  al Prefetto e al  magistrato di sorveglianza al quale si chide un intervento a tutela della salute dei detenuti.

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