INTERVENTO/ Tra le lezioni che avremmo dovuto imparare dalla prima ondata della pandemia c’erano “l’essere preparati a fronteggiare” e la “comunicazione del rischio”. Se sulla prima ormai è tardi recriminare, sulla seconda non possiamo più prescindere se vogliamo che la cittadinanza si senta coinvolta in prima persona ad arginare la diffusione del contagio.
Sono poche le regole della comunicazione del rischio: condivisione delle conoscenze, descrizione della situazione reale senza sottovalutazioni ed allarmismi, messaggi istituzionali coerenti, cosa si sta facendo per affrontare la situazione emergenziale in un contesto di fiducia.
In questi giorni in cui i colori invadono l’Italia, la popolazione ha appreso prima le restrizione a cui era sottoposta, poi i dati sulla base dei quali il colore assegnato.
Per la Puglia e tutte le regioni i numeri finalmente si possono leggere.
Non sarebbe stato più corretto con una comunicazione efficace spiegare quegli indicatori e l’evoluzione dei numeri associati per essere tutti pronti e partecipi della stato di crisi medio-alto della regione Puglia? Se uno degli indicatori riguarda i ricoveri in terapia intensiva negli ospedali regionali non sarebbe il caso di comunicare il numero massimo dei ricoveri possibili insieme a quello degli attuali posti occupati?
Riteniamo che i messaggi debbano essere coerenti. Non è ammissibile che da diverse istituzioni pubbliche sulle scuole arrivino messaggi contraddittori chiedendo alle famiglie di decidere. In un contesto pandemico come questo la salute o è pubblica o non è.
In ultimo chiediamo alla Regione Puglia quali azioni sta mettendo in campo per arginare la situazione emergenziale medio alta in cui ci troviamo.
Come ci ricordano gli esperti della comunicazione del rischio, una volta intaccata, la fiducia può difficilmente essere ricostruita nel frattempo il disagio sociale cresce.
Pienamente d’accordo!comunicare in sanità pare sia cosi difficile,ancora più grave è quando è il malato che ha il diritto di sapere