BRINDISI- Disagi sugli autobus, studenti delle scuole superiori in protesta. Centinaia di studenti della provincia di Brindisi, questa mattina, sono entrati in classe, come forma di protesta per i disagi con cui ogni giorno sono costretti a scontrarsi sui pullman di linea che li conducono a scuola. Quella che pubblichiamo di seguito è la lettera inviata alla redazione di BrindisiOggi della portavoce della 3C del Liceo Classico Marzolla di Brindisi dove spiega le motivazioni dello sciopero studentesco.
“Spettabile redazione, come portavoce della classe 3c dell’Istituto liceo classico Benedetto Marzolla, Brindisi, desidero allegare la mail che, come me, centinaia di studenti hanno deciso di inviare al Ministro dei Trasporti, Ufficio Stampa, Presidente della Regione Puglia e Presidente Stp Brindisi.
Migliaia di studenti oggi non sono andati a scuola per manifestare sul pessimo servizio dei trasporti pubblici a cui, per necessità, siamo costretti a sottostare.
Ci rivolgiamo a Voi di Brindisi Oggi perché crediamo che il Vostro Giornale, che stimiamo molto, sia un ottimo mezzo di informazione al fine di rendere consapevoli i cittadini dell’insalubre situazione dei mezzi di trasporto pubblici che gli studenti di brindisi e provincia sono costretti a vivere quotidianamente e che verte sulla salute dell’intera popolazione, a causa del sovraffollamento a bordo dei pullman e della mancanza di controllo del rispetto delle norme per la prevenzione del coronavirus. Proprio per questi motivi scriviamo alla Vostra Redazione, proponendovi di pubblicare e dar voce alla nostre richieste, da anni rimaste inascoltate.
Alla c.a. del Ministero dei Trasporti, dell’Ufficio Stampa, del Presidente della Regione Puglia e del Presidente Stp Brindisi.
Gentilissimo Ministro dei trasporti, spettabile Ufficio Stampa, gentilissimo Presidente della regione Puglia e gentilissimo Presidente Stp,
sono una ragazza di Mesagne, Elisabetta Capodieci, e ogni giorno per andare a scuola devo prendere il pullman che da Mesagne mi consente di raggiungere il liceo classico Marzolla a Brindisi.
Oggi non sono andata a scuola, e come me centinaia di altri studenti. In un altro momento storico oggi saremmo scesi in piazza a manifestare, perché non siamo più disposti ad accettare che ci venga negato ciò che ci spetta per diritto e che, voi, in prima persona, siete chiamati a tutelare. Ci state negando il diritto allo studio e, in questa particolare situazione di emergenza, il diritto alla salute.
Siamo stufi di viaggiare in autobus colmi sino al collasso, una situazione che persiste ormai da anni e che, nonostante le numerose segnalazioni, non è mai stata considerata. Ora, a causa della preoccupante propagazione del virus, non può più essere ignorata e non deve essere più presa sotto gamba, perchè si sta sorvolando sull’insalubrità di luoghi quotidianamente frequentati da una larga fascia di popolazione, leggerezza degna di rabbia e ribrezzo, di fronte alla quale non siamo più disposti a tacere.
E questa situazione risulta ancor più inaccettabile e non giustificabile se si considera che il problema di una riconfigurazione organizzativa dei trasporti finalizzata a mantenere il distanziamento e ad assicurare condizioni igieniche di viaggio all’altezza dei rischi legati alla pandemia, era noto fin dai primi momenti; sono trascorsi ben sei mesi per delineare il nuovo necessario sistema organizzativo ma nulla è accaduto.
Ci era stato promesso un rigoroso controllo del rispetto delle misure di sicurezza negli autobus, un incremento delle linee e una capienza massima corrispondente all’80% di quella per cui ogni mezzo è predisposto. E invece ciò che vediamo giornalmente (v. foto allegate) sono solo mezzi affollati e, inutile dire, un controllo del rispetto delle norme di sicurezza nullo, tanto che talvolta meno della metà dei viaggiatori indossa continuativamente la mascherina.
È così che si vuole preservare la nostra salute? È in questo modo che si vuole tutelare il nostro diritto allo studio? Se si sarà costretti alla decisione della chiusura delle scuole sarà soprattutto causa dell’assurda condizione che siamo costretti a subire nei pullman per poter raggiungere i luoghi che ci permettono di studiare e formarci, e che porta inevitabilmente ad una forte propagazione del virus.
Ed è questa l’ennesima richiesta, che spero venga presa in considerazione e non rimanga inascoltata come le migliaia che le fanno da sfondo, considerate da lei, presidente Stp, “preoccupazioni genitoriali” e non effettive mancanze del servizio.
Come portavoce di tutta la comunità studentesca pendolare pretendo:
- Un ulteriore incremento delle linee negli orari in cui i pullman risultano più affollati;
- Controlli affinchè vengano rispettate le norme di sicurezza (mascherina e, per quanto possibile, distanza di sicurezza) a bordo dei mezzi;
Oggi non sono andata a scuola, e come me centinaia di altri studenti che non vogliono più adeguarsi a questa ingiustizia.
Mi auguro che le nostre richieste, in quanto clienti dell’agenzia, vengano accolte e, per la prima volta, messe in pratica, poiché, se così non sarà, saremo costretti a non rinnovare l’abbonamento mensile a causa dell’insufficienza del servizio, fino a quando i diritti che ci vengono negati non saranno tutelati, consapevoli di provocare grandi disagi familiari e incrementare i tassi di inquinamento ambientale.
Distinti saluti
Elisabetta Capodieci
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