INTERVENTO/Tra pochissimi giorni i cittadini verranno chiamati ad esprimere il loro giudizio in merito al quesito referendario che vuole un drastico taglio del numero di deputati e senatori. Le motivazioni addotte per questa importante modifica costituzionale sono di pratica (meno numerosi si è in un assise più facilmente si trova un punto d’incontro) e di natura economica (si inizia a praticare concretamente un taglio ai costi della politica). Messa in questi termini non ci sarebbero motivi reali per contrastare questa riforma. In realtà ciò che serve al cittadino non sono tanto alchimie di facciata ma che il parlamento funzioni bene, legiferi in tempi rapidi e che sia libero da condizionamenti esterni. Se com’è probabile la riforma costituzionale andrà in porto continueremo ad avere due rami del parlamento che legiferando sugli stessi temi continueranno ad allungare a dismisura ogni decisione da prendere nell’interesse nazionale. Con l’attuale legge elettorale inoltre i parlamentari continueranno ad essere “nominati” dalle segreterie dei partiti o scelti attraverso votazioni “on-line” di dubbia valenza democratica. Continueremo ad avere l’equivalente due “assemblee condominiali” un po’ meno numerose ma di analoga rissosità ed inconcludenza. L’interesse reale della nazione lo si fa limitando le funzioni legislative ad uno solo dei rami del parlamento. Va altresì consentito ai cittadini di scegliere il proprio rappresentante in collegi uninominali dove la conoscenza diretta della competenza e dell’onestà del candidato valga più di una nomina dall’alto. Lunedi pomeriggio saranno in molti a brindare a questa strabiliante vittoria sulla “casta”. Si tratterà però di una vittoria di Pirro che mortificherà la rappresentanza dei territori meno popolati e che continuerà a lasciare il parlamento in mano alle segreterie dei partiti. Per dirla col principe di Salina del Gattopardo “si cambia tutto per non cambiare nulla”.
Salvatore Valentino
Consigliere comunale PD
Presidente associazione politico-culturale
“Brindisi Democratica”
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