Una docente scrive alla Asl: “Voglio fare il sierologico dove posso farlo?”

MESAGNE – Test sierologici agli insegnanti prima dell’inizio dell’anno scolastico, una professoressa di Mesagne scrive alla Asl di Brindisi per chiedere come poter effettuare l’esame. Il problema si pone dopo le perplessità sollevata dai medici di base ad effettuare i test nei propri ambulatori. Ed allora come si fa? L’insegnante, Rita Fagiano, ha inviato un messaggio alla pagina Facebook della Asl di Brindisi ponendo l’attenzione su questa questione. “Sono un’insegnante che volontariamente vorrebbe sottoporsi all’esame sierologico per il Covid- 19. Vi scrivo da Mesagne.- afferma la docente – Date le perplessità dei medici di Medicina generale stanno rilevando e che li porta a non effettuare gli esami presso i loro studi, mi sapreste dire, in dettaglio, a quale ufficio competente della Asl di Mesagne potremo rivolgerci noi insegnanti. Confido in una vostra risposta, cordiali saluti”.

La situazione di questa insegnante è simile a quella di centinaia di altri docenti che al momento brancolano nel buio, quando mancano esattamente 20 giorni dall’inizio della scuola.

BrindisiOggi

4 Commenti

  1. Tante persone scelgono volontariamente di fare il test sieriologico presso i laboratori privati.
    Le motivazioni sono le più disparate.
    Perché si è riatrati da vacanze in giro per l’italia,
    Perché si fa un lavoro che prevede contatti con il pubblico,
    perché si vogliono tutelare familiari anziani.
    Senza “pretendere” di farlo gratis o di ottenerlo dal proprio datore di lavoro. Pensiamo ai commessi per esempio.
    Ergo,in attesa che si chiarisca la questione dei medici curanti l’insegnante potrebbe rivolgersi ad uno dei tanti laboratori privati sostenendo con un costo modesto.
    Questo se si vuole essere fattuali. Nel frattempo le Asl risolveranno il problema.
    Se poi, anziché badare alla sostanza si impiegano tempo ed energie , in una situazione di emergenza come quella che viviamo x il covid, è un altro aspetto.
    I.M.O.
    P.s. considerando le percentuali di positivi che stanno emergendo in Lombardia sui primi 53 mila test fatti a medici e bidelli forse varrebbe la pena essere fattuali e non scrivere all’asl.
    Poi ognuno faccia come crede.

  2. Concordo con la richiesta della collega che non maschera disinformazione, anzi! È anche vero che l’esame gratis a cui dovremmo sottoporci, quello capillare, pare non dia risultati con alta percentuale di affidabilità. Sarebbe meglio il venoso che, però, è a pagamento, quindi a nostro carico.

  3. E’la situazione classica italiana: grandi progetti da massimi sistemi ma il vuoto per la gestione pratica degli stessi.

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