BRINDISI- E’ un dipendente pubblico ma svolgeva l’attività di libero professionista senza aver ottenuto l’autorizzazione dall’ente per il quale lavora. Nei guai un ingegnere di 55 anni della Motorizzazione civile di Brindisi scoperto dai militari della compagnia della Guardia di Finanza di Brindisi, coordinati del capitano Giovanni Andriani.
Durante un controllo ai fini fiscali del “libero professionista” i militari hanno accertato che questi era un dipendente pubblico ma che svolgeva contemporaneamente un’attività privata di consulenze e perizie senza aver ottenuto l’autorizzazione dall’ente pubblico. Attività extra istituzionale che svolgeva sfruttando le conoscenze acquisite nell’amministrazione pubblica. La storia è andata avanti dal 2003 al 2012. Nella rete dei militari anche i suoi clienti, ben 66, 26 persone fisiche e 40 persone giuridiche, che si sono affidate all’ingegnere in forma privata.
Questi devono rispondere del fatto di aver usufruito della consulenza del dipendente senza chiedere l’autorizzazione alla Motorizzazione, e di non aver comunicato allo stesso ente i compensi corrisposti al dipendente pubblico. Ciascuno deve restituire alle casse dello stato il doppio di ogni prestazione, complessivamente rientreranno 215 mila euro. Mentre l’ingegnere dovrà restituire al fisco 150 mila euro, risorse guadagnate nell’attività extraistituzionale, e solo in parte dichiarate.
La compagnia della Guardia di Finanza di Brindisi ha svolto le indagini in collaborazione con il Nucleo speciale pubblica amministrazione di Roma, su delega della Presidenza del Consiglio dei Ministri- Dipartimento funzione pubblica, come accade nei casi in cui si tratti di questioni legate a dipendenti pubblici.
Lucia Portolano
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