BRINDISI- (Da Il7Magazine) Altro che “con il fucile, le pinne e gli occhiali”, diceva Edoardo Vianello in una famosa canzone del 1962, il mare 2020 ce lo ricorderemo per le mascherine ed i disinfettanti che quest’anno saranno obbligatori per tutti. La pandemia ha stravolto ha stravolto la vita, la quotidianità e le abitudini incluse quelle legate al mare e alle vacanze. Le spiagge saranno blindate o quasi, perché le linee guida adottate dal governo per la riapertura dei lidi in tempi di Covid sono piuttosto rigide. Sul litorale brindisino dallo scorso 25 maggio i gestori degli stabilimenti balneari sono a lavoro per garantire la stagione estiva con tutte le limitazioni del caso. E’ così che i brindisini questa estate si troveranno a fare i conti con l’uso della mascherina in spiaggia, con i dispenser per il disinfettante ad ogni angolo del lido e con ingressi contingentati ed utilizzo dello stesso ombrellone o della stessa cabina al solo nucleo famigliare. Nessuno sconto per nessuno, dal lido tradizionale a quello più sfacciatamente moderno, tutti si sono dovuti adeguare. E’ così che al “Lido Granchio Rosso”, zona Apani, tra una cabina ed un’altra compaiono dei divisori di legno per separare gli spazi, alla vista non sono bellissimi ma è quanto la legge prevede. “Abbiamo dovuto fare tanti cambiamenti che non sempre la gente accetta- spiega il gestore Antonio Monaco- A partire dalle cabine che qui sono una tradizione. Molta gente viene al mare al mattino e va via a sera inoltrata proprio perché ha la cabina. La considera un luogo di vacanza, una seconda casa e spesso la condivide con amici e parenti. Quest’anno con le misure di contenimento non è possibile. La cabina può essere utilizzata solo da persone dello stesso nucleo famigliare per un massimo di sette. Per questo motivo molti hanno rinunciato ed hanno preferito prendere l’ombrellone che in ogni caso segue la stessa regola , solo congiunti” . Ma come se non bastasse a questo si aggiunge anche la paura del contagio che ha indotto molta gente a non prenotare la cabina. “La pandemia ha creato anche tanta paura e le persone anziane hanno rinunciato al mare a prescindere. Clienti che venivano qui da oltre vent’anni . Quest’anno non ci saranno- spiega con rammarico Monaco-Non è facile gestire questa situazione ma ci dobbiamo adeguare. Bisognerà stare molto appresso ai più giovani abituati a stare in gruppo vicino al bar. Sarà obbligatorio l’uso della mascherina e non ci saranno le feste, manifestazioni e non si potrà praticare sport. Abbiamo smantellato il campo di beach volley e il canestro per il basket”.
La situazione non cambia neppure per il “Lido della Polizia” frequentato principalmente dalle forze dell’ordine. “Siamo i primi a dover dare l’esempio. Abbiamo rispettato tutte le misure di sicurezza a partire dai 10 metri quadrati tra un ombrellone ed un altro, la segnaletica e i tavoli con distanziamento. Per il resto i controlli all’ingresso già c’erano- spiega il gestore Gianfranco Bagnato- La lista delle persone resta registrata per quattordici gironi così come prevede la norma. Per quanto riguarda la ristorazione abbiamo eliminato il self service per evitare gli assembramenti e facciamo solo servizio al tavolo”. L’adeguamento alle misure di sicurezza ha portato, inevitabilmente alla riduzione dei posti disponibili in spiaggia. “Purtroppo abbiamo dovuto ridurre il numero degli ombrelloni, quest’anno ce ne sono 130 in meno , in pratica il 30 per cento in meno. L’utilizzo di ogni postazione è destinata ai soli nuclei famigliari. Abbiamo una persona fissa ai bagni, una alle docce ed un’altra ai tavolini che si occupa solo esclusivamente della sanificazione. Così per sdraio ed ombrelloni. A conti fatti abbiamo il 50 per cento delle presenze in meno ma il 30 per cento in più del personale- aggiunge Bagnato- Con i limiti imposti dalle distanze di sicurezza e dal numero degli ombrelloni ho dovuto dire di no a tante persone. Mi spiace per chi è rimasto fuori. Gli ospiti, per i quali avevamo una lista pazzesca, non possono più avere accesso. Se gli altri anni per cento cabine le persone avevano la possibilità di dividerle con gli amici , quest’anno è consentito solo ai congiunti per un massimo di sei persone”. Ma sulla costa brindisina ci sono anche stabilimenti che non hanno risentito molto delle nuove misure di sicurezza imposte dal Governo. Fortunati soprattutto coloro che già avevano a disposizione grandi spazi, è quello che è accaduto al “Guna Beach”. “Abbiamo seguito il protocollo: igienizzanti , mascherine. Sulle distanze noi siamo avvantaggiati perché lo stabilimento è molto grande e gli ombrelloni erano già distanziati , poi abbiamo anche il prato che consente di poter mettere i lettini- dice Massimiliano Di Cicco, il titolare- Nella gestione sono cambiate più che altro le mansioni che ora sono molte di più. Abbiamo assunto degli steward che si occupano di contingentare gli ingressi e controllare . Per il resto è anche responsabilità del cliente rispettare le regole. Per quanto riguarda la ristorazione abbiamo scelto di adottare solo il menù alla carta e sol piatti freddi. Almeno per quest’anno. Onestamente spero che questa situazione si risolva presto”. Le distanze , le sanificazioni ed una serie di accorgimenti hanno imposto, così, ai gestori dei lidi un investimento economico non indifferente che al momento non si sa se sarà in qualche modo ammortizzato con le entrate. A questo poi si aggiunge anche la beffa della natura, nell’ultimo anno le mareggiate hanno sottratto diversi chilometri di sabbia. “Quest’anno siamo doppiamente penalizzati, da un lato abbiamo dovuto ridurre il numero degli ombrelloni da 91 a 60, in pratica il 40 per cento in meno. Dall’altro il mare ci ha rubato sabbia per almeno due file- dice Tommaso Moccia del “Lido Oktagona”- Stiamo cercando di compensare mettendo qualche lettino sul prato. Stiamo facendo molta formazione in modo che il personale possa operare nel miglior modo possibile. La sanificazione è la prima cosa. Per fare tutto questo abbiamo dovuto affrontare un importante investimento economico. Ma ad un certo punto, è meglio soffrire così che non lavorare. Purtroppo lo Stato non ci aiuta . Fortunatamente la richieste sono tante, la gente ha voglia di ritornare a vivere, così noi ci sforziamo di rispettare tutte le regole anche se non valgono per tutti. Basta vedere cosa sta accadendo sulle spiagge libere”. Gli spazi liberi sono il vero nodo dell’ordinanza che consente la fruizione delle spiagge. Stando al regolamento le spiagge libere, la cui custodia spetta ai comuni, dovrebbero essere fruibili solo se si garantisce la sorveglianza ed il salvamento. “Il Comune dice che non ha soldi per garantire la sorveglianza e demanda tutto alla responsabilità dei cittadini. Ma non è così che funziona- dice Moccia- A questo punto bastava trovare un compromesso, invogliare i gestori dei lidi ad occuparsi degli spazi liberi piuttosto che lasciarli abbandonati a se stessi”. I comuni costieri potranno svolgere, dice l’ordinanza, anche su siti specifici, attività di sorveglianza finalizzata al contenimento della emergenza sanitaria da Covid-19, avvalendosi di volontari, enti pubblici o privati in regime di convenzione. In generale, valgono, naturalmente, le limitazioni, il distanziamento tra le persone e gli obblighi di tracciamento dettati a livello nazionale e dalle ordinanze del Presidente della Regione Puglia. Ed invece le spiagge libere tali restano, nel totale abbandono, delegando la responsabilità ai singoli cittadini che spesso non hanno neppure contezza di ciò che prevede la norma tra distanze di sicurezza ed uso della mascherina in spiaggia per non parlare dell’assenza di un bagnino che possa intervenire nelle situazioni di emergenza, ma questa è un’altra storia.
Ricapitolando l’ordinanza balneare quest’anno fa capo a quella che segue le linee guida previste dal Governo per contenere il contagio del Covid e prevede che lo stabilimento debba essere dotato di recinzione conforme alle disposizioni dell’Ordinanza Balneare e dovrà garantire un numero congruo di varchi di accesso controllati, tali da garantire il rispetto della distanza interpersonale ed evitare assembramenti, attraverso percorsi dedicati eventualmente distinti per ingresso e uscita. L’accesso degli ospiti allo stabilimento deve essere consentito solo dai punti di accesso previsti e tutti i servizi strettamente connessi alla balneazione, presenti nello stabilimento, sono ad uso esclusivo dei soli ospiti dello stesso. Bisogna predisporre una adeguata informazione sulle misure di prevenzione, comprensibile anche per i clienti di altra nazionalità. Si promuove, a tal proposito, l’accompagnamento all’ombrellone da parte di personale dello stabilimento adeguatamente preparato (steward di spiaggia) che illustri ai clienti le misure di prevenzione da rispettare. È necessario rendere disponibili prodotti igienizzanti per i clienti e per il personale in più punti dell’impianto. Bisogna privilegiare l’accesso agli stabilimenti tramite prenotazione e mantenere l’elenco delle presenze per un periodo di 14 giorni. La postazione dedicata alla cassa potrà essere dotata di barriere fisiche (es. schermi); in alternativa il personale deve indossare la mascherina e avere a disposizione gel igienizzante per le mani. In ogni caso, favorire modalità di pagamento elettroniche, eventualmente in fase di prenotazione. Sarà necessario riorganizzare gli spazi, per garantire l’accesso allo stabilimento in modo ordinato, al fine di evitare assembramenti di persone e di assicurare il mantenimento di almeno 1 metro di separazione tra gli utenti, ad eccezione delle persone che in base alle disposizioni vigenti non siano soggette al distanziamento interpersonale; detto ultimo aspetto afferisce alla responsabilità individuale. Se possibile organizzare percorsi separati per l’entrata e per l’uscita. E’ necessario assicurare un distanziamento tra gli ombrelloni (o altri sistemi di ombreggio) in modo da garantire una superficie di almeno 10 metri quadrati per ogni ombrellone, indipendentemente dalla modalità di allestimento della spiaggia (per file orizzontali o a rombo).Devono essere predisposti passaggi che consentano di raggiungere la riva o i servizi comuni senza dover attraversare la superficie occupata da altri bagnanti. Tra le attrezzature di spiaggia (lettini, sedie a sdraio), quando non posizionate nel posto ombrellone, deve essere garantita una distanza di almeno 1,5 m. Bisogna evitare l’utilizzo di cabine e spogliatoi per le quali non sia possibile assicurare una disinfezione intermedia tra gli utilizzi promiscui. Anche l’attività di balneazione deve rispettare le regole relative al distanziamento sociale senza mai derogare alle distanze consentite. Nelle aree di accesso alle docce/fontanelle dovranno essere predisposti dispositivi o soluzioni che assicurino il regolare flusso dei bagnanti mantenendo le distanze di sicurezza, per cui possono essere previste segnaletiche (orizzontali e/o verticali) o barriere di protezione per regolamentare la fila di accesso al servizio e garantire la distanza interpersonale. E’ necessario regolare e frequente pulizia e disinfezione delle aree comuni, spogliatoi, cabine, docce, servizi igienici, etc., comunque assicurata dopo la chiusura dell’impianto. Le attrezzature come ad esempio lettini, sedie a sdraio, ombrelloni, attrezzature galleggianti etc. vanno disinfettati ad ogni cambio di persona o nucleo famigliare. In ogni caso la sanificazione deve essere garantita ad ogni fine giornata. Il personale deve essere dotato da parte dei gestori di DPI adeguati ed è obbligato all’adozione di DPI in caso di contatti ravvicinati con i bagnanti. Sarà obbligatoria l’integrazione del kit di emergenza dei bagnini attraverso la dotazione (aggiuntiva rispetto a quanto già previsto dalla normativa vigente) di: a. una maschera facciale con respiratore da utilizzare in acqua; b. una visiera, mascherina FPP2 senza valvola filtro e guanti, da usare per gli interventi su terra ferma; c. pallone di rianimazione trasparente in silicone lavabile per attività di rianimazione cardio circolatoria; Per quanto riguarda le spiagge libere, si ribadisce l’importanza dell’informazione e della responsabilizzazione individuale da parte degli avventori nell’adozione di comportamenti rispettosi delle misure di prevenzione. Al fine di assicurare il rispetto della distanza di sicurezza di almeno 1 metro tra le persone e gli interventi di pulizia e disinfezione dei servizi eventualmente presenti si suggerisce la presenza di un addetto alla sorveglianza. Anche il posizionamento degli ombrelloni dovrà rispettare le indicazioni sopra riportate. È da vietare la pratica di attività di animazione (feste, balli di gruppo, merende collettive, etc.) o ludico-sportive di gruppo che possono dar luogo ad assembramenti. Gli sport individuali che si svolgono abitualmente in spiaggia (es. racchettoni) o in acqua (es. nuoto, surf, windsurf, kitesurf) possono essere regolarmente praticati, nel rispetto delle misure di distanziamento interpersonale. Diversamente, per gli sport di squadra (es. beach-volley, beach-soccer) sarà necessario rispettare le disposizioni delle istituzioni competenti.
Lucia Pezzuto per Il7Magazine
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