Il direttore di Arpa Puglia: “Già un anno fa abbiamo chiesto al Ministero la gestione delle centraline di Versalis”

BRINDISI – (da il7 Magazine) Negli ultimi due anni la qualità media dell’aria nella provincia di Brindisi è migliorata. Lo dicono le centraline di monitoraggio ambientale dell’Arpa Puglia. Nel report del 2019 è emerso che gli  inquinanti gassosi e il PM2.5 non superano i limiti di legge. Ci sono stati 4 superamenti dovuti a fenomeni di avvezioni di polveri sahariane, e 24 sforamenti di Pm10 (polveri sottili) alla centralina di via Don Minzoni a Torchiarolo, ma comunque un numero inferiore rispetto ai 35 sforamenti  consentiti in un anno dalla normativa. Insomma tutto sotto la soglia, almeno secondo le leggi, anche i picchi di benzene se considerati nella media giornaliera annua. Ma questo non vuol dire che non abbiano potuto provocare un danno sanitario alla popolazione nella loro fase acuta. Questo è stato sottolineato nella relazione che Arpa Puglia ha inviato qualche giorno fa al ministero dell’Ambiente, ad Ispra, agli enti locali e alla Procura in riferimento alle emissioni registrate a Brindisi tra il 16 e 20 maggio, quando i cittadini hanno segnalato stati di disagio dovuti all’aria irrespirabile. Arpa gestisce in Puglia una rete di monitoraggio dell’aria composta da 53 stazioni fisse e altri mezzi mobili utilizzati per specifiche campagna. L’agenzia regionale per la prevenzione  e la protezione dell’ambienta è diretta da Vito Bruno.

Direttore come avviene il monitoraggio dell’aria a Brindisi?

“Esiste una rete regionale di monitoraggio dell’aria approvata dal ministero dell’Ambiente. Questa rete è gestita da noi, ed è  composta da 53 stazioni fisse e da alcuni mezzi mobili che utilizziamo per specifici campagne, come quella che si sta facendo a Brindisi nell’area di Micorosa, che ora nella vicenda di Versalis si è mostrata molto utile. Nella provincia di Brindisi ci sono 17 centraline, di cui sette nel capoluogo. Nello specifico:  al Casale,  in via Taranto, via De Mille, nella zona Sisri, Terminal Passeggeri, via Cappuccini, e quartiere Perrino. Ogni centralina è posizionata per avere una funzione. Per esempio il Casale (sito di fondo) è utilizzato come valore di riferimento perché è un luogo dove non ci sono particolari inquinanti che possono derivare da un’unica fonte (come quella del traffico veicolare o industriale); via Taranto e via De Mille  hanno funzione di monitoraggio del traffico. Sisri e terminal sono centraline industriali. Ogni mese inviamo dei report agli enti locali e agli altri soggetti interessati alla tutela ambientale, con un report anche annuo.

Che cosa misurano le centraline? E sono sufficienti?

“Le centraline misurano la presenza di sostanze inquinanti nell’aria sia quelle normate, ma anche quelle non normate: Pm 10, Pm2.5, Diossido di azoto, Ossidi di azoto, ozono, benzene, monossido di carbonio e anidride solforosa. Il numero delle centraline è sufficiente, il sistema è complessivamente buono ma bisognerebbe investire di più nelle risorse umane. Servirebbero più chimici”.

Così come composto il sistema garantisce il  giusto monitoraggio dell’’aria nella zona industriale?

“In realtà c’è un problema che abbiamo già segnalato al ministero dell’Ambiente a maggio e dicembre 2019 in sede di osservazioni Aia per Versalis. Arpa è proprietaria di 43 centrali, poi ce ne sono altre 10 di proprietà dei privati, ma comunque gestite da noi grazie a delle convenzioni. Versalis è l’unico insediamento industriale in Puglia che gestisce direttamente le proprie due centraline posizionate nella sua area, queste sono quindi escluse dalla nostra rete di monitoraggio. Per questo nei nostri pareri inviati al ministero abbiamo chiesto di imporre a Versalis quello che avviene già con le altre aziende in Aia come Enel, ex Ilva, Enipower, Edipower, Sorgenia, Enplus, Formica Ambiente e Colacem. Queste società sono proprietarie delle centraline ma vengono gestite da Arpa”.

Alla luce di quello che è accaduto avete chiesto di conoscere le rilevazioni di quelle centraline? Ma quelle centraline sono regolarmente funzionanti?

“Abbiamo chiesto gli atti e fatto altre richieste formale, l’azienda si è mostrata collaborativa nel fornire tutta la documentazione. E comunque ci sono anche gli accertamenti della procura. Non possiamo dire se funzionano, non possiamo esprimerci su questo perché non sono sotto il nostro controllo”.

Non solo negli ultimi giorni ci sono stati sforamenti di benzene ma anche in passato. Avete mai segnalato l’accaduto?

“Tutte le volte che ci sono situazioni di sforamenti noi le segnaliamo. Ma uno sforamento quotidiano non significa il superamento dei limiti di legge  Negli ultimi due anni è migliorata la qualità media dell’aria a Brindisi. Il fatto che ci sia una media buona non può escludere che in situazioni di fasi acute (come concentrazioni in alcuni orari) queste non possano creare effetti sanitari sui cittadini. Ma questa valutazione non possiamo farla noi, è compito della Asl con il Dipartimento di prevenzione”.

Sono stati evidenziati picchi di benzene anche successivi all’ordinanza di blocco delle attività di Versalis da parte del sindaco. Quale poteva essere la fonte?

“Stiamo raccogliendo i vari dati per le valutazioni. Comunque in quei giorni non tutte le attività nel Petrolchimico erano ferme”.

Ritiene che ci siano delle lacune legislative?

“Più che lacune legislative, ritengono che sia necessario lavorare affinchè i limiti di legge si avvicinino sempre più alle soglie che chiede l’Organizzazione mondiale della sanità. Per fare questo è necessario il supporto legislativo. Spesso si parla troppo del termometro e meno della cura: non servono più centraline ma serve una cura”.

Lucia Portolano

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