CAROVIGNO- L’undicesima edizione della conferenza internazionale sull’ambiente del Principato di Monaco è stata particolarmente speciale per il Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, l’unico ente italiano invitato a partecipare all’evento.
Lanciato nel 2010 su iniziativa del principe Alberto II di Monaco, il MBI è una piattaforma di discussione organizzata dall’Istituto oceanografico, dalla fondazione principe Alberto I di Monaco e dalla fondazione principe Alberto II di Monaco.
I suoi membri si incontrano ogni anno per discutere delle sfide attuali e future della gestione e della conservazione degli oceani.
Il gruppo di lavoro costituto da organizzazioni internazionali, Governi, Università, settore privato e ONG, quest’anno ha contato quasi 90 membri provenienti da Europa, Africa, America e Asia. Unica italiana invitata, la Riserva Naturale dello Stato e Area Marina Protetta di Torre Guaceto.
La discussione messa in piedi per l’undicesima edizione ha riguardato gli sforzi che ciascuna realtà può profondere sul fronte della tutela dell’ambiente e della sensibilizzazione in senso lato, affinché le aree protette assurgano a tema centrale della discussione internazionale.
L’incontro si sarebbe dovuto svolgere presso il Principato di Monaco a marzo, poi, il lockdown generale ha imposto uno slittamento dell’iniziativa, tanto che la conferenza si è tenuta online solo negli ultimi giorni.
Nel corso del meeting web, i membri si sono confrontati sui risultati raggiunti a livello mondiale nell’ambito della Convenzione sulla Diversità Biologica redatta nel 2010 dalle Nazioni Unite, UNEP, e con scadenza fissata per il 2020.
Tra i vari obbiettivi che gli Stati e le organizzazioni si erano proposti di raggiungere entro l’anno in corso ci sono la “deforestazione zero”, l’arresto del degrado e della scomparsa degli habitat naturali, la realizzazione di un freno reale alla pressione esercitata sugli ecosistemi marini attraverso la pesca, la protezione reale di almeno il 20 percento delle aree terrestri e del 10% di quelle marine e d’acqua dolce della Terra.
La conferenza ha affrontato i risultati dell’azione condotta in tal senso dai Governi, individuando elementi di successo e criticità.
Particolare attenzione è stata posta sui risultati ottenuti nell’ambito della protezione degli oceani, considerato l’attuale rilievo dato alle politiche della crescita blu a livello globale.
I risultati ottenuti in termini di superficie protetta non sono stati completamente soddisfacenti, poiché di poco inferiore allo standard fissato, le maggiori criticità sono state registrate sul fronte della rappresentatività e dell’efficacia di gestione delle aree protette.
La consapevolezza acquisita nell’ambito della conferenza sarà la base del nuovo piano globale per la tutela della biodiversità con scadenza fissata per il 2030.
BrindisiOggi
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