Sopralluoghi alle banche e agli uffici postali per rapinarli a fine quarantena, 8 in manette

BRINDISI- Rapine, detenzione di armi, associazione a delinquere, otto persone in manette. Alle prime luci dell’alba del 15 maggio 2020, in Ostuni (BR) e Ceglie Messapica (BR), i Carabinieri della Compagnia di San Vito dei Normanni (BR), collaborati nella fase esecutiva da personale del Comando Provinciale di Brindisi, dallo Squadrone Eliportato Carabinieri “Puglia”, dal 6° Nucleo Elicotteri dei Carabinieri di Bari e Nucleo Cinofili della Guardia di Finanza di Brindisi, hanno dato esecuzione all’Ordinanza n. 1245/20 R.G.N.R. e n. 1191/2020 R. G. G.I.P., applicativa della misura della custodia cautelare in carcere e degli arresti domiciliari, nei confronti di 8 soggetti, residenti in quei Comuni. In particolare, l’Ufficio del G.I.P. del Tribunale di Brindisi, accogliendo pienamente l’impianto accusatorio formulato nella richiesta di misura depositata dal Pubblico Ministero Dottoressa Paola Palumbo, ha emesso un’ordinanza della custodia cautelare in carcere nei confronti di 3 soggetti: Mariano Barnaba, 28 anni  nato a Brindisi, residente a Ostuni (BR); Giuseppe Santoro, 28 anni nato a Fasano, residente ad Ostuni; Francesco Tanzariello, 57 anni nato ad Ostuni, senza fissa dimora. Ad domiciliari: Francesco Barnaba, 60 anni nato a Ostuni, ivi residente; Margherita Borsellino, 57 anni nata a Ostuni, ivi residente, moglie di Barnaba Francesco; Oronzo Gaetano Milone, 28 anni nato ad Ostuni, ivi residente; Gennaro Cantore, 41 anni nato ad Ostuni, ivi residente; Rocco Suma, 35 anni nato a Ceglie Messapica , ivi residente. All’esecuzione dei provvedimenti cautelari personali, coordinata dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Brindisi, hanno partecipato 50 Carabinieri unitamente ai militari del Nucleo Elicotteri di Bari e dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Puglia”. I reati contestati sono “associazione per delinquere”, “rapina aggravata”, “ricettazione” relativamente a due autovetture utilizzate per compiere rapine e relativamente all’acquisto di un’arma (pistola 357 Magnum) da utilizzare nei medesimi atti delittuosi, “detenzione e porto illegale di arma da fuoco”, “detenzione e porto illegale di arma da guerra (Kalashnikov) ad elevatissima potenzialità offensiva”, per aver “acquistato e detenuto illegalmente” un’arma comune da sparo (pistola a tamburo). L’attività d’indagine condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di San Vito dei Normanni, trae origine da una serie di rapine perpetrate sul territorio della Compagnia di San Vito dei Normanni tra il 1 marzo e il 7 marzo  scorsi e gli elementi acquisiti, hanno indotto gli investigatori a ricondurre i diversi episodi delittuosi alla medesima matrice, simili per modus operandi, individuata in un gruppo di rapinatori suddiviso in due squadre, in grado di operare simultaneamente. I risultati investigativi, riassunti nell’informativa dei Carabinieri e riportati nella richiesta di misura presentata dalla Procura della Repubblica di Brindisi, hanno disvelato l’esistenza e l’operatività di una pericolosa associazione per delinquere ben strutturata e radicata sul territorio, finalizzata a commettere reati contro il patrimonio (rapine, estorsioni e furti) anche con l’uso delle armi. Il capo dell’associazione, individuato in  Mariano Barnaba, aveva poteri organizzativi e direttivi avvalendosi della collaborazione di: Giuseppe Santoro, braccio destro di Mariano nella fase di pianificazione dei colpi, con l’ulteriore compito di intimorire e aggredire le vittime; Francesco Tanzariello, il quale oltre a compiti organizzativi, si occupava di reperire i mezzi da utilizzare negli assalti e di effettuare i sopralluoghi degli obiettivi scelti. Della medesima organizzazione facevano poi parte: Oronzo Gaetano Milone  e S.A. (quest’ultimo deferito in stato di libertà) con il compito di autisti e, oltre ai sopralluoghi, si dovevano occupare dell’occultamento dei veicoli necessari per l’azione delittuosa da compiere; F. R. che coadiuvava Barbana nella scelta degli obiettivi da colpire e nell’occultamento delle armi; i genitori di Mariano, Barnaba Francesco e Margherita Borsellino, i quali provvedevano a reperire i mezzi “puliti” noleggiati tramite la loro società Pharmasud S.r.l., messi poi a disposizione del “gruppo di fuoco”. Gli stessi, nel ruolo di associati con compiti di “supporto logistico e materiale”, utilizzavano la Pharmasud S.r.l. (attiva nel settore dei prodotti e delle attrezzature farmaceutiche) di loro proprietà, come società a cui intestare i noleggi di talune autovetture pulite che il gruppo di fuoco, al termine degli assalti, poteva utilizzare per guadagnarsi la fuga in sicurezza. L’indagine effettuata sotto la costante e attenta guida della Procura di Brindisi, ha consentito: di deferire in stato di libertà complessivamente 11 persone, inserite a vario titolo nelle dinamiche delinquenziali; di evidenziare e comprovare il vincolo associativo tra i partecipanti; raccogliere elementi di prova relativamente alle rapine perpetrate presso la filiale della Banca Sella di San Michele Salentino (BR) il 5 marzo scorso; evidenziare il modus operandi della banda nella programmazione e nella concretizzazione degli atti delittuosi, sia relativamente alle fasi operative sia rispetto ai necessari supporti logistici e materiali (armi, autovetture, luoghi di occultamento);

documentare la pianificazione e i sopralluoghi prodromici ad imminenti assalti presso i seguenti obiettivi (non posti in essere, soltanto per i rischi derivanti dai massicci controlli di forze dell’ordine in ragione del protocollo COVID-19): Cash and Carry “Pantamarket di Fasano”; Ufficio Postale di Montalbano di Fasano e Ostuni; Banca Monte dei Paschi di Ostuni; Istituto di Credito Cooperativo di Martina Franca (TA); documentare una serie di pianificazioni relative all’assalto di furgoni portavalori; documentare una serie di pianificazioni relative all’assalto a TIR e camion in transito sulla SS379;documentare la pianificazione e il sopralluogo effettuato presso l’abitazione di due coniugi residenti sulla marina di Ostuni, nei confronti dei quali il sodalizio avrebbe dovuto compiere una rapina in villa, per impadronirsi di 200 mila euro in contanti; documentare e riscontrare il possesso di armi, anche da guerra, acclarato dal sequestro a carico di ignoti della pistola TAURUS .357 MAGNUM con relativo munizionamento; documentare il nuovo approvigionamento di armi a seguito del sequestro della predetta pistola, effettuato dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile; documentare la ricettazione di due autovetture. Una di queste è stata utilizzata per compiere la rapina presso la Banca Sella di San Michele Salentino mentre la seconda – nella disponibilità del sodalizio – è stata sequestrata nel corso delle esecuzioni. Dalle indagini è emerso che il sodalizio capeggiato da Barnaba e Santoro, una volta individuato l’obiettivo da colpire, era solito incontrarsi per analizzare le informazioni raccolte e approfittare magari di alcune debolezze dei gestori o dei dipendenti ivi presenti. Chiarito ciò, la fase successiva era incentrata sulla suddivisione dei compiti tra i membri della banda e sul reperimento delle armi e delle autovetture da utilizzare. Dunque due gruppi coordinati da Mariano Barnaba,  uno operativo e composto da Milone, Cantore, Tanzariello e Santoro ed uno logistico composto dai genitori  Francesco Barnaba e Margherita Borsellino e da un’altra donna deferita in stato di libertà. Gli stessi si avvalevano anche di altri soggetti, esterni all’associazione, per procurarsi informazioni sugli obiettivi e le armi da utilizzare durante gli assalti, tra cui anche Kalashnikov. Tra questi soggetti, è stato colpito dalla misura degli arresti domiciliari il cegliese Rocco Suma, indagato proprio per ricettazione e per aver, in concorso con i predetti, procurato una pistola 357 Magnum che Barnaba aveva occultato all’interno di un muretto a secco nei pressi del suo terreno (sequestrata nel corso dell’indagine dai Carabinieri). Come si evince dall’Ordinanza del G.I.P., oltre alle predette rapine perpetrate sul territorio della Compagnia di San Vito dei Normanni, numerosi sono stati i sopralluoghi documentati nel corso dell’indagine, sia presso esercizi commerciali sia presso banche e uffici postali di Fasano (BR) e Martina Franca (TA), nonché presso un’abitazione privata, ubicata sul territorio di Ostuni (BR). Per quest’ultimo piano delittuoso, la banda ha effettuato diversi sopralluoghi presso l’obiettivo da colpire che avrebbe fruttato 200 mila euro in contanti. Sempre nelle fasi dell’indagine sono emersi elementi indiziari nei confronti del medesimo sodalizio criminale, anche relativamente ad altri fatti delittuosi cruenti, verificatisi nella provincia di Brindisi. Considerata l’urgenza, l’efferatezza delle azioni delittuose poste in essere e di quelle programmate, nonché la pericolosità del sodalizio criminale, la Procura della Repubblica di Brindisi ha lavorato intensamente per chiudere il cerchio in tempi rapidissimi, depositando le risultanze al G.I.P. che ha condiviso pienamente tutta la ricostruzione investigativa e l’impianto accusatorio. Con le numerose difficoltà legate all’attuale periodo storico, sono stati assolutamente premianti la sinergia  e il coordinamento tra Procura della Repubblica e i Carabinieri poiché ogni azione dei criminali era costantemente monitorata dal Pubblico Ministero, tempestivamente riportata dai Carabinieri del N.O.R. di San Vito dei Normanni che nel frattempo, seguivano passo-passo gli indagati sul campo, con intercettazioni e pedinamenti, pronti ad intervenire rapidamente, nel caso in cui si fosse concretizzato un assalto.

 

Operazione "Cani sciolti"

Otto arresti tra Ceglie Messapica ed Ostuni

Δημοσιεύτηκε από Brindisi Oggi στις Παρασκευή, 15 Μαΐου 2020

 

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