BRINDISI- (Da Il7 Magazine) Distanziometro, pedane, dispenser con gel disinfettante e , perché no, persino uno steward da spiaggia per monitorare che non si creino assembramenti. Ecco come si prospetta l’estate al mare in tempi di Covid: un’estate blindata. Non mancherà neppure l’uso delle mascherine, obbligatorie, si intende, per gli addetti ai lavori. A poco più di un mese e mezzo dall’inizio della stagione balneare cominciano a prospettarsi i possibili scenari per recuperare una stagione che molti gestori di lidi considerano oramai, irrimediabilmente compromessa. A dirlo sono i dati di un turismo in caduta libera con centinaia di cancellazioni e prenotazioni mai pervenute. Solo a Brindisi i lidi attrezzati sono circa 23 e di questi nessuno, facendo seguito al misure del decreto antivirus per il contenimento del contagio, ha potuto ancora aprire i cancelli ed avviare la manutenzione stagionale. La Regione Puglia, dal canto suo, nonostante i solleciti da parte delle associazioni di categoria e da parte della politica, non ha ancora emanato direttive utili a capire quale sarà l’andazzo della prossima stagione. Nel frattempo l’epidemiologo Pier Luigi Lo Palco prospetta un’estate senza turisti stranieri e con un turismo solo locale, solo così dice: “ le spiagge saranno gestibili. L’importante è mantenere le distanza ed evitare gli assembramenti, fare attenzione nei luoghi d’incontro, come nei bar, immaginando ingressi scaglionati”. Del resto la letteratura scientifica spiega che con il caldo il virus si attenua: “in genere – dice l’epidemiologo – l’estate rallenta la corsa dei virus perché si vive all’aperto”. Ma se il virus con il caldo rallenta , non si può minimamente ipotizzare di mollare la stretta sulle misure di sicurezza. La Cna Balneari Puglia ha inviato al Mibact un vero e proprio decalogo per spiagge sicure ai tempi del coronavirus: “Distanziamento minimo di 3 metri e mezzo, sensi unici di marcia su 2 pedane ben distanziate e su cui non ci si incroci, dispenser con gel disinfettante, schermi di plexiglas alla cassa, prenotazioni di ombrelloni online che consentano check in veloce all’arrivo al lido”. La situazione si fa più complessa per chi ha ristoranti negli stabilimenti: le norme regionali prevedono che in 100 metri ci siano cucine e depositi, ma ora, alla luce delle norme anticontagio, gli spazi devono essere allargati: l’Oms ha calcolato quattro persone ogni 10 metri quadri”. Le strutture balneari sulla costa brindisina al momento navigano a vista e aspettano un cenno dalla Regione Puglia ed ancora prima dal Ministero della Salute. “Lo scorso anno di questi tempi avremmo già avviato i lavori di manutenzione per preparare i lidi all’apertura della stagione- spiega Antonio Monaco presidente del SIB, il Sindacato Italiano Balneari, della Confcommercio di Brindisi- la stagione estiva, notoriamente, parte a fine maggio. Ma quest’anno senza dubbio dovremo posticipare almeno di un mese. Le direttive ancora non sono chiare e il timore diffuso è quello che si vada a perdere tutti”. I gestori degli stabilimenti sono, quindi, molto preoccupati, alcuni di loro avevano già cominciato a raccogliere le adesioni e i relativi anticipi da parte dei clienti che già qualche mese prima decidono di bloccare la postazione con ombrellone e sdraio piuttosto che la tradizionale cabina. Tutto da rifare, quindi, o quasi. “Le misure regionali potrebbero imporci di ridurre il numero delle postazioni, di vietare l’accesso alla clientela esterna- spiega Monaco- e questo potrebbe dire anche restituire i soldi a chi li ha già versati perché dovremo rivedere i numeri delle prenotazioni. Una cosa è certa saranno vietati gli sport da spiaggia, elimineremo i campi da volley o da calcetto perché creano assembramento. Riducendo il numero dei posti all’interno dei lidi e rivedendo la gestione dei bar e dei ristoranti probabilmente bisognerà anche ridurre il personale e questo vorrebbe dire un danno anche per l’indotto. Considerate che ci sono 23 lidi sulla costa brindisina con 300 dipendenti, molti dei quali quest’anno potrebbero restare a casa”. La stagione estiva, così prospettata ,diventa molto più che complicata. Ecco perché in questi giorni persino la politica ha cominciato a scalpitare. La capogruppo in Consiglio regionale del M5S, Rosa Barone, e il consigliere Cristian Casilli hanno inviato una nota all’assessore regionale al Turismo, Loredana Capone: “La Regione Puglia avvii un tavolo di confronto con il ministero della Salute affinché venga immediatamente consentita la possibilità per i gestori degli stabilimenti balneari di effettuare l’attività di manutenzione ordinaria e straordinaria e di vigilanza nei lidi- hanno chiesto i pentastellati- In Puglia esistono circa cinquemila stabilimenti balneari che iniziano l’attività, come da disposizione regionale, il 15 maggio e, pertanto, già dal mese di aprile avviano i lavori di manutenzione per il ripristino delle strutture dopo i mesi invernali. Allo stato attuale anche l’attività manutentiva degli stabilimenti balneari è sospesa in quanto non ritenuta dal governo centrale attività indifferibile che deroghi ai divieti di circolazione. Sappiamo che il futuro dell’attività dell’intero settore sarà calendarizzato dai prossimi interventi normativi statali, ma riteniamo necessario che la Regione avvii una interlocuzione con i gestori dei lidi balneari”. In attesa di questa interlocuzione arrivano proposte di ogni tipo come quella di un’azienda di Modena, la Nuova Neon, che ha diffuso un progetto con barriere in plexiglass per prevenire il contagio tra i bagnanti. In un rendering, rilanciato sulla rete, si vedono lettini e ombrelloni distanziati sulla sabbia e circondati da un box di protezione. Un’idea per provare a salvare la stagione estiva, mantenendo il distanziamento sociale. Ovviamente la prospettiva di trascorrere l’estate dentro un box di plexiglass fa discutere soprattutto se si immagina il “sol leone” delle 14, quando la colonnina di mercurio sulle nostre coste sfiora i 35 gradi. “Non solo- dice Antonio Monaco- pensate anche al vento di tramontane che ci flagella tutto l’anno. Cosa ne sarebbe di questi box?!”. Ma se questa è la situazione per i lidi ancora più complessa è quella per la gestione delle spiagge libere, dove mancherebbe totalmente il controllo. Osservare le norme sui distanziamenti sarà praticamente impossibile a meno di impiegare personale specializzato. Un compito che spetterebbe ai Comuni che da qualche anno a questa parte hanno in mano la gestione delle spiagge pubbliche per conto della Regione.
Lucia Pezzuto per Il7 Magazine
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