Il Focolare: “Abbiamo rispettato le disposizioni, ma i tamponi fatti al personale dopo 10 giorni dalla richiesta”

BRINDISI –  Attraverso i legali Amilcare Tana e Michele Bonsegna riceviamo e pubblichiamo la nota del Focolare:

La società Il Focolare S.r.l. nostro tramite intende fornire alcune precisazioni al fine di contribuire a dare ogni possibile chiarimento in merito al verificarsi degli eventi.

Ebbene, la RSSA in ottemperanza alle disposizioni regionali, sin dalla comparsa a fine marzo del primo “caso sospetto” tra gli ospiti della struttura, ha preso contatto con il Dipartimento di Prevenzione della salute e con l’Azienda sanitaria locale di riferimento. Ciò, al fine di informare gli Enti competenti in merito all’evoluzione del caso “sospetto” all’interno della struttura – in attesa di esito del tampone rinofaringeo – e alle misure di prevenzione adottate. In particolare, sin dal giorno 01.04.2020 (ancor prima, cioè, della conoscenza del primo caso positivo), il Direttore Sanitario della RSA “Il Focolare” ha espressamente richiesto al Dipartimento di Prevenzione della ASL che tutto il personale sanitario e amministrativo della struttura fosse sottoposto a tampone rino-faringeo; ciò in attuazione anche delle disposizioni impartite con la nota prot. n. 7865 del 25.03.2020 del Ministero della Salute che prevede che “tutto il personale sanitario esposto sia sottoposto ad indagini (tampone rinofaringeo)”. Solo nel pomeriggio del 02.04.2020 è giunta comunicazione informale della positività al COVID-19 di una ospite che era stata ricoverata in Ospedale nei giorni precedenti Immediatamente, in data 03.04.2020, unitamente al Medico Competente, sono stati ricostruiti i contatti stretti avuti dall’ospite positiva per risalire alla catena dei possibili contagi, dandone ovviamente subito evidenza al Dipartimento di Prevenzione e all’Azienda Sanitaria Locale.

In sostanza, la RSSA – sin dalla comparsa dei primi sintomi sospetti in alcuni ospiti – ha adottato le modalità eccezionali di gestione dei residenti e degli operatori previste per i casi positivi al COVID-19.

Il personale della RSSA che era entrato in contatto con il caso confermato COVID-19 è stato, da subito, posto in quarantena domiciliare – in attesa della sottoposizione e dell’esito del tempone rinofaringeo – e sostituito con nuovo personale, al fine di garantire l’assistenza e la cura necessaria agli ospiti. A seguire, sin dai primissimi giorni di aprile, ricevuta la notizia della prima positività di un ospite al COVID-19, la società ha chiesto al Dipartimento di Prevenzione di estendere l’indagine (tampone rinofaringeo) a tutti gli ospiti e a tutto il personale dipendente. Tanto, poiché la conoscenza dell’avvenuto contagio o meno anche del personale avrebbe garantito, da un lato, di evitare di trattenere in isolamento domiciliare operatori necessari in questo particolare periodo e dall’altro di evitare il rientro in struttura di portatori di virus asintomatici. Inoltre, la RSSA ha chiesto formalmente, in più occasioni, al Dipartimento di prevenzione e all’Azienda sanitaria locale specifiche indicazioni operative sulla gestione dei casi sospetti presenti in struttura, chiedendo la collaborazione di medici specialisti, quali infettivologi e pneumologi, nonché specifiche indicazioni operative circa il trasferimento di eventuali pazienti positivi c/o strutture ospedaliere. A partire dal 06.04.2020 e nei giorni seguenti, il Dipartimento di Prevenzione ha effettuato i primi tamponi sugli anziani residenti. Solo in data 11.04.2020, in attuazione alle nuove disposizioni regionali, la ASL ha sottoposto tutti gli ospiti delle RSA ed il relativo personale a tampone rino-faringeo e, purtroppo, è emerso il numero considerevole dei positivi, divisi fra sintomatici, paucisintomatici e asintomatici. A questo punto, acclarata la grave situazione presente in struttura, la RSSA si è autonomamente attivata, chiedendo essa stessa l’intervento diretto di ASL e REGIONE: per ricevere indicazioni rispetto al trattamento sanitario e terapeutico al quale sottoporre gli ospiti: la RSSA, infatti, non può sostituirsi agli organi preposti, che hanno in carico esclusivo la cura e la gestione della salute pubblica (ASL e Regione). Ciò tanto più anche in ragione del fatto che, per disposizioni regionali, è venuto meno il supporto dei medici di medicina generale che hanno in carico i loro assistiti e che da oltre un mese non hanno accesso nella struttura per la visita diretta dei loro assistiti; per ricevere i farmaci necessari per la cura del COVID-19; per – la messa a disposizione di personale medico ed infermieristico, al fine di far fronte ad un maggiore carico assistenziale determinato dall’alto numero di pazienti contagiati dal virus.

Finalmente, in accoglimento della richiesta avanzata, giova ribadirlo, per prima proprio dalla stessa RSSA, la Regione, in data odierna, ha determinato che la ASL Brindisi, in persona del Dott. Angelo Greco, assuma il ruolo di responsabile Sanitario della RSSA ed il Dott. Pietro Gatti quello di referente degli aspetti clinici.

In questo modo potrà essere affrontata anche all’interno della stessa RSSA la cura dei soggetti positivi al COVID-19, che non richiedono lo spostamento in Ospedale.

La ASL, di fatto, affiancherà la RSSA nella gestione del delicato momento in corso, consentendo al Focolare di continuare a garantire i servizi di ordinaria gestione, quale struttura socio sanitaria, sotto il temporaneo controllo e coordinamento della Azienda sanitaria.

Tanto premesso, è doveroso rimarcare che, durante tutto il recente periodo, la RSSA ha prestato la massima assistenza agli ospiti, a mezzo del personale qualificato necessario e provvedendo, via via, alla sostituzione delle unità risultate positive e quindi poste in quarantena domiciliare. Allo stato attuale sono più di 40 le unità lavorative impegnate al Focolare.

E’ assolutamente priva di fondamento, pertanto, la circostanza secondo cui gli ospiti della struttura possano aver avvertito dei disagi provocati dalla carenza di personale che – come già chiarito – non si è mai verificata, proprio grazie al grande impegno della struttura e delle risorse messe a disposizione dalla proprietà per fronteggiare un momento così difficile.

È fondamentale precisare, altresì, che il virus è riuscito ad insinuarsi nella RSSA nonostante la stessa abbia agito, sempre, con la rigorosa applicazione di tutte le misure prudenziali al fine di evitare la diffusione di un’epidemia da Covid 19 all’interno della propria struttura e tutelare i propri ospiti e dipendenti.

In particolare, e a titolo meramente esemplificativo, la RSSA: ha, da subito, provveduto a posizionare per prudenza in auto quarantena volontaria il personale che aveva avuto contatti con soggetti e/o territori individuati dal primo D.P.C.M di febbraio; a partire dal 27.02.2020 – epoca precedente alla emanazione delle direttive governative e regionali – ha chiuso l’accesso al pubblico e le visite sono state immediatamente e precauzionalmente sospese; ha fornito a tutti i dipendenti – sia sanitari che amministrativi – i dispositivi di protezione individuale normativamente previsti: tute, visiere, mascherine FFP2-3, copricalzari, eccetera.. Tanto ha fatto sia a tutela del personale in servizio che a tutela della salute degli ospiti; ha organizzato, dallo scorso 27.02.2020, la rotazione del proprio personale, secondo gruppi di lavoro, che – avvicendandosi – potevano e possono garantire il corretto svolgimento del servizio anche in caso di emergenza e/o eventuali quarantene obbligatorie; nello stesso periodo, e ben prima delle misure disposte dalla Regione Puglia la RSA ha adottato la divisione degli ospiti per piani e piccoli gruppi, per cercare (preventivamente) di limitare la diffusione della epidemia, contagiosa; sin dalla data del 02.03.2020, il personale di struttura è stato integrato di ben 17 nuove unità tra infermieri e OSS, al fine di far fronte all’emergenza, evitare il contagio e garantire l’assistenza ai nostri ospiti. Anche, il personale di cucina è rimasto sempre in servizio, garantendo il meglio per gli ospiti, il cui menu giornaliero non ha subito alcuna variazione; lo stesso Coordinatore Sanitario della struttura – che di norma è impegnato per 3 ore di consulenza giornaliera – sin dai primi giorni di marzo è rimasto in servizio e operativo per non meno di 12 ore al giorno rendendosi disponibile a fornire informazioni di natura sanitaria ai parenti che lo richiedevano. La società si è prodigata per informare i familiari dei residenti in merito alle loro condizioni e aggiornarli in merito alla evoluzione della situazione. Tanto, per garantire la maggior comunicazione possibile tra la struttura e le famiglie degli ospiti, nonostante le grandi difficoltà che caratterizzano l’attuale emergenza sanitaria. sempre a tutela degli ospiti – proprio in conseguenza delle disposizioni adottate dalla Regione Puglia con le quali è stato ordinato ai medici di medicina generale (che hanno in carico l’assistenza sanitaria dei singoli ospiti presenti in struttura) di non effettuare visite dirette – la RSA ha messo in piedi un sistema di consultazione quotidiana con gli stessi, al fine di instaurare la migliore forma di collaborazione, nell’interesse della salute degli ospiti.

Questa, in estrema sintesi, è la cronologia dei fatti, dalla lettura dei quali riteniamo di poter serenamente sostenere che Il Focolare ha agito nel rispetto delle disposizioni di legge impartite e al massimo delle proprie possibilità nella vorticosa evoluzione della emergenza.

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