BRINDISI – Le Associazioni “B&B Network Brindisi Salento” e “B&B Terra di Brindisi”, che rappresentano la maggior parte delle strutture ricettive extra-alberghiere di Brindisi, chiedono all’Amministrazione Comunale di utilizzare le entrate dell’imposta di soggiorno incassate dal 1 giugno 2019 ad oggi per dare un concreto sostegno economico a tutte queste piccole strutture (la maggior parte familiari) classificate come Bed&Breakfast, in ginocchio a causa degli effetti catastrofici della pandemia da coronavirus.
“Le prenotazioni di marzo e aprile si sono azzerate quelle di maggio e della stagione estiva stanno subendo pesanti cancellazioni e i tempi per una ripresa si prospettano lunghi (come più volte dichiarato dagli esperti) – affermano i titolari di queste attività – Ci troviamo infatti davanti a tanti focolai in Italia e all’estero, sviluppatisi con tempistiche differenti e questo comporta che la libera circolazione delle persone, condizione essenziale perché il settore turistico ricominci a tornare alla normalità, si realizzerà non solo quando i contagi si azzereranno in ogni zona (e ciò come già detto non avverrà nello stesso periodo) ma anche quando passerà un ragionevole lasso di tempo ulteriore per metterci tutti in sicurezza, come sta avvenendo ora in Cina. Il settore turistico sarà sicuramente uno degli ultimi a ritornare alla normalità. Per ora il Governo sta mettendo in campo solo manovre dilatorie sui pagamenti e su obblighi vari, che anche questa Amministrazione sta già opportunamente implementando (come il rinvio del versamento dell’imposta di soggiorno e della TARI) e che ci auguriamo vengano integrate con una richiesta del Comune alla Regione di abolire per il 2020 l’obbligo del periodo di chiusura per i B&B familiari, per dare loro più opportunità di guadagno. Ma poiché la ripresa sarà lunga e difficile servono anche concreti sostegni alla liquidità perché queste strutture possano far fronte alle spese di gestione, altrimenti oltre 100 strutture brindisine rischiano la chiusura”.
L’auspicato utilizzo delle entrate derivanti dall’imposta di soggiorno da destinare ad aiuti al settore turistico rispetta perfettamente il vincolo di “tassa di scopo” che ha questa imposta e, per rispettare criteri di equità, l’entità del contributo alla singola struttura dovrà essere proporzionale all’entità dell’imposta di soggiorno versata dalla stessa.
“Purtroppo non è il momento di pensare al bilancio – aggiungono – ma alla salute dei cittadini innanzitutto, senza dimenticare la sopravvivenza delle famiglie e delle imprese. Il messaggio di Mario Draghi è stato chiaro: l’unica strada per uscire dalla crisi è quella dell’aumento del debito pubblico”.
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