BRINDISI- E’ stato trovato il 7 ottobre del 1762 negli scavi antistanti la trecentesca chiesa di San Paolo a Brindisi ma è stato custodito in tutti questi anni nel museo di Napoli, archiviato come un ritrovamento ad Ercolano. L’Ercole brindisino il 19 giugno tornerà a Brindisi nella sala del museo provinciale Ribezzo.
Resterà qui per 18 mesi, il suo arrivo sarà vissuto come una grande evento, sia per coloro che si sono battuti per riportarlo a casa, ma anche per chi spera che questa si trasformi in un’opportunità per rilanciare il museo. Un luogo poco conosciuto dagli stessi brindisini e che intende promuoversi tra i turisti. Il commissario prefettizio Cesare Castelli lancia l’appello affinchè la cultura diventi un valore aggiunto per l’economia in questo territorio, nello stesso tempo cerca uno sponsor privato affinche insieme al pubblico si possa lavorare per mantenere e rendere una ricchezza vera la struttura.
“La cultura dovrebbe essere il serbatoio da cui attingere anche nei momenti più difficili-afferma castelli- perché rappresenta il valore aggiunto della nostra nazione che dovrebbe farne un baluardo, invece, sempre più spesso si parla di tagli proprio in questo settore. Noi vogliamo fortemente puntare sulla valorizzazione dell’arte, dei musei, delle biblioteche e in tal senso si inserisce il successo che oggi possiamo annunciare”.
Ci studiano così alternative in tempi di crisi per gli enti locali, e il commissario non sottovaluta l’idea di pubblicare un annuncio sul famoso giornale romano Porta Portese per cercare uno sponsor, un po’ come è accaduto per il colosseo. Cercasi disperatamente sponsor. “Sarebbe un’ottima opportunità anche per i privati- spiega Castelli- per trovare un nuovo ambito di investimento con ritorni importanti in termini di visibilità”. Ed a proposito di privati Confindustria Brindisi ha collaborato nell’iniziativa dell’Ercole brindisino predisponendo delle brocure.
La statua sarà al museo per 18 mesi, poi saranno attivate le procedure affinchè il reperto resti per sempre nel luogo in cui è stato trovato. Si tratta della seconda occasione dopo quella del 2003 in cui è rimasto nel capoluogo messapico per 2 anni.
“Al di là del valore della statua –spiega Angela Marinazzo, già direttore del museo provinciale che ha seguito da vicino il caso per anni con il supporto dell’ufficio diretto da Mariangela Carulli – l’Ercole brindisino rappresenta la memoria storica di questa città ed è su questo che abbiamo puntato per poterlo riavere in esposizione a Brindisi. E finalmente anche la Soprintendenza di Napoli lo ha riconosciuto”.
“Sarà un modo per accendere sempre di più i riflettori sul museo provinciale che io invito tutti a visitare perché, oltre ad accrescere la propria cultura- commenta Emilina Mannozzi, direttrice del museo- l’arte in generale può fornire davvero ristoro alla routine quotidiana e a quelle brutture che capita di incontrare tutti i giorni”.
In conferenza stampa questa mattina c’era anche Danilo Schifo, ex presidente circoscrizionale, che da anni si batte per il ritorno della statua. Questo risultato si deve anche a lui.
Lucia Portolano
Commenta per primo