Nella SCU tornano lettere e pizzini, e comandano le donne

BRINDISI- Donne e pizzini nelle due inchieste che portano all’arresto di 37 persone del clan Romano-Coffa. Sono i retroscena di una attività svolta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Brindisi che mostra ancora una volta il ruolo di primo piano delle donne e la loro capacità di gestire gli affari della “famiglia” mentre gli uomini sono latitanti o in carcere. Le donne del clan sono una decina , una il ruolo di primo piano tocca alle mogli di Andrea Romano, ossia Angela Coffa, alla moglie di Alessandro Polito,  ossia Annarita Coffa e alla moglie di Alessandro Romano, Maria Petrachi. La famiglia Coffa, stando alle risultanze investigative, gestiva esclusivamente lo spaccio di cocaina. A casa di Annarita Coffa, denominata dagli investigatori “sinedrio” da qui il nome della operazione, passavano fiumi di cocaina che veniva poi distribuita. Angela Coffa, invece, stando alle risultanze investigative, assumeva decisioni in merito alla custodia e alla spaccio di sostanze stupefacenti del gruppo, nonché del recupero dei crediti. Maria Petrachi, moglie di Alessandro Coffa, invece, ha il compito di riscuotere i debiti, in una conversazione con un’altra donna, non identificata , riferendosi alla moglie di un debitore dice: “Ho detto solo per te, altrimenti sarebbero già andati a prenderlo tuo marito, perché quando sei segnato sui libri…” e qui la Petrachi fa riferimento ad una sorta di libro nero. Sempre stando alle risultanze investigative, gli uomini comunicavano con le donne e i loro sottoposti attraverso lettere e pizzini. I primi pizzini vengono sequestrati dai carabinieri il 13 novembre 2014. Un primo manoscritto, redatto con pennarello di colore nero, conteneva gli ordini e le indicazioni che Andrea Romano  trasmetteva ai suoi uomini circa la raccolta di denaro provento delle attività illecite poste in essere dal gruppo. Un  secondo manoscritto, redatto con inchiostro di colore marrone su di un foglio tratto da un’agenda settimanale, conteneva gli aggiornamenti sulle attività illecite che i sodali trasmettevano  a Romano per informarlo sia dell’attuazione delle sue disposizioni che delle iniziative intraprese in suo nome. Lettere, invece, sono state trovate nelle ultime perquisizioni, anche in questo caso gli indagati fornivano le direttive sugli affari ed in alcuni casi assumevano decisioni nei diverbi che potevano nascere tra gli altri affiliati come nel caso di Abele Martinelli che in una intercettazione  rivela a Enrico Mellone di aver ricevuto una lettera da Alessandro Coffa con disposizioni a lui favorevoli a seguito di uno scontro con Annarita Coffa, sorella di Alessandro: “Ora è andato contro Anna, contro Annarita, ha detto stanno bruscando tutti che mi ha mandato la lettera!!”.

BrindisiOggi

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