BRINDISI – Crisi del porto di Brindisi, l’onorevole di Forza Italia Mauro D’Attis presenta un’interrogazione al ministro delle Infrastrutture e trasporti Paola De Micheli che questo pomeriggio sarà anche a Brindisi.
Già il 18 novembre 2019 D’attis aveva presentato un’interrogazione a risposta scritta al Presidente del Consiglio dei Ministri ed al Ministro dello Sviluppo Economico rappresentando la grave crisi in atto nel porto di Brindisi dovuta essenzialmente all’insistente attuazione della trasformazione dell’economia industriale del territorio legata essenzialmente al processo di “decarbonizzazione” delle centrali termoelettriche in corso.
“ Una possibile, parziale, risposta – afferma D’Attis- potrebbe giungere da una adeguata programmazione di investimenti infrastrutturali volta ad accompagnare la transizione, mirata ad affrancare lo scalo dal prevalente servizio alla grande industria in favore di un più congeniale e sostenibile assetto multifunzionale dedito alla logistica, in linea peraltro con la grande vocazione storica del porto di Brindisi. Detta azione, in parte posta in essere dalla competente Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale, sconta nell’ultimo periodo una notevole difficoltà nella definizione dei procedimenti di approvazione dei progetti che impedisce evidentemente la concretizzazione degli investimenti, finanziati peraltro da fondi dell’Unione Europea (Interreg, POR FESR, PON) la cui stretta temporalità, dettata dai rispettivi programmi, è già ampiamente se non definitivamente compromessa. In particolare, da ultimo, il Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche Campania Molise Puglia e Basilicata, ha sospeso, di fatto, ogni procedimento autorizzativo alla esecuzione dei lavori fino alla approvazione del nuovo Piano Regolatore Portuale condizionando i detti interventi alla stesura di una nuova pianificazione i cui tempi, notoriamente ampi e non definibili a monte, annullerebbero ogni aspettativa di breve termine, pur non ricorrendone le fattispecie poiché ritenuti coerenti con l’assetto funzionale vigente. Non appare rispettosa delle previsioni di legge la posizione assunta dal competente Provveditorato di poter ritenere un piano regolatore portuale non più vigente e di chiedere dunque per la realizzazione di qualsivoglia opera, anche la più minima (come ad esempio il potenziamento di infrastrutture già esistenti) il ricorso a preventive procedure di variazione degli atti pianificatori. I piani regolatori portuali vigenti alla data di entrata in vigore della presente legge conservano efficacia fino al loro aggiornamento, da effettuare secondo le disposizioni di cu all’art. 5”. La impostazione del Provveditorato risulta quanto meno discriminatoria per il porto di Brindisi, visto che esso non è affatto in situazione differente rispetto a tanti altri porti nazionali retti tuttora da piani riferiti a leggi antecedenti la L. 84/94 e dove, ordinariamente, vengono realizzate opere pubbliche, sebbene non previste puntualmente nei detti piani, senza cioè che le stesse vengano condizionate dall’obbligatorietà di nuova pianificazione; se è a conoscenza di detta siffatta situazione e quali iniziative il Governo ha predisposto o intenda predisporre al fine di sbloccare concretamente il grave conflitto istituzionale venutasi a creare”.
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