BRINDISI-Equipe medica aggredita, i familiari di un paziente interrompono un delicato intervento chirurgico. Ennesimo episodio di violenza nei confronti di una intera equipe sanitaria la sera del 30 gennaio al “Perrino” dove una sala operatoria è stata interrotta dai familiari di un paziente che avevano prima strattonato il medico di guardia in reparto e poi preteso la presenza del primario che stava operando fino a raggiungere la sala operatoria e fermare l’intervento chirurgico in corso. Questo è quanto avvenuto presso il reparto di Chirurgia Vascolare e la relativa sala operatoria in spregio ad ogni principio di sicurezza degli operatori sanitari e dello stesso paziente sottoposto ad intervento chirurgico. Il primario stava operando insieme ad altri due medici un paziente che era stato colto da aneurisma. Il dirigente medico Gabriele Maritati ha sporto denuncia.
Ai colleghi che hanno subito violenza il Presidente dell’ordine dei medici, Arturo Oliva, ha espresso ogni solidarietà e vicinanza da parte della categoria medica e l’incoraggiamento ad essere forti e risoluti nella propria attività
Oliva ribadisce l’impegno dell’Ordine a sollevare e denunziare ogni episodio che “toglie tranquillità ai sanitari in ogni campo e settore della medicina però con questo episodio si può dire che la misura è colma”.
“La Direzione Generale della ASL e la propria Area Tecnica sono chiamati a mettere in sicurezza gli operatori sanitari con interventi ed attività di cui si è in attesa da anni (Il ripristino del punto di pronto intervento di Polizia nel nosocomio per tutte le 24 ore, le porte delle sale operatorie blindate e chiuse, videocitofoni, telecamere, ecc.)- dice l’ordine dei medici- Gli operatori sanitari del “Perrino”, esasperati dai troppi episodi di intolleranza e prevaricazione e dai cronici ritardi nell’attivazione di detti interventi tecnici, potrebbero arrivare a clamorose decisioni fino ad astenersi dalle attività sanitarie in quei posti dove non ricorrono le minime condizioni di sicurezza prima descritte. Si sollecitano anche le autorità competenti, in particolare la Prefettura, ad operare interventi risolutivi”.
Alberta Esposito
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