BRINDISI – ( da Il7 Magazine) Dopo oltre sessanta anni chiude il reparto di Ostetricia della Clinica Salus di Brindisi. Un reparto storico per tutta la provincia che ha fatto nascere migliaia di bambini, una media di 700 all’anno. Una scelta economica, così è stata motivata dai vertice della clinica convenzionata, la decisione di chiudere il punto nascita dal primo gennaio 2020. In tutto il territorio provinciale restano solo due punti nascite: l’ospedale Perrino e il Camberlingo a Francavilla Fontana. L’ultima bimba nella struttura di via Appia è venuta alla luce il 20 dicembre. Maria è nata con un parto cesareo dopo due giorni di travaglio.
Una bellissima bambina bruna di 3,600 grammi. È stata dimessa il 23 dicembre, dopo il suo saluto il reparto ha smesso di funzionare. A firmare l’ultimo attestato di nascita è stata Marcella De Marco, ostetrica brindisina che da 20 anni lavora alla clinica Salus. La donna ha 51 anni, da 30 fa l’ostetrica, nove trascorsi a Torino, uno a Taranto e il resto a Brindisi. “Sentimenti controversi – racconta l’ostetrica – da una parte la gioia della nascita di una nuova vita, dall’altra la fine di lungo percorso. Ho pensato in quel momento che sarebbe stato l’ultimo bambino che avrei visto nascere, almeno nel mio ruolo professionale”. Gli ultimi giorni per il personale del reparto sono stati molto dolorosi. “Abbiamo trascorso momenti bruttissimi – aggiunge – È come abbandonare un bambino con la consapevolezza che non lo vedrai più. Quello dell’ostetrica è un lavoro straordinario: la felicità di veder nascere una nuova vita e la responsabilità della vita di due persone. Ora tutto questo non ci sarà più”. In reparto lavorano 8 ostetriche, una coordinatrice 10 medici (diminuiti negli ultimi tempi), 5 infermieri professionali e 4 ausiliari. Ora saranno smistati per gli altri ambulatori della clinica. Resta comunque il reparto e l’ambulatorio di Ginecologia. I sindacati CGIL, Cisl e Uil delle Funzione pubblica hanno lanciato l’allarme sulla questione occupazionale. La proprietà avrebbe licenziato alcuni dei dipendenti. “Non accetteranno passivamente questo provvedimento e faranno di tutto – affermano le organizzazioni sindacali – affinché vengano esperite tutte le iniziative possibili per custodire il posto di lavoro ai lavoratori interessati”. Intanto tutte le ostetriche tranne una sono salve. “Fortunatamente il nostro diploma – spiega Marcella De Marco – ci permette di svolgere anche la mansione di infermiera professionale. Un tempo per le due professioni era previsto un unico diploma. Purtroppo non è stato così per una collega”. Marcella De Marco è arrivata alla Salus nel 2000, quando il reparto di Ostetricia era stato da qualche anno ristrutturato, ed aveva una nuova gestione diretto dal primario Eugenio Caroli Casavola. “Era una bomboniera – spiega – c’era la massima attenzione a tutte le donne senza alcuna distinzione. Quando si fa un lavoro come il nostro bisogna avere tanta pazienza, in quel momento le donne soffrono, e c’è quel delicato istante in cui da figlia si diventa mamma. Bisogna creare empatia. È un’emozione grande, bisogna accorciare le distanze e creare un feeling. E sino a quando il bambino e la sua mamma non sono finalmente in stanza non si può tirare un sospiro di sollievo”. Alla notizia della chiusura del reparto tante donne che hanno partorito alla Salus hanno lasciato sui social commenti di disapprovazione e di dispiacere. “È stato commovente leggere tanto affetto e tanti attestati di stima – commenta l’ostetrica – In tanti ci fermano per strada e ci chiedono come faranno e dove andranno ora. E poi fa sempre emozionare vedere i tanti bimbi che abbiamo fatto nascere e che ora hanno circa 20 anni”. Tra i ricordi, Marcella De Marco ne custodisce uno in particolare, quello di una donna che ha partorito qualche mese dopo aver perso suo marito. “C’era questa donna straordinaria – racconta – alla quale era morto il marito poco dopo essere rimasta incinta. Era sola e mentre nasceva il suo bimbo piangeva di gioia, ma nello stesso tempo era distrutta dal dolore per la grande mancanza. Io quella scena non riesco a dimenticarla”. Ma nella sua lunga esperienza ci sono anche le tante ragazzine che hanno messo alla luce i loro piccoli. “Negli anni c’è stato un ritorno di ragazze molto piccole, di circa 15 anni, che hanno partorito – aggiunge – In quel caso ci vuole tanto affetto, le vedi così piccole tanto quanto i loro bambini”. Ovviamente non sono mancati i giorni difficili, quelli in cui davanti alla morte di alcuni neonati ci siamo sentiti inermi. È capitato purtroppo che le mamme arrivassero e il battito non ci fosse più. Ed è terribile avere la sensazione di non poter fare nulla”.
Finiscono così i 60 anni di questo reparto. Ancora non si conosce cosa ne sarà di quelle stanze del terzo piano, ma una cosa è certa non ospiteranno più neonati. “Spero solo che le donne – conclude l’ostetrica – possano trovare un luogo accogliente e familiare in altre strutture e che possa essere concessa loro la libertà di poter decidere di non soffrire durante il parto. Spero che anche nelle strutture pubbliche della nostra provincia sia attivata la partoanalgesia. È un diritto nel momento più bello della vita”. La clinica Salus infatti era l’unica sul territorio provinciale a garantire alle neomamme il parto indolore, anche se a pagamento. Dopo la notizia della chiusura del reparto e la battaglia portata avanti dalla coordinatrice cittadina di Forza Italia Livia Antonucci, la Asl di Brindisi ha assicurato che da gennaio la partolanalgesia sarà praticata anche all’ospedale Perrino che sino ad oggi non aveva ancora attuato il piano regionale.
Lucia Portolano
Ho partorito lì da qualche mese col mio ginecologo Eugenio Caroli Casavola (è grazie a lui che oggi ho tra le braccia il mio tesoro) e mi sembra assurdo chiudere un reparto che funziona così bene!!queste sono le ingiustizie del nostro territorio!chiudere strutture ben funzionanti per dirottarci nei pochi ospedali pubblici che molto spesso mal funzionano!!
Mi dispiace per la Salus dove ho lavorato per 15 anni, ma sopratutto per i brindisino che perdono così alte professionalità
Ho partorito il mio secondogenito alla Salus nel dicembre 2018…. Sono stati fantastici!!!!
Nooo….la mia primogenita è nata lì…e nonostante era quasi 24 anni fa era una meraviglia di reparto!!! Mi sono stati tutti di grande aiuto!! La chiusura di questo reparto è una grande perdita x la città!!
Un esperienza meravigliosa x me . Ho partorito senza alcun dolore affiancata dal mio bravissimo ginecologo dottor Casavola e da ostetrica e infermiere professionali. Sono davvero dispiaciuta della chiusura del reparto di ostetricia.
È un vero peccato. Siete stati fantastistici. Professionalità, bravura, comprensione, confort… per me il top.
L’ostetrica storica della salus dagli anni 60/85 è stata la signora Quarta Pasqua che ha fatto nascere piu di 1000 banbini.
Professionale…… del tutto ❤