BRINDISI – Finisce un incubo per Giampaolo Zeni, ex presidente dell’Ordine dei commercialisti di Brindisi. Per lui arriva l’assoluzione con formula piena dalla Corte d’Appello. Era imputato per falso e concorso in bancarotta in qualità di esperto attestatore nel concordato di una società coinvolta in una indagine per riciclaggio di denaro sporco per la Sacra corona unita. Zeni era stato condannato in primo grado a un anno e otto mesi dal gup di Lecce. Il suo nome figurava nell’inchiesta della Dda di Lecce e della procura di Brindisi che portò nel marzo del 2013 all’arresto di 19 persone da parte della guardia di finanza di Brindisi. Tra gli arrestati anche Albino Prudentino, ritenuto elemento di spicco della Scu. Zeni, che era stato posto agli arresti domiciliari, secondo l’accusa pur essendo perfettamente a conoscenza delle reali intenzioni fraudolente, avrebbe certificato la solidità di una società, la Fast Service Line riconducibile secondo l’accusa alla famiglia Prudentino, inducendo cosi il Tribunale ad ammetterla alla procedura di concordato preventivo. Le accuse degli arrestati erano a vario titolo di riciclaggio e trasferimento all’estero di ingenti capitali, impiego di denaro di illecita provenienza, bancarotta fraudolenta, emissioni di fatture per operazioni inesistenti, oltre che di favoreggiamento di attività malavitose condotte da esponenti della Sacra Corona Unita.
“La scelta della Corte di Lecce – dichiara all’Ansa l’avvocato di Zeni, Francesco Paolo Sisto – sancisce la assoluta correttezza comportamentale del professionista, per decenni presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Brindisi, che fin dalla iniziale fase cautelare e mediatica aveva protestato tenacemente la sua estraneità ai fatti contestatigli. Ci è voluto del tempo, ma alla fine a Giampaolo Zeni è stato riconosciuto quanto in suo diritto”.
BrindisiOggi
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