BRINDISI- Navigando sul web abbiamo trovato questa lettera sul blog di una ragazza brindisina. Un modo per promuoversi, per cercare un lavoro in una provincia dove il tasso di disoccupazione giovanile sfiora il 60 per cento. Questo pomeriggio a Brindisi alle 18 ci sarà l’inaugurazione de La Feltrinelli. Visto l’occasione pubblichiamo integralmente lo sfogo, la tenacia, la voce e il sogno di questa giovane donna.
“Cara LaFeltrinelli
Sono Valeria, ho 28 anni vivo a Brindisi, sono laureata con 110 e lode, sono automunita e cervellomunita, e il mio sogno è lavorare per te.
Da circa 6 anni, ogni mese ti mando il mio curriculum aggiornato con tanto lettera di presentazione megagalattica, dopo queste epistole, che neanche il giovane Werther, pensavo che almeno mi avresti fatto una denuncia per stalking ma niente…non mi pensi e soprattutto non mi vuoi.
Io mi chiedo perchè non mi vuoi? Visto che alle mail non rispondi, ho pensato di scriverti sul mio blog nella speranza che quando (in un attacco di egocentrismo) scriverai il tuo nome su Google uscirà il mio bloggino.
Cara Feltrinelli, perchè non mi vuoi? Sono anni che acquisto da te, ho anche acquistato delle vere e proprie cacate senza mai pentirmi di averlo fatto; calcolando che la Mia libreria nella Mia cameretta conta molti tuoi libri ed il 30% sono delle accozzaglie di parole (diciamo che 100€ te li ho interamente regalati), solo per questo merito di essere ascoltata.
Per non parlare di quello che ho sentito in una delle tue LeLibrerie: un giorno mentre ero in un attacco giallesco, entro in una LaFeltrinelli e ho chiesto a la commessa un libro di Fruttero&Lucentini e la ragazza mi ha chiesto se Lucentini fosse il nome di Fruttero. Oppure quando un gentiluomo ha chiesto, ad un altro il commesso, Macbeth e il ragazzo gli ha chiesto chi fosse l’autore di questo libro. Sembrava di essere nel film Santa Maradona, solo che da ridere ho trovato ben poco.
Cara LaFeltrinelli,
io sono la dipendente che hai sempre cercato e che non hai mai trovato, ho anche la faccia da secchiona letterata mischiata a quella da serial killer (come so vendere i gialli io, nessuno mai). Sono gentile ed educata, non sono laureata in lettere (qualifica che, in qualche leggenda metropolitana, si dice si dovrebbe avere per lavorare per te), ma in Servizio Sociale. Ci so fare con le persone: da come si vestono capisco che libro andrà bene per loro. Sono anche disposta a consigliare Moccia, (se proprio devo…). Io nella vita ho un pò di sogni, uno di questi è lavorare per te, anche uno stage, pagami in libri, voglio respirare libri e nutrirmi di essi, è la cosa che mi riesce meglio…
Ho guardato la luce verde da una finestra, fuori da una chiesa mi sono chiesta “a che punto è la notte”, ho viaggiato in moto per le strade d’America, e ho giocato a Pallastrada in un orfanotrofio, ho ucciso la mia amante, ho conosciuto una gattara romana, ho percorso l’ultimo Miglio e per non farmi mancare niente in soffitta c’è un mio ritratto che invecchia per me.
Questo è il mio ennesimo curriculum che però, a differenza degli altri, non andrà a finire nella cartella Spam delle tue mail.
Nell’attesa di una tua positiva risposta, ti porgo DISTINTI SALUTI.
PS: FOSSI IN TE MI ASSUMEREI!
Lettori del blog VI CHIEDO AIUTO, condividete la mia lettera “disperata”, diamogli voce…spargiamo la voce…facciamola girare, magari qualcuno la legge e accade il miracolo..”
Brindisioggi
Cara Valeria,
c’è una piccola libreria a Trento, vicinissima a Piazza Duomo, nel pieno centro di Trento, gestita da due sorelle piuttosto anziane. Una è morta da poco, ma la sorella non demorde. Come te.
Perché con quei 100€ non spesi alla Feltrinelli non passi di lì e ti proponi?
Persone così determinate le vorrei avere anch’io al mio fianco.
Buona fortuna
Mara
è ancora valido questo post? lo legge ancora qualcuno?
Valeria io non so tu chi sia, ma voglio conoscerti (almeno virtualmente intendo). Ho scoperto solo ora la tua storia e sarei curioso di sapere com’è finita. Spero ci sia stato il lieto fine, anche se non con Feltrinelli almeno in generale…
Ti lascio un saluto.
Carmine.
Carissima, per esperienza personale ti dico che alla Feltri non prendono chi ha letto tanti libri ma chi sa fare la commessa, cioè vendere. Sai perché non prendono un 110 e lode a fare la commessa? perché sanno che scapperesti a gambe levate dopo molto poco. Il lavoro è monotono e ripetitivo, dopo un po’ ti ritrovi a pensare che se erano patate e non libri faceva lo stesso, tanto tu devi solo vendere. C’è solo una minuscola percentuale di persone che viene da te a discutere amabilmente di libri, tutti gli altri ti chiedono dove sono le 50 sfumature di grigio (anche se ce l’hanno di fronte al naso). E a quella minuscola percentuale tu non hai nemmeno il tempo di rispondere perché sei incalzata da una fila di 7 persone alla cassa che ti insultano perché sei lenta a servire. Non avresti mica il tempo di fare la libraia romantica persa tra gli scaffali o a intrattenere per ore i tuoi clienti sulle ultime novità, perché il tempo è denaro e tu non ne stai facendo fare abbastanza all’azienda. Smettiamola di credere che sia il tempio degli intellettuali, NON è così, te lo assicuro. Ah, ti piace lavorare fino alle 21, 22 o anche 23? e i sabati? e le domeniche? e le feste? niente più pasquetta con gli amici, niente più baldoria il sabato sera, niente più feste di Natale o Capodanno… bisogna fare scontrini, altro che feste!! spero che un giorno ti prendano e ti renda conto della realtà, che è molto meno romantica dei tuoi sogni credimi.
Però, cara Valeria, po’ si scrive con l’apostrofo e non con l’accento. Tutti i libri che hai letto non te lo hanno ancora insegnato.
E, forse, un’altra cosa che dovresti imparare è che Feltrinelli non è sempre sinonimo di qualità, che esistono ottime librerie indipendenti, eccellenti piccoli editori, scrittori sconosciuti ma bravissimi che Feltrinelli non pubblica e non vende e che tu non leggerai mai, semplicemente perché preferisci acquistare in un asettico supermercato del libro piuttosto che nel mercatino di zona.
Medita cara Valeria, medita. E sii meno qualunquista e retorica.
specificare che ha 110 e lode significa che ha più diritto di altri di lavorare? o che è più intelligente?
anche io sono cervellomunito e mi piacerebbe lavorare in libreria, e se vogliamo parlare di quanto ho speso, altro che 100 euro, ma almeno 1500 in due anni – tutti di filosofia, e nessuna accozzaglia di parole, ma filosofi di tutto rispetto. io di anni ne ho 24 e non 28 e nessuna laurea, valgo di meno?
condivido però la voglia di pagarmi in libri
Mi accodo al commento di Marco e aggiungerei un “diamoLE voce”. Lettera è femminile.
Auguri.
Ragazza dalle ambizioni scarse, visto che tutto il suo sogno e di fare la dipendente della Libreria Feltrinelli di Brindisi. Tra l’altro anche presuntuosa e arrogante: perché la Feltrinelli tra le centinaia di curricula che le arrivano dovrebbe prendere proprio lei e non un’altra persona bisognosa?
Consiglio alla improvvida di cambiare totalmente mentalità (visto che dichiara finanche di essere cervellomunita) altrimenti è sicuro che rimarrà a spasso per un bel po’ di tempo.
Condivido in pieno con Dan il Ribelle. Poca umiltà e molta presunzione. Tra l’altro non capisco perché tu debba “essere ascoltata” solo perché hai acquistato montagne di libri alla Feltrinelli.
Ah, a proposito, Miss 110 e lode (nonché venditrice ideale) : “perché” vuole l’accento acuto e non grave come hai scritto tu. Di più, “po’” vuole l’apostrofo e non l’accento (come hai scritto tu), poiché si tratta di troncamento.
Forse capisco perché non ti hanno presa.
Per anonima che ha potuto scegliere: già da ieri ho riportato il tuo commento da me e ne ho fatto un post a parte, perché la situazione che tu denunci mi pare fin troppo diffusa, e sarebbe bene fosse nota ai nostri ragazzi in cerca di occupazione.
Copio anche qui il mio commento alla lettera di Valeria sperando che le mie parole possano essere d’aiuto a capire una realtà che non è idilliaca come sembra.
Io come altri miei colleghi siamo stato costretti a dimetterci per salvaguardare la qualità della nostra vita poiché l’ambiente lavorativo in quest’azienda, soprattutto nei megastore, è pessimo. Alcuni non hanno avuto la fortuna, come me, di trovare un altro lavoro o di avere il supporto economico necessario per rinunciare allo stipendio feltrinelliano che, almeno fino a pochi anni fa, arrivava puntuale ogni mese (ora anche questa azienda è in difficoltà perché il mercato di libri e cd da tempo non funziona).
Ho lavorato 9 anni alla Feltrinelli, all’inizio al Nord per circa 2 anni e poi al centro dove mi sono trasferita per scrivere la mia tesi. In lettere Moderne. Lavoravo il venerdì dalle 14 alle 21, il sabato dalle 14 alle 22 e la domenica dalle 10 alle 21 in cassa. Ero in un punto vendita molto affollato e il lavoro in cassa era molto faticoso, soprattutto perché durante il we le file sono infinite (ora con la crisi non è più così) e perché durante la settimana studiavo o facevo un altro lavoro (dopo la laurea). Non c’è stato modo di avere ogni tanto una domenica o un sabato liberi, magari con un cambio turno: per farlo avrei dovuto firmare “la flessibilità” grazie alla quale loro avrebbero soltanto ottenuto di spremere ancora di più le mie energie.
La Feltrinelli sfrutta i lavoratori fino al limite del lecito. Arriva al confine ma sa benissimo come non superarlo mai. E comunque, si sa, le cause di mobbing contro aziende così grandi non esistono: se anche un dipendente avesse la forza di portarle avanti finirebbero con un patteggiamento e non con una condanna.
Alla Feltrinelli quando assumono cercano di fomentarti e indottrinarti facendoti credere di fare parte di una grande famiglia che vende cultura. Non è vero. E non è vero che se sei laureata in Lettere sei la persona adatta a lavorare in libreria: più sei competente e più sei una minaccia per lo stile “megastore” con le sue esigenze perché facendo anche due chiacchiere sul libro che stai vendendo con un cliente perdi la possibilità di venderne un altro al cliente che aspetta. Per non parlare del fatto che ti è richiesto di “indicare” il posto in cui il cliente può trovare il libro invece di perdere tempo accompagnandolo e consegnandolo. E ovviamente quali libri è meglio consigliare? I best seller, tomoni appena usciti che la Feltrinelli ha ordinato in un numero di copie sufficiente a farci dei divani perché quelli sono i libri che le case editrici vogliono vendere, non certo l’edizione economica del Mestiere di Vivere di Pavese o La Locandiera di Goldoni o Un Dramma Borghese di Morselli!
Ovviamente il libraio non può nemmeno incidere sull’assortimento della libreria, svolgendo un ruolo di “educazione alla lettura”! No! È tutto automatico! Ma come è possibile che il lettore di Bari abbia le stesse esigenze di lettura, gli stessi gusti di quello di Padova, dove ci sono determinate realtà universitarie e stili di vita differenti? Sarebbe bello seguire le esigenze tipiche di culture e città che sono italiane ma hanno tradizioni e abitudini uniche! Invece no: da nord a sud da est a ovest ci accoglie sempre la stessa vetrina, gli stessi divani fatti di Dan Brown!
Livellamento culturale. E non a caso le Feltrinelli vendono cioccolata, gomme da masticare, occhiali da sole, ricariche telefoniche, tra un po’ anche i biglietti dell’autobus e i grattaevinci. Sottomissione della cultura alle esigenze di mercato. Il tutto all’ombra del credito dato da un uomo morto su un palo per degli ideali.
Meglio non essere laureati in Lettere per lavorare serenamente alla Feltrinelli.
Vorrei scrivere 2 parole in favore della candidata Valeria che mi pregio di conoscere personalmente da diversi anni e della quale ho apprezzato l’intelligenza vivida, la duttilità nel sapersi adattare alla sgradevole situazione lavorativa del sud con il sorriso accettando di svolgere arti e mestieri di tutti i tipi per staccar si da mamma e papà. Ho avuto altresì modo di apprezzare quella sua parte geniale che la rende anche non appiattita su regole superflue e mi ha profondamente colpita la sua passione per i mappamondi che colleziona in notevole quantità. Tanti piccoli e grandi globi che dicono quanto grande sia lo spazio in lei da dedicare alla vita ed agli altri, un universo di allegria, emozioni e saggia ironia che la rende davvero diversa. Pronta a lasciare tutto per inseguire un sogno, è la candidata ideale, visto che voi, i sogni, li vendete in formato cartaceo. Rende certamente questo nostro mondo migliore con la sua presenza. Con i miei migliori saluti. Annamaria Delli Noci
Cara Valeria, vista la bella mano e l’ironica intelligenza, scrivi! Fai pubblicare i tuoi scritti,ma non da Feltrinelli! Noi apprezzeremo. Buon lavoro!
Se lavorassi da LaFeltrinelli, sareste i clienti che vorrei avere! Ma purtroppo, per adesso, da LaFeltrinelli spendo i miei pochi soldi guadagnati facendo la baby sitter…Continuerò a lottare e a crederci nei miei sogni, sorridendo come ho sempre fatto e con tanta tanta ironia. ROSSELLA sono andata via da qui e ci son tornata, perchè tutto il mondo è paese e quello che c’è qui è uguale ance dalle altre parti. se ogni tanto volete farvi 4 risate questo è il mio blog http://ladisoccupazioneingegna.wordpress.com/,LADISOCCUPAZIONEINGEGNA perchè se come diceva DeAndrè dai diamanti non nasce niente dalla letame nascono i fior..speriamo che da questa “crisi” che ogni giorno ci fa il “Mazzo” nascano solo mazzi di fior!!!!
Complimenti per la lettera, anch’io sono una povera disperata che manda 1000 CV all’ONU e zero considerazione. Altro che quote rosa !
Eppure sono laureata in Cooperazione internazionale…
Ma come è stata processata la selezione dei nuovi fortunatissimi dipendenti de Lafeltrinelli ?
Sono anche io di Brindisi. La tua lettera è grandiosa e credo sia scritta da una mano che mi piacerebbe stringere! Non ti arrendere all’indifferenza e alla stupidità; attributi che accompagnano la vita di molti dei nostri coetanei. Spero riuscirai a cavalcare il tuo sogno….
Cara Valeria ,
la cover letter del tuo CV è accattivante, ironica, provocatoria, un buon Direttore della Risorse Umane ne dovrebbe tener conto, sempreché l’urgenza maggiore, in questa fase, non sia anche per lui quella di licenziare anziché assumere. Per anni mi sono interessato anch’io di Gestione e Sviluppo delle Risorse Umane. Uno dei meriti che mi veniva riconosciuto era quello di saper scegliere i candidati migliori. Ciò che orientava le mie scelte non era tanto il voto di laurea quanto la determinazione del candidato , la sua capacità di comunicare in modo chiaro, assertivo, ironico. Non perdere la fiducia in te stessa. Quest’ultima modalità di proporti scrivendo una lettera sul tuo blog potrebbe essere quella determinante. Vorrei suggerirtene anche un’altra , un po’ onerosa ma con discrete possibilità di successo: fai una copia di tutte le tue lettere e del tuo CV, recati presso la sede centrale della Feltrinelli, chiedi di parlare con il Responsabile delle Risorse Umane. Non ti far dissuadere da una efficiente ma distaccata segretaria di direzione, resta lì finché non ottieni udienza, racconta la tua storia. Mostra ottimismo , sorridi, guarda il tuo interlocutore negli occhi, ed attendi. Sono convinto che la tua insistenza e straordinaria motivazione a far parte della Feltrinelli sarà premiata . Se così non fosse, aggiungi anche questo capitolo alle tue peripezie di giovane laureata, con il massino dei voti, alla disperata ricerca di lavoro. Ne potrebbe venir fuori un bel libro e chissà che non possa interessare proprio la Feltrinelli…
Cara Valeria
La tua determinazione è davvero ammirevole. Mi ricordi molto la protagonista del film “certamente, forse”. Parla di una giovane che gestisce una libreria di famiglia ed è costretta a chiudere perché accanto apre un megastore. Lei lamenta proprio le tue stesse cose. I dipendenti del.megastore sono per nulla competenti, poco disponibili. Quindi ti faccio un grande in bocca al lupo e spero anzi sono sicura che la vita ti darà ciò che cerchi. Sei una ragazza molto determinata. E questo che noi giovani non dobbiamo spegnere l entusiasmo di costruirci un futuro migliore anche in tempi difficili. Poiché i commenti risalgono al 2013 spero che il miracolo sia già avvenuto. Forza E Coraggio.
Cara Valeria,
purtroppo in Italia, e qui al Sud in maniera più sconvolgente, chi lavora è chi ha, nel 90% dei casi, qualche santo in Paradiso a cui rivolgersi e che ha compiuto la grazia. Intelligenza, professionalità e dedizione sono parole totalmente sconosciute al vocabolario dei più. Solo qui ho visto gente che lavora in ufficio di fronte al pc che a mala pena sa accendere o sollevare la cornetta del telefono e rispondere come se la chiamata fosse giunta al proprio telefono di casa. Tanta rabbia e sdegno, ti capisco…ti consiglio di non foraggiare più l’apprezzata anche dalla sottoscritta Feltrinelli, ma le prossime 100 euro utilizzarle per comprare un biglietto aereo ed andare via da qui.
In bocca al lupo
Penso che sia la commessa che chiunque entri in libreria spera di trovare. Disponibile, competente, paziente, osservatrice e discreta….e soprattutto appassionata del suo lavoro….. medita la Feltrinelli …… medita….. 🙂
LaValeria ha pienamente ragione solo che lafeltrinelli di brindisi nn è un megastore, quello che invece sta per esseci a Lecce. Qua le cose si complicano perchè anche a Lecce hanno già fatto i colloqui mandando gente tipo “figli di papà” ecc. Detto questo viviamo in una società dove c’ è massoneria e una raggazza nn è libera di vivere e lavorare con meritocrazia nella propria città.