Ferrarese al Ministro Patroni Griffi: “Accorpamenti delle Province, con pari dignità”

Snim 2024

BRINDISI- Massimo Ferrarese,vice Presidente Nazionale delle Province Italiane, nonché Presidente della  Provincia di Brindisi, ha incontrato questo pomeriggio il ministro alla Pubblica Amministrazione ed alla Semplificazione Filippo Patroni Griffi. “Funzioni decentrate alle Province, elezione diretta del Presidente della Provincia, accorpamenti senza mortificazioni e, quindi, con pari dignità”, ha chiesto Ferrarese al Ministro “solo in questo modo i servizi ai cittadini potranno essere garantiti direttamente da un Ente che deve continuare ad avere il coordinamento dei Comuni”. Per quanto riguarda gli accorpamenti di Province di pari dimensioni, Ferrarese ha, inoltre, evidenziato il fatto che non può esserci egemonia da parte di nessuno. Il Ministro ha condiviso il concetto secondo cui due Province da accorpare non possono che mantenere pari dignità nel processo di fusione. “Aspettiamo con fiducia che si esprima la Corte Costituzionale – ha concluso il presiedente – nella speranza che da un iter lungo e tortuoso possa scaturire un risultato che dia forza e servizi ai cittadini e contestualmente contestualmente conservi la piena dignità dei territori, salvaguardando l’economia e le peculiarità”.

                                                                                                                                                                                                            La Redazione

AVG Teorema

1 Commento

  1. abbiamo eletto sindaci, presidenti di provincia, consiglieri e parlamentari perché rappresentino le comunità e tutelino il territorio, non per offrir loro una comoda poltrona dalla quale meditare il salto verso qualche altra postazione. Oggi i politici sembrano pronti ad accodarsi al corteo funebre del Salento, come parenti lontani che piangono lacrime di coccodrillo in attesa di spartirsi l’eredità. Dobbiamo guardare al futuro, alle nuove generazioni, a dare speranza ai giovani che studiano per lavorare, non per fare i disperati o gli emigranti. Se non li aiutiamo noi, chi lo farà?

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