Sfruttamento nei campi, in tre mesi tre arresti e 15 denunce

BRINDISI- (Da Il7 Magazine) Lavorano un anno intero, per 5 euro all’ora, nei campi di carciofi, meloni e pomodori, ma sulla carta vengono dichiarati per soli pochi giorni. Troppo pochi per ottenere il rinnovo del permesso di soggiorno o il diritto alla disoccupazione. In alcuni casi il padrone è disposto a dichiararli per 152 giornate, quante ne servono per la disoccupazione: gli stipendi vengono versati con bonifico bancario, ma una parte di quei soldi il padrone li vuole indietro. Un ricatto per lavorare, per ottenere un diritto e per restare in Italia. Dietro a quei ragazzi che la mattina alle 5 con le loro biciclette attraversano le vie della città per recarsi sui campi ci sono storie di ingiustizie, di sfruttamento e di ricatti. Non tutte le storie sono uguali, ci sono anche tanti imprenditori agricoli che rispettato la legge e le persone ed è per questo che sono stati intensificati i controlli delle forze dell’ordine per difendere gli onesti e punire gli sfruttatori. In estate il comando regionale dei Carabinieri Puglia ha istituito in tutte le province la task force contro il caporalato: una squadra composta dai militari del nucleo investigativo e dal nucleo ispettorato del lavoro. Da luglio a settembre, da quando questa squadra è attiva nella provincia di Brindisi, ci sono stati tre arresti per caporalato e 15 denunce. I carabinieri hanno controllato 46 attività imprenditoriali e 202 lavoratori, la maggior parte operavain aziende agricole. I reati contestati sono stati diversi ed hanno portato a sanzioni amministrative per 52.840 euro. Sono stati sequestrati un maneggio, una segheria e vari appezzamenti di terreno per un valore complessivo di oltre 550mila euro. Ma dall’attività dei carabinieri è emerso che ad essere sfruttati non sono solo lavoratori stranieri ma anche operai italiani. “Il comando provinciale dei Carabinieri di Brindisi – spiega il comandante provinciale Giuseppe De Magistris – ha aderito all’iniziativa della Task force voluta dalla Legione Carabinieri Puglia, lo abbiamo fatto con slancio e risultati sono evidenti già nei primi mesi. Abbiamo però bisogno di collaborazione da parte dei lavoratori. Servono denunce. Vogliamo ricordare a questi ragazzi che la legge li tutela e che nel loro caso ci sono i permessi di soggiorno a fine di giustizia. Strumenti che permettono di portare alla luce situazioni illegali, e che nello stesso tempo possono aiutare questi ragazzi a trovare un lavoro contrattualizzato e in regola”. Il permesso di soggiorno al fine di giustizia viene rilasciato dal ministero dell’Interno ed ha validità due anni. Gli stranieri che denunciano sono pochissimi. Qualcuno si affida al sindacato, ma la strada è ancora molto lunga. La paura di perdere il posto di lavoro fa accettare qualsiasi condizione, a volte anche disumane. Importanti risultati sono stati raggiunti in tutta la Puglia: a Ginosa nel Tarantino è stato arrestato il titolare di un’azienda zootecnica per aver sfruttato tre pastori per 15 ore al giorno, due albanesi (senza permesso di soggiorno) e un italiano pagati 1 euro e 50 all’ora, costretti a vivere in condizioni igienico sanitarie precarie in un riparo di fortuna con una copertura in eternit. Arresti per sfruttamento e intermediazioni illecita ci sono stati anche nel Foggiano, nelle campagne baresi e nel  Salento.

Lucia Portolano per Il7 Magazine

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