BRINDISI – La Segreteria Cittadina ed il Gruppo consiliare del PRI esprimono preoccupazione per la situazione finanziaria del Comune di Brindisi. I repubblicani si sono riuniti per una disamina degli argomenti iscritti all’ordine del giorno del Consiglio Comunale che tornerà a riunirsi il 29 luglio in prima battuta ed il 31 luglio in seduta di seconda convocazione. “Già la circostanza che si è ritenuto necessario prevedere una seduta di seconda convocazione lascia intendere quali difficoltà attraversa la maggioranza che sostiene la Giunta ROSSI – scrivono – Ma ciò che lascia più sconcertati è il tenore degli argomenti posti in discussione: ancora una volta solo ed esclusivamente riconoscimenti di debiti fuori bilancio. Tra l’altro non figura tra gli argomenti da trattare la delibera sugli equilibri di bilancio per la quale, evidentemente e come già avvenuto per il bilancio di previsione, si attende la diffida del Prefetto prima di procedere. Insomma, un espediente tra i più consumati, quello del paventato rischio di scioglimento anticipato dell’Assise Cittadina laddove non venisse approvato l’atto deliberativo, per convincere i sempre più riottosi consiglieri di maggioranza a dare il loro voto favorevole”.
Per il Pri non c’è nessuna traccia della nuova pagina di storia che si era promesso di scrivere. “E’ oramai evidente – aggiungono – come la Giunta ROSSI navighi a vista senza avere una visione della città e del suo futuro a breve, medio e lungo periodo. E tanto mentre gli organi di informazione continuano a dare notizia di aziende in crisi che non corrispondono da mesi gli emolumenti spettanti ai propri dipendenti. Una fotografia reale della economia cittadina rilancia l’immagine di un intero comparto produttivo, quello impegnato nelle manutenzioni dei grandi insediamenti industriali presenti sul nostro territorio, in crisi profonda e senza alcuna prospettiva di ripresa ma anzi con il rischio concreto che la crisi possa ulteriormente aggravarsi in vista della programmata dismissione della Centrale ENEL di Cerano, che già oggi funziona a scartamento ridotto. In attesa che l’agognato “nuovo modello di sviluppo” prenda finalmente corpo ci si ostina caparbiamente ad opporsi a qualsiasi ipotesi di trasformazione degli impianti energetici esistenti con la previsione di una alimentazione con fonti non inquinanti, quali il gas, sicuramente meno impattanti sul piano ambientale che non il carbone. Invece di guidare questa trasformazione, incentivando nuovi insediamenti produttivi e ipotizzando forme di riutilizzo realistico delle aree industriali dismesse, quali quelle esistenti all’interno del petrolchimico, si continuano ad inseguire progetti fantasiosi quali, ultima in ordine di tempo, la tanto decantata, anche da alcuni esponenti dell’opposizione!, “foresta orientale” senza spiegare bene quali forme di indennizzo sarebbero previsti per i proprietari delle aree interessate e senza considerare in alcun modo tutte le forme di riutilizzo dei terreni ricompresi nel Sito di Interesse Nazionale di Brindisi pur indicate nei piani di caratterizzazione a suo tempo effettuati. Allo stesso modo non si da l’avvio in Consiglio Comunale ad una discussione sul modo più proficuo di utilizzare i fondi che saranno stanziati con il Contratto Istituzionale di Sviluppo, limitandosi a generiche dichiarazioni sugli organi di stampa circa la volontà di rigenerare le periferie e di valorizzare la costa a nord di Brindisi. Intanto il Comune viaggia verso il dissesto finanziario come espressamente denunciato dal Responsabile della Ripartizione Bilancio. Anche su questo versante ci si è limitati a riproporre meccanicamente ipotesi di dismissioni del patrimonio comunale già infruttuosamente esperite durante la gestione commissariale senza aver ben chiaro che nessun privato potrà mai acquistare immobili se prima non si è proceduto a definirne il loro possibile riutilizzo. Il caso più eclatante è quello del complesso che un tempo ospitava gli Uffici Finanziari, come più volte denunciato dal Partito Repubblicano che pure si è sforzato di indicare alcune forme di valorizzazione del patrimonio comunale capaci di generare entrate. Tanto affinché fosse chiaro a tutti che trasformare l’Amministrazione Comunale in un Titanic per poi coglierne i frutti da punto di vista elettorale non appartiene al nostro modo di concepire la gestione della cosa pubblica. Forse è arrivato il momento di fermare l’orchestra e avviare una seria discussione sulla città ed il suo futuro”.
E’ possibile che vi siano Forze politiche, istituzioni, organi di informazione, settori dell’apparato comunale ed altri ancora che ben conoscano la precarietà finanziaria dell’Ente e delle sue partecipate e, purtuttavia, preferiscano non azzardare le conclusioni che da detto stato conseguono. L’attuale Amministrazione, per brevità di discorso, poggia su due provvedimenti consiliari, bilancio di previsione esercizio 2019 e rendiconto di esercizio 2018, approvati rispettivamente il due maggio e 20 giugno c.a., che appaiono illegittimi, fra l’altro, per la violazione delle prerogative dei consiglieri ai quali non è stato comunicato nei termini prescritti il parere del Collegio dei Revisori su detti atti. Tanto comporta, se fatte valere le motivazioni, la illegittimità degli atti e di conseguenza l’avvio della procedura di scioglimento del Consiglio Comunale. Questi i fatti. Il solo pensamento di una intellighentia che immagina di attendere la diffida prefettizia per acquisire tempo per rinviare la discussione ed approvazione della delibera di assestamento ed equilibrio di bilancio non costituisce problema dal momento in cui sono consentiti ai consiglieri tutte le azioni previste laddove non compaia nell’ordine del giorno della tornata assembleare l’argomento appena citato.
Brindisi, 25/07/2019 Franco Leoci