CEGLIE MESSAPICA- Botte alla compagna e al figlio, ai domiciliari un 67enne. I Carabinieri della Stazione di Ceglie Messapica hanno eseguito un ordine di esecuzione per espiazione di pena detentiva in regime di detenzione domiciliare, emesso dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Lecce, nei confronti di un67enne del luogo. L’uomo, a seguito di condanna, deve espiare una pena residua di 1 anno e mesi 6 di reclusione, per i reati di maltrattamenti nei riguardi di persone conviventi. I fatti oggetto della condanna risalgono al 16 giugno del 2007, allorquando verso le ore 15.40 il figlio della convivente dell’uomo si presentava in caserma, agitato e tra le lacrime riferiva che il convivente della madre si trovava a casa in stato di ebbrezza alcolica e la stava violentemente picchiando, pertanto necessitava un urgente intervento da parte dei Carabinieri. La donna accompagnata al pronto soccorso, le veniva riscontrato un trauma contusivo al braccio sinistro e notata la presenza dei militari scoppiava a piangere. Nella circostanza dichiarava di voler sporgere denuncia querela nei riguardi del convivente per le minacce, ingiurie percosse e violenze subite, decisione che non aveva preso per anni, sopportando tutte le angherie. Violenze verificatesi in special modo il sabato e la domenica quando l’uomo rientrato a casa dal lavoro era solito ubriacarsi e per futili motivi, usare violenza nei confronti della donna e del figlio di questa. Le violenze verificatesi con cadenza settimanale si concentravano nei giorni di sabato e domenica quando rientrava dal lavoro fuori sede. In una circostanza con un martello aveva dapprima distrutto i telefoni cellulari della donna e poi aveva tentato di colpirla alla testa e solo l’intervento del figlio che si era frapposto aveva evitato il peggio. Violenze mai denunciate per paura di ritorsioni, anzi il ragazzo per paura riguardo all’incolumità della madre aggredita dal compagno violento, il sabato e la domenica ha sempre evitato di uscire di casa. All’uomo condannato per i maltrattamenti alla pena di 1 anno e 6 mesi, è stato rigettato l’affidamento in prova al servizio sociale. Pertanto, tratto in arresto al termine delle formalità di rito è stato condotto nella sua abitazione in regime di detenzione domiciliare.
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