Il prete antimafia tolto al Paradiso

BRINDISI – ( da Il7 Magazine) Organizza il corteo portando in processione le immagine delle vittime di mafia, riempie un carrello pieno di libri per gli abitanti del quartiere, organizza una messa nel piazzale con tutti i bambini dopo l’ennesimo atto vandalico a scuola, e poi invita esperti per parlare di ambiente e cultura. Apre le porte della chiesa a tutti, si schiera con i più deboli e con gli immigrati. Un giorno sulle pareti della chiesa gli lasciano una bella scritta “chiesa di merda”, e in questi anni non sono mancate le minacce per questo prete “ingombrante” nel quartiere di periferia dove alto è il tasso di disoccupazione e dove c’è tanta povertà. Bambini con padri in prigione e donne sole. Ma con lui la parrocchia era diventata un punto di riferimento, era riuscita ad aggregare gran parte del quartiere. Anche se all’inizio molti erano diffidenti. È stato sei anni don Cosimo Zecca alla parrocchia San Nicola del quartiere Paradiso, tra circa un mese dovrà andare via. L’arcivescovo Domenico Caliandro ha deciso di trasferirlo a Guagnano, in provincia di Lecce.  La notizia è piombata qualche giorno fa, insieme a lui sono stai stabiliti altri spostamenti. La decisione ha colto tutti di sorpresa, nessuno immaginava che quel parroco che aveva reso la chiesa San Nicola un luogo di speranza per tanti,  potesse andare via prima del previsto. Normalmente i preti restano almeno nove anni in una parrocchia. Al suo posto arriverà don Alessandro D’Agostino, attuale parroco della chiesa di San Pio di Pietralcina di Mesagne. “Questa è stata la mia prima parrocchia – dice don Cosimo –  sono venuto qui in ascolto della comunità. Ho cercato di portare avanti l’idea di una Chiesa che sappia capire i bisogni dell’uomo e che sappia raccontare la parola di Dio con il linguaggio degli uomini di oggi. Una chiesa nuova. Ed è questo quello che è diventata questa parrocchia un cantiere di speranza”. Il suo impegno soprattutto nel sociale, con il potenziamento dei servizi di Caritas. In questi anni sono state aiutate tante famiglie, pagate tante bollette. Il prete che denuncia alle amministrazioni locali il degrado del quartiere, che rivendica maggiore attenzione per i residenti e per i palazzi che cadono a pezzi. “Qui c’è tanta povertà silenziosa – dice il parroco –  abbiamo fatto tante battaglie per la legalità, per la scuola, ma anche per ottenere la strada illuminata e un aiuola pulita. Abbiamo anche parlato di cultura invitando autori, presentando i libri in chiesa. Abbiamo reso decorosi gli ambienti perché questo è un segnale forte contro il degrado, è uno stimolo per la gente.  Ho cercato di tradurre l’idea teologica di Dio che si è rivelato dentro l’umano. Il signore si è incarnato nell’umanità, questo significa che per capire Dio bisogna capire l’uomo”. Il trasferimento di don Cosimo è stato come un fulmine al ciel sereno per i  parrocchiani,  loro aspettavano la scadenza naturale del mandato. “La parrocchia era diventata una famiglia, c’era un rapporto di fratellanza  e di ascolto – afferma Gabriella Greco, una parrocchiana – Ci siamo sentiti liberi in un cammino in cui tutti eravamo uguali, ognuno poteva fare delle proposte. Fondamentale è stata la formazione sull’ascolto della parola. Avevamo ancora tanti progetti per il futuro. Noi cercheremo di portare avanti quello che don Cosimo ci ha insegnato per la nostra comunità”. Ora si sentono un po’ smarriti e sperano nell’arrivo della nuova guida, non vogliono perdere la speranza per un quartiere che finalmente aveva fatto sentire la propria voce, anche se i passi in avanti sono stati ancora piccoli.

Lucia Portolano

da Il7 Magazine

 

1 Commento

  1. Vere le parole … tutto ciò ha fatto per noi parrocchiani e per il quartiere … eppure il vescovo ha deciso di spostarcelo .. tutto questo lascia e prendi ogni volta nel far girare i sacerdoti .. quanto bene può fare a noi fedeli??

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