BRINDISI – Con la musica, la poesia, la cultura, la solidarietà si può riabilitare un uomo che ha sbagliato. Questo è il principio alla base del progetto di gestito dal Centro Servizi per il Volontariato che ha portato circa 600 studenti di circa 25 scuole e 40 gruppi di volontariato nelle carceri di diverse città italiane anche nella casa circondariale di Brindisi con il supporto del Poiesis. Un progetto lungo tre anni che ha visto oggi la sua conclusione: gruppi di 15 studenti alla volta, dopo due mesi di incontri preparatori e organizzativi, per 8 settimane si sono alternati in laboratori che hanno reso protagonisti i detenuti di uno slancio umano e di una voglia di riscatto davvero esaltante. Attraverso la poesia, le lingue straniere, gli audio-video e la danza queste settimane sono state la prova di una collaborazione efficace ed efficiente tra il settore delle Politiche Sociali della Provincia di Brindisi, la Direzione carceraria che ha accolto gli alunni provenienti da due scuole brindisine il liceo psico pedagogico “Palumbo” e il liceo classico “Marzolla” che hanno offerto il loro tempo, le loro competenze e la grande sensibilità.
“Un’iniziativa unica in Italia che con la sua semplicità ha reso possibile mettere insieme esperienze umane e culturali diverse che hanno arricchito tutti i soggetti interessati” ha aggiunto il neoeletto presidente del Csv Brindisi Rino Spedicato. “In più è un’ottima occasione per lo sviluppo di quella cultura della solidarietà e del volontariato che noi adulti dobbiamo trasmettere ai più giovani, ma della quale sovente ci mancano gli strumenti. Sono stati quindi loro, i giovani, in questo caso a trasmettere a noi i sentimenti positivi di questo confronto” ha concluso.
Un ringraziamento particolare al partner capofila di questo progetto, ovvero la Provincia di Brindisi col settore scuola è stato espresso dalla direttrice della casa circondariale di Brindisi Annamaria Dello Preite: “Non tutte le istituzioni sono pronte a lanciarsi in progetti come questi che vedono coinvolti i detenuti delle carceri perché si tratta di una realtà ai margini di cui, spesso, chi è fuori non vuole vedere e farsi carico. Invece, sono progetti di confronto tra due mondi che rendono possibile il reinserimento positivo di chi ha scontato la pena e deve tornare a trovare un proprio posto nel mondo”.
Alla fine della giornata sono stati consegnati gli attestati di partecipazione agli studenti presenti.
BrindisiOggi
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