BRINDISI – Ad un anno dall’indagine giudiziaria che lo ha visto indagato per abuso d’ufficio, a seguito della quale indagine decise di ritirare la propria candidatura al consiglio comunale di Brindisi, Lino Luperti, ex assessore all’Urbanistica si toglie qualche sassolino nella scarpa. Già da giorni aveva lanciato qualche frecciatina su Facebook dopo la notizia dell’avviso di garanzia di Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, che ha ostacolato la sua carriera politica. Ma oggi Luperti punta il dito anche contro qualcun altro, parla di accordi tra Pd e 5Stelle. Riceviamo e pubblichiamo il suo intervento.
” E’ trascorso quasi un anno dal giorno in cui annunciai pubblicamente la mia rinuncia a proseguire l’attività politica e quindi l’allontanamento dalla scena pubblica.
Si trattò di una decisione sofferta in quanto ho sempre nutrito una grande passione per la politica, ma lo feci per restituire tranquillità alla mia famiglia ed allo stesso per consentire alla magistratura di svolgere la sua attività tranquillamente. Da qui il “passo indietro”.
Oggi, però, vedo sulla graticola proprio chi un anno fa si scatenò contro di me come se fossi un killer accusato di chissà quale omicidio. E invece, come ormai tutti sanno, io vengo accusato di aver fatto rimuovere un topo dall’abitazione di una povera signora, con una ipotesi di reato di “concorso in abuso d’ufficio”.
La realtà è che io “dovevo” essere eliminato perché in molti erano consapevoli del fatto che proprio io (dopo l’esperienza di 4 anni come assessore all’urbanistica) so perfettamente dove sono annidati i reali interessi della “politica” brindisina. Ed erano consapevoli anche del fatto che non ho mai preso ordini da nessuno e non ho mai partecipato a “riunioni di caminetto”.
E così, mentre si “faceva fuori” Luperti, qui si consolidava un asse tutto brindisino tra il PD e il Movimento 5 Stelle, tra incarichi e decisioni strategiche sul futuro della città. C’è stato, infatti, chi ha avuto incarichi prima dal PD e poi dai pentastellati, mentre adesso chi ha assunto (con determinazioni di uomini dello Stato) incarichi di commissario dell’ente locale adesso si ritrova candidato nonostante un avviso di garanzia.
Il M5S ha giudicato “insignificante” quel provvedimento del magistrato, sminuendo il ruolo e l’operato della Procura della Repubblica di Brindisi, nonché degli uomini delle forze dell’ordine impegnati in questa inchiesta.
Ho sempre ritenuto che la politica debba rispettare il lavoro dei giudici, ma forse non la pensiamo tutti allo stesso modo.
Quanto alla nostra amata Brindisi, continuo a meravigliarmi per ciò che accade anno dopo anno. Tutti dicono di volere una rivoluzione, un cambiamento radicale, ma nessuno ha il coraggio di agire. Ci si candida giusto per andare ad occupare una sedia in consiglio comunale, senza pensare a ciò che si potrebbe fare e non si fa.
A pagare, quindi, sono solo i sognatori e vedrete che prima o poi sarà la volta anche dell’attuale assessore all’urbanistica. Diranno che era un pazzo e lo metteranno da parte.
Eppure di questioni di cui occuparsi in maniera approfondita ce ne sono proprio tante. Parliamo di appalti milionari come la bonifica di Micorosa, lo Shuttle, il Piano urbanistico Generale, la gestione del ciclo dei rifiuti, il Piano della Costa. Tutti in rigoroso silenzio, con il rischio che accada lo stesso scempio del recupero della falesia, dove sono stati buttati al vento milioni di euro per un intervento fatto male e gestito ancora peggio, senza la minima parvenza di controlli da parte della macchina amministrativa. Brindisi, ne sono convinto, poteva e può avere un futuro diverso dal monopolio dell’industria inquinante. Ma bisognerebbe volerlo realmente. Ed invece vedo che questa politica va in direzione opposta dopo aver messo in un angolo chi la pensava diversamente e la rivoluzione voleva farla davvero”.
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