BRINDISI- Bilancio di previsione, il PRI: “Nessuna consultazione con le parti, altro che bilancio partecipato”. Nel consiglio comunale del prossimo 2 maggio si discuterà del bilancio di previsione ma le linee illustrate non convincono la segreteria cittadina del PRI e il gruppo consigliare.
“Perplessità e preoccupazioni sono state espresse dai dirigenti repubblicani innanzitutto per le modalità ed i tempi con cui si è giunti alla discussione di questo fondamentale documento contabile-dicono- E si è scelto l’ultimo giorno utile prima dell’avvio delle procedure di scioglimento del Consiglio Comunale ancora una volta per strozzare il dibattito e non consentire a tutte le forze politiche rappresentate in Consiglio Comunale di poter esprimere proposte ed indicare soluzioni alternative a quelle formulate dall’Esecutivo. Nessuna forma di consultazione è stata poi avviata con le parti sociali a fronte dell’impegno assunto in campagna elettorale di dar vita finalmente ad un “bilancio partecipato”.
Entrando nel merito il PRI fa notare come il primo bilancio della Giunta Rossi non si discosta da quelli approvati più di recente dalle varie amministrazioni e dalle gestioni commissariali.
“Ad una “operazione verità” sul fronte delle entrate tributarie e dei crediti diventati oramai inesigibili hanno fatto riscontro una serie di tagli orizzontali che ancora una volta riguarderanno il settore dei servizi ai cittadini ipotizzando, in particolare, una riduzione della spesa per i minori non accompagnati e per il sostegno che l’Amministrazione Comunale offre alle famiglie indigenti bisognose di cure mediche in strutture sanitarie lontane dalla nostra città- dicono- Ben altro ci aspettavamo nel settore dei servizi sociali che grava sul bilancio del Comune per circa 14 milioni di euro all’anno”.
Il PRI aveva proposto in campagna elettorale e poi in Consiglio Comunale e nella apposita Commissione Consiliare l’insediamento di una struttura di governance che monitorasse tutti gli affidamenti esterni in quel settore, caratterizzato da una cronica carenza di personale, per verificare la qualità e la quantità dei servizi offerti ai cittadini in convenzione con strutture esterne.
“Allo stesso modo ritenevamo necessaria una verifica della permanenza dei requisiti di coloro i quali beneficiano della assistenza da parte della Amministrazione Comunale, attivando ed implementando la piattaforma “resettami” nata proprio con lo scopo di incrociare i dati di quanti sono stabilmente inseriti nel circuito dei servizi garantiti dal Comune di Brindisi e scovare gli eventuali furbetti- aggiungono- Piattaforma che, giova ricordarlo, costa alla Amministrazione decine di migliaia di euro all’anno”.
Sulle entrate puntano il dito sulla “finanza creativa ipotizzando dismissioni di immobili e terreni di proprietà del Comune, attivazione della discarica comunale di contrada Autigno e sanatorie di impianti fotovoltaici che bel difficilmente produrranno i ricavi attesi”.
“Tra i terreni da dismettere sono stati inserite le aree della zona 167 di Tuturano ed il compendio di Parco Bove, recentemente entrato a far parte del patrimonio comunale nell’ambito del cosiddetto federalismo demaniale, senza che si riesca a capire se ciò comporterà la rinuncia a dar luogo alla costruzione di alloggi di edilizia economica e popolare o il definitivo abbandono del Piano di recupero del quartiere Paradiso, in cui l’utilizzo dell’area su cui insistono le baracche di Parco Bove assumeva un ruolo fondamentale, e senza aver risolto prima a monte il problema di garantire a tutti gli attuali occupanti delle baracche una adeguata sistemazione abitativa- sottolinea il PRI- Quanto alla discarica più volte abbiamo ricordato che la sua riapertura passa attraverso il rilascio di una nuova AIA essendo la precedente oramai scaduta da tempo.Infine, ancora più aleatoria appare la possibilità di ricavare ben 2,5 milioni di euro dalla sanatoria di impianti fotovoltaici realizzati in difformità dalle autorizzazioni ottenute”.
Ricordano che si tratta di impianti la cui attivazione avvenne a seguito una semplice Denuncia di Inizio di Attività (DIA) come consentiva all’epoca la normativa di settore dettata dalla Regione Puglia.
“Ebbene a seguito della Legge Madia il potere di contestare eventuali difformità urbanistiche e di obbligare gli autori a forme di sanatorie onerose pena l’attivazione di procedure di revoca delle autorizzazioni in autotutela si esaurisce entro tre anni dalla conclusione dei lavori- dice il PRI- Il rischio, quindi, è di attivare forme di contestazione che porterebbero alla revoca degli incentivi da parte del Gestore del Sistema Elettrico (GSE) senza che quelle difformità urbanistiche possano essere concretamente sanate, generando entrate per l’Amministrazione Comunale.Tanto più che molte delle aree in cui insistono quegli impianti sono oggi gravate da vincoli di varia natura introdotti dagli strumenti di pianificazione regionale (da ultimo il Piano Paesaggistico Territoriale Ambientale) che renderebbero impossibile la sanatoria. Insomma: il rischio è che si generino contenziosi infiniti senza alcun beneficio per l’Amministrazione”.
BrindisiOggi
la responsabilità della mancata partecipazione alle parti sociali, quanto meno delle linee generiche di indirizzo e di contabilità relative al bilancio, appartiene agli organi politici gestori del Comune che saranno oggetto di valutazione da parte della cittadinanza. Appartiene, invece, alle forze di opposizione presenti nell’Assise comunale respingere tentativi di contenimento del dibattito o di impedimento di proposte innovative o di soluzioni diverse rispetto a quelle formulate dagli organi gestori dell’Ente. Le vigenti norme e regolamento di contabilità, poste a base per la gestione del Comune, offrono alla cosiddetta opposizione la possibilità che sullo specifico ed importante argomento di bilancio siano escluse “furbate” sulla rappresentazione di fatti amministrativi-contabili non veritieri. Ed allora, dopo la lettura attenta di poche ma significative norme e del regolamento di contabilità – che costituiscono un numero di gran lunga inferiore di pagine rispetto alle 209 del DUP, alle 43 della nota integrativa,ai molteplici prospetti contabili ed allegati vari oltre al sostanzioso parere, attualmente sconosciuto, del Collegio dei Revisori- utile potrebbe essere avviare le documentate azioni da presentare in Aula, rammentando che è attribuibile ai consiglieri la facoltà verbale o scritta di variazioni di bilancio con risposta immediata. Si tralascia, ovviamente, il caso di un componente l’Assemblea consiliare che, nel nuovo sistema sancito dal Dlgs 118/11, volesse non chiedere chiarimenti ma contestare il risultato di amministrazione che deve essere espresso in modo unitario, chiaro e veritiero in linea con la tenuta contabilità attestante lo stato degli equilibri finanziari dell’Ente.
Brindisi, 13/04/2019 Franco Leoci