BRINDISI – ( da Il7 Magazine) È ancora tutto fermo. Il cantiere è bloccato, un’altra estate sta arrivando. E forse anche per questa stagione la spiaggia di Materdomini non sarà pronta. I lavori su quella che dovrà essere la prima spiaggia attrezzata pubblica di Brindisi sono fermi dal 20 luglio scorso. La ditta Carparelli costruzioni, che ha vinto l’appalto per quasi 1milione e 300mila euro, ha dovuto fermare le opere in attesa della risposta del ministero dell’Ambiente sul piano di caratterizzazione dell’area e sulla compatibilità della sabbia che si intende utilizzare per il ripascimento della spiaggia. Da mesi si è in attesa di conoscere il parere. Il ministero ha chiesto ad Arpa ed Ispra di esprimersi sul piano dei campionamenti per poter poi adottare il provvedimento. A gennaio è arrivato il via libera di Arpa mentre l’Ispra non si è ancora espressa. A questo punto dopo mesi di attesa il Comune, con il nuovo dirigente dell’ufficio Ambiente Francesco Corvace, ha scritto una lettera al ministero nella quale chiede di poter procedere alla caratterizzazione basandosi solo sul parere Arpa, ritendo questo inclusivo anche degli altri pareri. La missiva è stata inviata l’8 marzo scorso e una seconda comunicazione è stata spedita dopo dieci giorni. Il silenzio del ministero è stato interpretato come un assenso e il Comune ha convocato per il 29 marzo un incontro tra Arpa e la ditta dei lavori per concordare le opere di campionamento per la caratterizzazione. Contestualmente il tecnico comunale ha chiesto che si procedesse anche con la classificazione mineralogica per analizzare la sabbia presente e trovarne una compatibile per il ripascimento. Non avendo dati certi Arpa ha escluso per il momento che si potesse utilizzare quella della cava di Ginosa proveniente da un fiume nella zona del tarantino. Questa ipotesi che era stata avanzata dalla ditta Carparelli è stata così accantonata. Bisogna ritracciare un nuovo sito. O comunque bisogna aspettare l’esito delle analisi. Servono circa 16mila metricubi di sabbia per il ripascimento. Considerando che un camion ne può trasportare solo 20 metricubi alla volta sono necessari almeno 600 viaggi. Resta comunque il problema dell’erosione perché c’è il rischio che le mareggiate possano far sparire in poco tempo l’arenile. Il progetto sulla carta prevede che possano essere recuperati 15 metri di spiaggia, ma è tutto in fase di sperimentazione. Per bloccare l’erosione provocata dalle mareggiate sono stati posizionati dei massi ai piedi della falesia. Si tratta degli stessi interventi effettuati per le altre spiagge libere del litorale nord dove allo stato attuale non ci sono stati grossi risultati.
La problematica è davanti agli occhi di tutti, durante l’inverno la lingua di sabbia si è notevolmente assottigliata. Il Comune ha chiesto un confronto con il dipartimento di Scienze della terra dell’Università di Bari per individuare un intervento per la protezione costiera. Una volta realizzati i campionamenti restano solo da collocare le strutture prefabbricate. I tecnici non vogliono sbilanciarsi sui tempi. “Una volta fatta la caratterizzazione e la classificazione mineralogica – spiega l’ingegnere Francesco Corvace – non ci vorrà tanto tempo per completare le opere. L’obiettivo è quello della prossima stagione, ma non posso sbilanciarmi purtroppo a gennaio le procedure era ancora in uno stato iniziale nonostante l’impegno dell’ufficio”. Nel contratto d’appalto restano da realizzare le lavorazioni relative ai camminamenti, agli impianti (elettrici, fognari, idrici, videosorveglianza, pubblica illuminazione), la posa in opera dei box in legno per attività di ristoro, servizi (wc e docce), piattaforma galleggiante (solarium), la realizzazione della staccionata in legno per la recinzione dell’area e delle aree a verde, potranno essere effettuate solo dopo l’avvenuto ripascimento dell’arenile che richiede l’impiego di mezzi pesanti. In merito alla durata complessiva dei lavori prevista in cento giorni, il capitolato speciale di appalto esclude dal conteggio le operazioni di caratterizzazione e compatibilità dei sedimenti da utilizzare per il ripascimento, poiché legato all’intervento di enti terzi.
Dopo che i lavori saranno terminati il Comune dovrà bandire una gara per la gestione del bar e del punto ristoro, che saranno le uniche due strutture gestite privatamente. Il 20 marzo scorso su sollecitazione di alcuni consiglieri comunali la questione della spiaggia di Cala Materdomini è stata affrontata in commissione Urbanistica, presieduta da Alessio Carbonella. Il responsabile del procedimento Corvace ha spiegato come stavano le cose.
Il primo progetto della spiaggia di Cala Materdomini è stato presentato nel 2014, cinque anni di rinvii, ricorsi e attese di risposte. Cala Materdomini rientra nella zona SIN (sito d’interesse nazionale) quindi soggetta a vincoli di caratterizzazione. Secondo la vecchia mappatura, che ha incluso nell’area Sin gran parte del territorio della città di Brindisi sino a Punta Penna, l’area sottostante potrebbe essere inquinata ed è per questo che è soggetta a particolari operazioni.
Lucia Portolano
l’area sottostante potrebbe essere inquinata! sic! ma lo han saputo solo dopo 4 anni? vedremo mai MATERDOMINI al servizio dei brindisini?
“Nessuno è profeta in casa propria”
http://www.mondobalneare.com/news/3345/al-via-l-invenzione-facile-e-low-cost-per-salvare-le-spiagge-dall-erosione.html
Cordialità
Credo che l’estate sia già finita.
Pensare di aprire a giugno è un’eresia.
perché deve capitare sempre a noi?