INTERVENTO/ Il territorio brindisino nel corso degli ultimi decenni è stato oggetto di diversi interventi edilizi che hanno coinvolto beni di rilevante interesse paesaggistico ubicati nell’ambito portuale cittadino.
Il Comitato “No al Carbone”, storicamente impegnato nella salvaguardia del territorio, si è adoperato per contrastare lo sviluppo urbanistico–edilizio dell’area portuale, al fine di garantire il recupero e la valorizzazione dell’area di Sant’Apollinare. È noto, infatti, che detta area (patrimonio inestimabile per la comunità brindisina) sarebbe destinata ad essere irrimediabilmente trasformata in una banchina per attracco di navi (Ro-ro e/o grandi navi da Crociera) e, soprattutto, ad essere inglobata nella cintura doganale, sottraendola, di fatto, alla libera fruizione dei cittadini.
I vincoli paesaggistici ed archeologici dell’area di Punta delle Terrare sono stati puntualmente ignorati da parte dell’ufficio tecnico del Comune di Brindisi, da parte della Soprintendenza ai Beni Archeologici (in realtà le poche concessioni a salvaguardia dell’area sembra siano state ottenute, in Conferenza dei Servizi, grazie alla rappresentante dell’ente dell’epoca), da parte dell’Autorità Portuale, che ha comprato l’area noncurante dei vincoli archeologici correlati, dello stato del sottosuolo e ne ha predisposto imponenti costruzioni, pregiudicando l’integrità dell’intera zona.
La Procura di Brindisi, già dall’estate 2018, ha iniziato un’intensa attività di indagine, finendo per sequestrare e interdire parzialmente alcune aree del circuito doganale in quanto ritenute abusive. Parliamo dei varchi di accesso e delle recinzioni da cui passano migliaia di mezzi e di merci, realizzati in barba alle norme dei procedimenti paesaggistici e urbanistici. L’Autorità di Bacino invece ha evidenziato la pericolosità dei ponti costruiti sulla foce dei canali, disponendone la rimozione.
Come No al Carbone abbiamo denunciato sin dal 2014, in tutte le sedi opportune, queste “stravaganze amministrative”, a partire dalla illegittimità delle opere ivi realizzate, evidenziando come tali imponenti costruzioni medio tempore realizzate dall’Autorità Portuale di Sistema del Mar Adriatico Meridionale, stiano pregiudicando la salvaguardia dell’area e, soprattutto, l’integrità del sottosuolo per i vincoli di natura idrogeologica connessi.
Attualmente abbiamo deciso di conferire incarico ai nostri legali di fiducia per porre in essere, anche mediante iniziative di carattere giudiziario, tutte le azioni possibili a tutela dell’intera area.
In particolare, con l’Avvocato Stefano Latini abbiamo provveduto a denunciare all’Autorità Giudiziaria, quelle attività e progettualità in programma che, con elevata probabilità, potrebbero dar luogo alla mancata salvaguardia del sito archeologico, provocando la messa in pericolo dello stesso: sono le opere già compiute e ritenute abusive dalla Magistratura locale, che le ha poste sotto sequestro, in violazione del vincolo archeologico esistente sull’area, e l’eventuale realizzazione di banchine e nuovi moli.
Contestualmente, abbiamo conferito mandato all’Avvocato amministrativista Giuseppe Durano per predisporre atto di intervento ad opponendum nell’ambito del giudizio amministrativo avente a oggetto il procedimento di conformità urbanistica delle opere in questione. L’Autorità di Sistema Portuale, infatti, ha agito innanzi al TAR Puglia – Sez. di Bari avverso il provvedimento di diniego adottato dal Provveditorato Interregionale OO.PP., il quale aveva recepito i pareri sfavorevoli resi dalle Amministrazioni competenti (Regione Puglia e Comune di Brindisi).
Grazie all’attività giudiziaria intrapresa innanzi al Giudice Amministrativo, il Comitato ha ottenuto (per tramite del suo legale) che la causa venisse discussa innanzi alla Sezione di Lecce del TAR Puglia (sede competente per il territorio di Brindisi), sottoponendo al Giudice tutte le défaillance amministrative che hanno contraddistinto il procedimento paesaggistico – urbanistico intrapreso dall’Autorità.
In data 20 febbraio u.s. è stata discussa l’udienza cautelare per la concessione di misure di urgenza. Tuttavia, anche alla luce delle nostre argomentazioni difensive, la richiesta di provvedimenti d’urgenza è stata rinunciata e la causa verrà discussa in sede di merito il 22 maggio p.v.
In tale occasione noi continueremo a far valere gli interessi di una comunità che chiede di salvaguardare il sito archeologico più importante della città.
Abbiamo inoltre deciso di organizzare un incontro con la stampa e con tutta la cittadinanza per far conoscere lo stato dell’arte dal punto di vista amministrativo e presenteremo, ancora una volta, le nostre proposte per la riqualificazione e la valorizzazione di tutta l’area di Sant’Apollinare: dalle banchine di Costa Morena fino al capannone Montecatini.
NO AL CARBONE
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