BRINDISI- Dormitorio in via Provinciale per San Vito a Brindisi, la Comunità Africana chiede aiuto al Comune per trovare un’alternativa. A poche ore dallo sgombero del dormitorio la Comunità Africana si è riunita per fare il punto della situazione ma soprattutto per stabilire le iniziative da intraprendere. Alla luce delle ultime decisioni dopo la bonifica della struttura nel dormitorio potranno rientrare solo una parte degli attuali ospiti e solo se saranno in regola con i documenti. I migranti attualmente ospitati nel dormitorio hanno gran parte un lavoro e potrebbero anche potersi permettere di pagare un affitto ma di fatto non c’è nessuno che dia a loro questa possibilità, da qui la decisione della Comunità di chiedere al Comune di fare da intermediario. Tra gli obiettivi di questi ragazzi vi è quello di “coinvolgere i datori di lavoro dei numerosi braccianti agricoli che vivono all’interno del Dormitorio, mediante uno sciopero di almeno una settimana, per sensibilizzare tutti i cittadini brindisini e, in particolare, i datori di lavoro, affinchè si attivino nella ricerca di alloggi per i loro stessi lavoratori. Ciò perché i datori di lavoro non devono preoccuparsi dei lavoratori soltanto per le necessità lavorative, ma anche per le loro condizioni di vita e per le loro situazioni alloggiative. Tutti i lavoratori infatti si sono sentiti e si sentono completamente abbandonati da chi potrebbe preoccuparsene, avendo interesse allo svolgimento della loro attività. Infatti, ogni persona lavora con maggiore energia quando ha la possibilità di riposare bene e si sente supportato. A questo proposito, nel ringraziare, per la solidarietà e collaborazione, il Forum per Cambiare l’Ordine delle Cose e l’ANPI, si spera in futuro nella presenza solidale anche della GCIL e, in modo particolare, della FLAI, che tutela i braccianti agricoli.I migranti vorrebbero anche invitare il Comune di Brindisi alla riattivazione del “piano freddo”, che dia a tutti un posto dove dormire, già noto in partenza, con il coinvolgimento anche di un Ente di terzo settore, che dia informazioni, oltre alla Polizia Municipale. E ancora, invitare il Comune di Brindisi e i privati cittadini a fornire le abitazioni, anche se necessitano di interventi di manutenzione ordinaria e/o straordinaria (idraulica, pitturazione, rivestimento in piastrelle), in quanto gli stessi ragazzi potranno provvedervi e, successivamente, potranno essere occupati con regolare contratto di affitto, che i ragazzi potranno pagare, in quanto lavoratori regolari, con permesso di soggiorno regolare. Tutto questo per far diminuire il numero degli occupanti il dormitorio, che saranno coloro che ancora non hanno un contratto di lavoro e, non lavorando, non possono pagare un affitto. In conclusione, va evidenziata la preoccupazione generale riguardo, non solo ai disagi che dovranno affrontare tutti coloro che potrebbero essere costretti a lasciare il dormitorio, dopo essere arrivati e rimasti a Brindisi, senza mai spostarsi, anche per sette/otto anni, e che non conoscono altre città, ma anche rispetto alla tranquillità e sicurezza dei brindisini, che si ritroverebbero a vedere gli ospiti del dormitorio girare per la città, senza un posto preciso in cui stare, con le conseguenze negative che si avrebbero”.
Non danno in affitto perché: uno si fa carico del contratto ma ci vogliono
Vivere in 20 minimo. Poi non intendono che luce acqua e quant’altro va pagato. Non concepiscono che da noi :SI PAGA TUTTO. LORO PRETENDONO TUTTO GRADIS, SONO RIFUGIATI. INTEGRARE GENTE COSI NON CREDO SIA POSSIBILE. E NON PARLIAMO DEL
L’ igiene, vedi come riducono lo stabile di via prov. San Vito.