INTERVENTO/ Da anni i brindisini sognano di abbattere il muro che impedisce il raccordo tra il piazzale del Monumento al Marinaio e l’area dell’“ex deposito delle catene” per poterne fruire. Finalmente pare che questo sogno si stia realizzando. Nell’ottobre dello scorso anno l’assessore Roberto Covolo apriva i cancelli di tale area ai cittadini come segno di attenzione alle esigenze di partecipazione e anche per favorire ogni possibile condivisione.
Quell’area, che si affaccia sul canale Pigonati e sulla città, oltre ad essere di grande valore paesaggistico evoca ricordi e suggestioni interessanti ed è per questo che i cittadini si aspettano interventi progettuali di qualità, che possono essere garantiti solo ricorrendo direttamente a profili di certificato spessore professionale e culturale. Auspichiamo perciò che l’attuale amministrazione, in linea con le sue annunciate scelte innovative di fondo, indìca un concorso pubblico di progettazione o ricorra ad una figura di indiscusso valore professionale.
Non si può correre il rischio che un’area di così rilevante importanza per la riqualificazione urbana riceva trattamenti non adeguati al suo valore. E a tale riguardo non sarebbe vano guardare all’esperienza di altre pregevoli realtà territoriali che hanno abbandonato il grigiore di cui erano prigioniere grazie alla lungimirante visione dei propri amministratori. La riqualificazione urbana di qualità richiede i tempi necessari che non possono essere sacrificati per esigenze di minore rilievo.
“Non ci sono i tempi”: è questo il pretesto al quale in questa città si è fatto troppo spesso ricorso per non operare nei tempi e nei modi dovuti. L’auspicio è che questa negativa prassi non si manifesti anche in occasione della riqualificazione dell’“ex deposito delle catene”. Il processo democratico della partecipazione civica richiede necessariamente tempi appropriati e deve essere seguito da atti coerenti e concreti in mancanza dei quali la partecipazione diventa un esercizio del nulla.
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