Tuturano dimenticata: tra strade rotte, cantieri mai chiusi e locali distrutti: “Qui resteranno solo anziani- Reportage

Ecco come è ridotto il centro di aggregazione di Tuturano

Il centro di aggregazione di Tuturano vandalizzato e distrutto all'interno, la struttura non è mai stata aperta

Nai-post ni Brindisi Oggi noong Linggo, Pebrero 3, 2019

BRINDISI – (da Il7 Magazine) Undici chilometri di distese di ulivi e ortaggi separano Brindisi dalla sua unica frazione: Tuturano. Una strada provinciale piena di curve, qualche buca e la sera completamente al buio. Finalmente la mattina del 30 gennaio si è intravisto qualche operaio della Santa Teresa che recuperava la segnaletica stradale che era stata abbattuta e faceva la manutenzione di alcuni tratti del manto stradale. Ma una volta arrivati a Tuturano è quasi impossibile camminare: strade dissestate, grosse buche, alcune piene d’acqua. Le radici degli alberi, che costeggiano la via d’ingresso della frazione, hanno devastato l’asfalto: impossibile anche parcheggiare. Alcuni lavori invece sono stati finiti, ma nonostante sia passato oltre un anno i luoghi non sono mai consegnati alla comunità, ci sono ancora i nastri rossi che segnalano i cantieri.

“Qui ovunque è così – dice un anziano-  impossibile camminare a piedi ma anche con le auto. A volte abbiamo riempito noi le buche ma ormai sono troppo profonde e pericolose. Tuturano è un luogo dimenticato, soprattutto negli ultimi tempi. Gli amministratori li abbiamo visti per l’ultima volta prima delle elezioni quando avevano bisogno del voto”. All’ingresso del “paese” c’è la statua di Padre Pio, voluta qualche anno fa dagli abitanti ormai devoti al santo. È qui che si celebrano durante l’anno tutte le iniziative, gli eventi parrocchiali riuniscono molte volte la comunità tra processioni e feste di quartiere.

Alle  spalle della statua c’è una imponente e moderna struttura in vetro: una cattedrale nel deserto; nuova di zecca se non fosse che all’interno è stata distrutta. È stata realizzata con i fondi di Rigenerazione urbana 2013-2014, doveva ospitare un centro di aggregazione giovanile, ma non è mai entrato in funzione. In passato alcune associazioni del posto avevano fatto una proposta all’amministrazione comunale a costo zero, ma l’ente pubblico non ha accettato. Nell’ottobre 2017 il Comune ha emesso un bando per la gestione della struttura, ma ad oggi c’è solo un edificio abbandonato. La porta è aperta, chiunque può entrare: al piano terra ci sono grandi sale, alle pareti sono stati montati anche i condizionatori, c’è persino un ascensore per salire al primo piano. Ma i vandali hanno danneggiato tutto: sono stati frantumati gli infissi, rubati gli estintori, rotti i sanitari, tagliati i fili degli impianti. Al piano di sopra si accede anche attraverso una scala rivestita di legno, ma anche qui c’è stata la visita dei vandali. Qualcuno ha dato delle picconate alle pareti in cartongesso ed ha rotto gli idranti antincendio. Anche l’illuminazione è stato danneggiata. Fuori c’è un campetto con una porta per giocare a calcio e un canestro per il basket. Sono state installate delle telecamere ma non sono funzionanti. Il centro di aggregazione era stato visto dai residenti di Tuturano come un luogo in cui finalmente i giovani avrebbero trovato accoglienza per le loro attività ma anche un’opportunità per realizzare dei corsi di formazione finalizzati al lavoro.

“Non c’è nulla in questo paese – dice Matteo Parziale, 23 anni, lui è nato qui – se non  hai un lavoro è meglio andare via. Per noi ragazzi non c’è nessuna opportunità, neanche un posto per stare insieme, per incontrarci, confrontarci”. Federico Isidoro, 23 anni anche lui, è più fortunato: un lavoro lo ha trovato, ma per il resto nella frazione i giovani non hanno altro da fare. “Prima almeno c’era una squadra di calcio – spiega –da quando al campetto comunale bisogna pagare per gli allenamenti non c’è più neanche quella per i ragazzi. Alla fine resterà un luogo di soli anziani”. Ed è ai giovani che pensa anche don Antonio Merico, parroco della chiesa Madonna Addolorata. “Oltre all’oratorio qui non c’è niente – dice il prete che è arrivato a Tuturano 3 anni e mezzo fa – serve qualcosa per promuovere il lavoro. Dopo la scuola media perdiamo tutti i nostri ragazzi”. Lungo via Stazione ci sono la maggior parte delle attività commerciali, almeno quelle dei generi di prima necessità. Leonardo Menga è il macellaio della zona, ha ereditato l’attività da suo padre. “Basta guardarsi intorno per capire che a parte qualche negozio qui non esiste nulla – spiega il commerciante – non abbiamo neanche un vigile urbano. Prima c’era una delegazione della polizia municipale ora è rimasta solo l’insegna. Ognuno parcheggia come vuole, e se accade qualcosa bisogna aspettare che i vigili arrivino da Brindisi, ma molto spesso no li chiamiamo neanche”. Menga ricorda quando la gente veniva dai paesi vicini per trascorrere le giornate a Parco Colemi. “Sino a qualche anno fa c’era un custode e al parco venivano organizzate tante iniziative per i bambini e le famiglie. Ora non so più neanche come è ridotto, improvvisamente non si è fatto più niente”.

La mancanza di un vigile di quartiere viene segnalata da tantissimi altri abitanti. “Per strada la gente lascia i rifiuti non rispettando gli orari della raccolta – spiega Giuseppe Rossi – ma tanto non c’è nessuno che controlla. Tuturano sta morendo e nessuno fa nulla. A Natale l’amministrazione comunale non ha messo neanche una luce. È come se non facessimo parte di Brindisi. Il sindaco? E chi lo ha visto più”.

In piazza Carità dove si trova la torre di Sant’Anastasio i lavori sono terminati da un anno, si tratta della piazza centrale della frazione che dovrebbe diventare area pedonale, è stata cambiata anche  la pavimentazione, ma l’area è ancora circoscritta dal nastro rosso e non è stata restituita alla comunità. Anche la rotatoria che collega alla strada per Mesagne è terminata, ma è ancora chiusa perché manca il collaudo.  La gente nonostante il divieto ci passa lo stesso.

Dietro la caserma dei carabinieri c’è un parco giochi, l’aiuola antistante è cresciuta a dismisura con erba alta e vegetazione incolta. Si chiama “Parco della gioia” ma a parte qualche giochino non sembra un luogo molto gioioso: al posto della seduta dell’altalena c’è una catena attorcigliata, mentre l’interno della cassetta imbrattata di scritte è diventato un contenitore di rifiuti. Tutto il quartiere è  attraversato da strade dissestate e marciapiedi rotti eppure sono stati stanziati 200mila euro per riparare l’asfalto, ma non si è ancora visto un operaio a lavoro.

Alla fine di via Giuseppe Verdi la strada non è neanche asfaltata, e le case qui non hanno ancora l’acqua e la luce. Marino Stella abita con la sua famiglia al civico 95 ha pagato le opere di urbanizzazione. “È tutto in regola – dice –  ma non abbiamo ancora l’acqua e la fogna, è assurdo nel 2019”.  Il residente ha scritto numerose lettere al Comune ed ora ha anche diffidato l’ente pubblico ad intervenire per sanare la situazione. “Questa è l’ultima volta che scrivo – spiega Stella – se entro 30 giorni non mi risponderanno allora farò un esposto direttamente alla Procura della Repubblica – non possiamo vivere così. Fuori lungo la via non c’è neanche l’asfalto, si creano delle voragini pericolose che si riempiono d’acqua. Sino ad oggi ci abbiamo pensato noi a mettere delle ghiaia ma ogni inverno il problema si ripresenta”. Gli abitanti di Tuturano rivendicano attenzione e soprattutto servizi, in molte campagne elettorali sono stati ago della bilancia per la vittoria di coalizioni. Una frazione abitata da gente che lavora soprattutto in campagna e da tanti pensionati. In passato è stata la terra di una delle frange della Sacra corona unita, qualcosa ancora resta, ma col tempo la frazione si è riscattata. Ma proprio per non lasciare spazi vuoti dove potrebbe attecchire la criminalità la gente del posto ha bisogno di non essere abbandonata. E lo chiede soprattutto per i propri giovani.

Lucia Portolano

(per Il7 Magazine)

 

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