INTERVENTO/ “Anche questo 27 gennaio 2019, come ogni anno, nonostante l’indirizzo politico che qualcuno cerca di imporre, si celebra la Giornata della memoria, al fine di avere presente la Shoah.
Una giornata del ricordo che si celebra dall’anno 2000, anno in cui fu istituita con apposita legge dello Stato (Legge 211/2000) per ricordare le vittime dell’Olocausto e per non dimenticare le persecuzioni e le deportazioni del popolo Ebraico e degli Italiani verso i campi nazisti
Adesso come non mai occorrerà riflettere per parlare un po’ di noi stessi e discutere di ciò che siamo diventati: un Paese affossato da un’ondata di pensieri di matrice fascista, dal culto dell’odio razziale.
Elementi tutti scollegati dalle nostre reali radici e dall’impianto dato dalla nostra Costituzione.
Una Costituzione nata anche perché abbiamo vissuto la Shoah, e proprio per questo motivo la Carta Costituzionale dichiara espressamente all’articolo 3 che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge “senza distinzione di razza”.
Negli ultimi giorni intorno a queste parole si è sviluppato un dibattito a dir poco cafchiano.
Un politico, che dice di voler difendere la razza bianca contro l’invasione dell’Italia da parte dei neri, ha aggiunto che parlare di “razze” è assolutamente legittimo, visto che la stessa Costituzione contiene questa parola. Immediatamente si sono innalzati cori contrari chiedendo la cancellazione dall’articolo 3 della parola “razze”, perché, dicono, le razze non esistono e non si deve neppure parlarne. Entrambi i fronti agiscono per estremismi e non colgono il giusto senso dato dai Padri Costituenti.
Quella frase della Costituzione non voleva affatto legittimare i pregiudizi razziali, anzi li voleva condannare: perché forse è vero che le razze non esistono ma è certo che esistono i pregiudizi razziali, motivo per cui a valle di una guerra così sanguinosa come quella del 1945, i Padri Costituenti intesero porre un freno ai pregiudizi razziali.
Nella Costituzione c’è molto di più che il rifiuto del razzismo, del totalitarismo e del nazionalismo, delle ideologie che avevano scatenato l’orrore e la follia della seconda guerra mondiale. Infatti, c’è un chiaro progetto di società libera ma nello tempo solidale, dove l’uguaglianza non è solamente proclamata sul piano formale, ma tende a diventare effettiva.
Adesso siamo tornati indietro di 73 anni, si è tornati a minacciare la stampa, a commettere atti efferati contro chi non è come noi, il Governo si è arroccato su posizioni di rifiuto umanitario.
Insomma, siamo testimoni di uno dei più bui periodi della Repubblica Italiana. Mai nel corso di tutti questi anni dalla entrata in vigore della Carta Costituzionale avevamo toccato punti di tale chiusura politico amministrativa.
Anche lo stesso Presidente della Repubblica due giorni fa ha dichiarato che “la Shoah è un male assoluto pronto a risvegliarsi”, perché continuare nella linea politica seguita dal Governo inevitabilmente porterà a rivivere situazioni di estremismo.
A tal proposito, con una metafora molto forte ed opinabile per alcuni versi, il Sindaco di Padova Sergio Giordani ha posto delle similitudini fra le vittime della Shoah ed i migranti morti in mare a causa delle manovre di governo.
Effettivamente i momenti storici sono differenti, così come sono differenti le motivazioni e gli autori dei gesti che hanno generato la Shoah, però una riflessione – con tutto il rispetto che possa essere portato a coloro che sono morti nel sacrificio della guerra – è d’obbligo.
Questo Governo sta creando una nuova storia densa di morti e vittime innocenti, che fra qualche anno saranno ricordate senza alcuna individualità solo perché incappate nella pervicacia di un politico che, pur di coltivare il peggior pensiero xenofobo, ci rende tutti complici di uno sterminio che noi Italiani mai avremmo voluto accadesse nel nostro territorio.
Ecco perché dobbiamo riappropriarci della Carta Costituzionale, nata anche per gli accadimenti della Shoah, e rifiutare civilmente ogni pensiero ed atteggiamento che anche lontanamente potrà mai assimilare il nostro pensiero a quello delle peggiori brutture della storia”.
Antonio Macchia, segretario generale Cgil Brindisi
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