La mamma di Noemi e la sorella di Raffaella ai ragazzi: “Abbiate il coraggio di chiedere aiuto”

CELLINO SAN MARCO – Il dolore segna i loro volti, nei loro occhi si legge la sofferenza. Immacolata Rizzo la mamma di Noemi Durini la 16enne di Specchia ammazzata lo scorso anno dal suo fidanzato, parla ai giovani, racconta di questa sua figlia che amava la vita. Da quando lei non c’è più, ha deciso di andare nella scuole per lanciare un messaggio di coraggio ai ragazzi. “Il rispetto per se stessi – dice – è un valore inestimabile. I giovani non hanno consapevolezza di questo. La vita è un dono e non appartiene a nessuno, bisogna essere liberi e non avere paura a chiedere aiuto”.

Accanto a lei c’è Doriana Presta, la sorella gemella di Raffaella Presta, l’avvocato di 40 anni di San Donaci ammazzata nel 2015 dal marito, un agente immobiliare. Doriana ha adottato il bambino di sua sorella. È suo figlio. Le trema la voce mentre legge una lettera rivolta non solo ai giovani ma anche agli adulti. Ha deciso anche lei di portare la sua testimonianza pubblicamente, anche se fa fatica a parlare della sua terribile storia.  Immacolata e Doriana sono sedute vicino. Sono state invitate in un incontro contro la violenza sulle donne organizzato dall’associazione il Cerchio delle idee a Cellino San Marco. È piena la sala di Cantine due Palme, prima di loro parlano il procuratore capo Antonio De Donno, il questore Maurizio Masciopinto e il comandante provinciale dei carabinieri Giuseppe De Magistris. L’evento si è tenuto giovedì scorso in una settimana in cui sono tante le iniziative  organizzate per sensibilizzare al tema contro la violenza.

Sono 107 secondo i dati Eures le donne ammazzate in Italia in questi dieci mesi del 2018. Un momento anche per riflettere di un sistema che non sempre funziona e che a volte arriva tardi. “Mia figlia si sarebbe potuta salvare se solo fosse stato dato subito seguito a quella mia denuncia presentata ai carabinieri quando l’ho trovata per la prima volta massacrate di botte”, afferma la mamma di Noemi. Il 4 ottobre scorso il fidanzato della ragazza, Lucio Marzo, oggi diciottenne, è stato condannato a 18 anni e 8 mesi di carcere. “Con questa sentenza mia figlia è stata uccisa due volte. Non è possibile che chi uccide deve beneficiare di questi sconti. Leggi spaventose. Questa non è giustizia”. Immacolata Rizzo rivolge un appello al ministro dell’Interno Matteo Salvini affinchè sia abolito il rito alternativo per il reato di omicidio.  Immacolata ha istituto la “Casa di Noemi”, un’associazione che aiuta i giovani ad avere rispetto della propria vita. Immacolata aveva chiesto aiuto per sua figlia, ma questo è arrivato troppo tardi. “A maggio, qualche mese prima che fosse uccisa trovai mia figlia piena di lividi, le aveva spaccato anche gli occhiali. Le faceva male la testa e la portai al Pronto soccorso. Il mattino dopo presentai una denuncia ai carabinieri, allegai anche le foto dei lividi. Ma non fu fatto nulla, mi dissero che dovevano aspettare il magistrato. Neanche una strigliata a quel ragazzo”.

Lucia Portolano

 

 

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*