BRINDISI – Nella chiesa di San Paolo Eremita, un concerto di musica classica e romantica. Domenica 25 novembre (ore 20) protagonista l’Orchestra Sinfonica di Lecce e del Salento con le musiche di Mozart e Schumann. Sul podio il maestro Alberto Veronesi, figlio del celebre oncologo, con il soprano Romina Casucci.
L’Orchestra Sinfonica di Lecce e del Salento, Oles, sarà protagonista di una straordinaria serata insieme al soprano cercolese Romina Casucci, formazione da strumentista e qualità canore e interpretative che le permettono di affrontare un repertorio ampio e diversificato, e il direttore Alberto Veronesi, figlio di uno dei più grandi luminari di oncologia e tra i più affermati direttori d’orchestra a livello internazionale: Music Director dal 2011 dell’Opera Orchestra di New York (unico italiano dopo Arturo Toscanini invitato a New York come direttore musicale), Direttore Ospite Permanente della Shanghai Opera House e Primo Direttore Stabile della Fondazione Teatro Petruzzelli di Bari.
Un concerto speciale che la Oles ha voluto programmare a Brindisi nel segno della sua presenza ormai stabile nelle rassegne d’opera del Teatro Verdi: e lo ha fatto nella straordinaria cornice della chiesa di San Paolo, restituita al culto lo scorso 28 ottobre dopo un complesso lavoro di restauro durato due anni. Il concerto s’inserisce nella Stagione Sinfonica 2018 di Oles, sotto la direzione artistica di Giandomenico Vaccari e il coordinamento artistico di Maurilio Manca, ed è finanziato dalla Regione Puglia in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese nell’ambito delle azioni di valorizzazione del sistema musicale in Puglia.
Il programma musicale attinge al genio di Wolfgang Amadeus Mozart e Robert Schumann, due personalità quasi opposte: fluente e cristallino il primo, tormentato e intellettuale il secondo, in ogni caso incarnazioni, diversamente geniali, dello spirito musicale classico e di quello romantico.
Si comincia con l’«Ouverture» (K 492) da «Le nozze di Figaro» di Wolfgang Amadeus Mozart, prima di tre opere buffe scritte dal compositore salisburghese su libretto di Lorenzo Da Ponte. Il brano, che appartiene alla piena maturità del genio salisburghese, fin dalle prime note ci introduce nella briosa atmosfera dell’opera. Il filo mozartiano si sposta poi nel mottetto in fa maggiore «Exsultate, jubilate» (K. 165), composto dal “gran fabbricator di note” nel gennaio 1773, all’età di 17 anni. È un mottetto per soprano e orchestra scritto durante il terzo viaggio in Italia per il castrato Venanzio Rauzzini che il compositore conosceva per essere stato l’interprete del ruolo di Cecilio nell’opera «Lucio Silla». Alcuni studiosi mozartiani vedono in «Exsultate, jubilate» la forma di una breve sinfonia, come quelle che Mozart scrisse dopo essere tornato a Salisburgo da questo viaggio italiano. Mozart è l’unico compositore ad aver musicato il testo dell’«Exsultate, jubilate».
Il concerto di domenica si chiude con la «Sinfonia di Primavera» di Robert Schumann, primo lavoro sinfonico del compositore “ossessionato dalla genialità”: la prima esecuzione, il 31 marzo 1841 con l’orchestra del Gewandhaus di Lipsia, riscosse un notevole successo. Il carattere festoso della sinfonia, composta in brevissimo tempo tra gennaio e febbraio 1841, riassume nella natura dei temi e nell’orchestrazione brillante, la gioia del compositore per l’unione definitiva con Clara Wieck. Già dall’introduzione l’ascoltatore è catturato da un pulsare di emozioni, trasmesse dal ritmo del primo tema, il vero protagonista del movimento con il suo andamento frettoloso. Il larghetto successivo è un momento di pace e la melodia si dipana sulla cantabilità dagli archi: lo scherzo è una pagina scorrevole e aggraziata, mentre il finale, fresco e brillante con le sue piroette danzanti prese a prestito dal Carnaval, chiude con una travolgente marcia trionfale.
BrindisiOggi
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