BRINDISI – Condannato a 16 anni di carcere e 5 anni in un centro specializzato. Arriva la sentenza di primo grado per Antonio Tafuro, 27enne brindisino che il 4 novembre del 2017 ha ucciso con una coltellata alla pancia suo padre. Per lui è stato riconosciuto il vizio parziale di mente. La difesa, sostenuta dalll’avvocato Mauro Masiello, aveva scelto il rito abbreviato. Il pm aveva chiesto l’ergastolo. Tutto sarebbe partito da una lite tra il padre e il figlio più piccolo di 14anni a causa della luce del telefono cellulare, il 27enne sarebbe intervenuto solo dopo. Oggi prima della sentenza, il ragazzo ha voluto rendere delle dichiarazioni spontanea al giudice, ancora una volta ha ribadito che non voleva uccidere suo padre ma che aveva solo difeso suo fratello più piccolo. La tragedia è avvenuta in una casa tra il quartiere Santa Chiara e Capuccini. In casa al momento del litigio erano presenti anche altri familiari.
BrindisiOggi
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