BRINDISI – Spaccio di droga tra Brindisi, Tuturano e Torchiarolo: sei arresti. Gli arrestati sono Giuseppe Ferrero di 38 anni residente a Brindisi, Cesare Iaia 43anni di Brindisi, Cosimo Damiano Laporta 32enne di Brindisi, Maurizio Lasalvia 34anni residente a Torchiarolo, Pierpaolo Maiorano di 23anni di Torchiarolo e Mattia Pano di 20anni residente a Galatone (Lecce). Sono indagati a vario titolo di concorso in detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, con l’aggravante specifica di averne commercializzato ingenti quantità. Gli arresti sono stati eseguiti tra Tuturano, Torchiarolo e Galatone (Lecce) su ordinanza di custodia cautelare in carcere – emessa dal gip del Tribunale di Brindisi su richiesta della locale Procura della Repubblica.
Tutto è partito dalla perquisizione effettuata dai carabinieri di Torchiarolo alla fine del dicembre 2017, all’interno dell’officina e dell’abitazione di uno degli indagati. A luglio scorso i carabinieri hanno sequestrato un grosso quantitativo di droga scoperti nei tubolari di un gommone: 250 chili di marijuana e mezzo chilo di cocaina al profumo di gelsomino. In quell’occasione furono arrestate due persone (Fulvio Lonero e Massimo Ferrero) in flagranza di reato. Da lì è seguita un’altra attività d’indagine che ha portato ai sei arresti di oggi.
La dimostrazione più eloquente, per i carabinieri, è rappresentata dal sequestro dei 250 kg di marijuana nei tubolari di un gommone, con il singolare sistema di occultare lo stupefacente in quelle cavità, stratagemma poi replicato in altri sbarchi successivi. Gli indagati, nei colloqui intercorsi tra di loro, oltre a utilizzare telefoni dedicati, si esprimevano con una loro terminologia convenzionale. L’approvvigionamento di un chilo di cocaina veniva denominato “un pollo intero”, “…se puoi, portarmi un pollo intero ti do un acconto…”, mentre per richiedere le dosi di cocaina la locuzione utilizzata era “il motore 350 mi serve, ti faccio uno squillo appena parto”.
L’attività ha permesso di documentare una attività di spaccio nei comuni di Brindisi, nella frazione di Tuturano e nel comune di Torchiarolo, e impedire la commissione di spedizioni punitive nei confronti di alcuni acquirenti di stupefacenti inadempienti nei pagamenti, vittime di minacce e ritorsioni anche di una certa gravità, accertare l’utilizzo di “telefoni dedicati” utilizzati esclusivamente per l’illecita attività e garantirsi la sicurezza nelle comunicazioni e rinvenire 245 involucri in cellophane di sostanza stupefacente di tipo marijuana, celata nei tubolari di un gommone per complessivi 2 quintali e mezzo, nonché mezzo chilogrammo di cocaina.
L’indagine, condotta da gennaio a settembre 2018, non fa altro che confermare- secondo gli investigatori – che il traffico di droga, soprattutto marijuana, proveniente dall’Albania sulla rotta delle sigarette di contrabbando, è il core business della criminalità brindisina.
Il Giudice per le Indagini preliminari ha potuto così rilevare la gravità complessiva dei fatti addebitati agli indagati per l’emissione dei provvedimenti, ovvero la cessione quotidiana e sistematica di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti del tipo cocaina e marijuana.
Altro importante elemento è rappresentato dall’entità dei proventi ricavati alquanto rilevante, nonché i consolidati contatti di alcuni degli indagati oltre Adriatico con le organizzazioni criminali che si dedicano all’illecita attività nel Paese delle Aquile.
Gli arrestati sarebbero stati i primi, in tutta Italia, a ricorrere ai diffusori profumati per eludere il fiuto dei cani antidroga. Primato evidenziato dai carabinieri, ancora impegnati a Brindisi e provincia in una serie di perquisizioni.
Maristella De Michele
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