Bullismo su un 17enne, la violenza in un video, denunciati due ragazzi

BRINDISI – E’ stato il coraggio della sua amica, 17enne come lui, a “salvarlo” da quel gruppetto di bulli che ancora una volta lo ha deriso e insultato in piazza. E’ stata lei una mattina a recarsi presso la caserma dei carabinieri e denunciare l’ennesima violenza sull’amico. “Ma questa non è la prima volta” – ha denunciato la studentessa ai carabinieri – “Adesso però sono stanca”. Intanto l’avvocato della famiglia della vittima, Maurizio Salerno: “Il ragazzo non vuole più andare a scuola, ha paura di uscire da casa. Episodio increscioso”. Attraverso il legale, la famiglia lancia un appello: “Questi episodi non si devono più verificare, dovete denunciare e chiamare le forze dell’ordine. Non bisogna restare in silenzio”.

Quando il coraggio e la forza arriva da un adolescente: ha 17anni la ragazza che da sola si è presentata dai carabinieri per segnalare la violenza sull’amico. La vittima, un ragazzino di 17anni, è stato ripreso in un video mentre viene insultato, burlato e addirittura denudato dei pantaloni e schiaffeggiato sulle natiche davanti ad altre persone, anche adulte e bambini. Il video è finito su Instagram. Una scena raccapricciante e soprattutto perché vissuta davanti all’indifferenza della gente presente. Per questo episodio di bullismo sono stati denunciati due ragazzi brindisini di 18 e 20 anni.

I fatti si sono verificati lo scorso 5 novembre vicino un bar di viale Commenda a Brindisi. Il ragazzino – stando alla ricostruzione degli investigatori – è stato avvicinato da alcuni bulli. Il giovane è stato fatto oggetto da parte dei due indagati, di comportamenti connotati da arroganza e prevaricazione, nonché altamente lesivi dei diritti e della dignità di ogni individuo. Comportamenti, che si sono manifestati sia con insulti omofobi, sia con azioni violente, intolleranti e derisorie. I reati contestati ai due maggiorenni sono la violenza privata e la diffamazione. Gli atti discriminatori perpetrati al minore sono stati ripresi con uno smartphone e le immagini diffuse sul social network “instagram”, successivamente rimosse. Oltre ai due indagati maggiorenni è al vaglio la posizione di altri soggetti coinvolti che avrebbero avuto un qualche ruolo nella vicenda. La ricostruzione dettagliata dell’evento, resa possibile dalla disamina delle immagini di un video, nonché dall’escussione testimoniale di alcune persone, ha delineato esattamente i fatti avvenuti, che hanno visto quale soggetto passivo il minorenne.

“E’ davvero difficile al giorno d’oggi trovare qualcuno che prende coraggio e viene a denunciare questi episodi di bullismo – ha dichiarato il maggiore Stefano Giovino a BrindisiOggi.it – è stata proprio un’amica della vittima di diciassette anni a presentarsi in caserma e denunciare quanto accaduto. La ragazzina lo ha fatto dopo essere stata taggata nel video che riprendeva la violenza subita dalla vittima sul suo profilo Instagram. Nel video ci sono altri ragazzi che hanno portato a termine la violenza. Il bullismo non esiste come reato, ma è quella serie di atteggiamenti di prepotenza che innescano il disagio nella vittima a determinarne poi il reato”.

Nel video – che ha in mano la Procura inquirente – che dura due, tre minuti, si vede molto bene – così come ricostruito dagli investigatori – come la vittima sia strattonata e insultata, anche con insulti omofobi, davanti ad altre persone, adulte e bambini. Viene deriso e schiaffeggiato sulle natiche, dopo che i bulli gli hanno abbassato anche i pantaloni. Una scena da brividi, che segnerà per sempre la vita di questo ragazzino.

Ma la nota più agghiacciante è l’indifferenza di alcuni presenti e l’incitazione a continuare di altri. Come si può?

Intanto la famiglia del ragazzino, vittima di questa brutale violenza, lancia un appello attraverso il proprio legale: “Quello che è successo a nostro figlio che non succeda mai più. Non bisogna restare in silenzio davanti a questi episodi di bullismo e violenza, ma bisogna reagire e denunciare”.

“il ragazzo si trova in una situazione delicata, adesso è stato affidato alle cure di uno psicologo. – afferma l’avvocato Maurizio Salerno a BrindisiOggi.it – E’ risentito notevolmente di quanto accaduto. Ha paura ad uscire e ad andare a scuola. Ha subito un trauma per questa vicenda. E’ inutile dare dei giudizi, ma quello che si è verificato è un fatto a dir poco grave e increscioso, che in una comunità civile non dovrebbe accadere. La cosa scioccante è lo spettatore: le altre 10-20 persone che hanno assistito e che hanno incitato i bulli a continuare. E’ una scena raccapricciante”.

Maristella De Michele

3 Commenti

  1. Condivido i commenti dei lettori Paolo ed Anna maria.Ai genitori del ragazzo ed allo stesso ragazzo insieme alla sua amica voglio solo dargli tanta forza morale.Siete stati encomiabili.Tante persone avrebbero tralasciato questo episodio ripugnante.Ai bulli e ai loro compari di merenda fatevi curare.Come semplice cittadino nonno e padre di figli e nipoti un grazie al maggiore e personale carabinieri ed avvocato Salerno per la loro professionalita’e sensibilità dimostrata.Grazie a tutte le forze dell’ ordine che si impegnano su tutto rischiando la propria vita.guai a mollare.

  2. I ragazzi , che definiamo bulli , sono i nostri ragazzi , quelli che frequentano le nostre scuole, le nostre palestre , le nostre parrocchie . . . Dove siamo noi adulti ? Cosa trasmettiamo loro ? Quali insegnamenti doniamo ? Quale esempi di vita offriamo loro ogni giorno ? E’ colpa dei ragazzi se siamo noi, adulti, a non saper donare loro i veri valori ? Offriamo loro il ” vuoto ” ! Quale esempio doniamo loro ? Famiglie inesistenti . . . che non insegnano ad amare, a saper gustare la vita , a scorgere nell’altro la bellezza , la ricchezza. I nostri giovani, vittime e bulli , sono entrambi perdenti : i primi perché subiscono, gli altri perché hanno nel cuore tanta sofferenza e tanto ” vuoto” . dovremmo farci un vero e sano esame di coscienza , noi cosiddetti adulti !

  3. Rabbia, vergogna, sgomento. A 18 e 20 anni non si può più parlare di bullismo ma di vera e propria violenza personale. Sono sconcertato dalla mancanza di empatia e dall’indifferenza che si sta diffondendo nella società attuale. Tutto questo é anche frutto di una grandissima ignoranza; culturale, sentimentale e sociale.

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*