Quindicenne molestata, il racconto della madre: “Mia figlia è terrorizzata”

BRINDISI- (Da Il7 Magazine) Due braccia per immobilizzarla e altre due per spogliarla mentre un terzo aguzzino si sbottonava i pantaloni. E’ trascorsa più di una settimana da quel terribile giorno ma negli occhi di Francesca (il nome, per evidenti ragioni di privacy, è di fantasia) il ricordo è più vivo che mai e fa male. La storia di questa tenera ragazzina di appena quindici anni molestata per strada da tre sconosciuti la racconta la madre che oggi si sfoga e chiede che le forze dell’ordine le diano presto una risposta. “Mia figlia è stata fortunata- dice la donna- poteva andare peggio ma lei ha reagito e la violenza non si è consumata, non del tutto”. Questa terribile disavventura si è verificata venerdì 19 ottobre, lo stesso giorno in cui un immigrato, fuori di testa, ha spaccato con una mazza i lunotti di cinque auto parcheggiate in via Bastioni a pochi passi dalla caserma dei carabinieri. Lo stesso giorno in cui due cittadini stranieri sono stati picchiati con i bastoni da due brindisini che il pm accuserà di violenza con l’aggravante dell’odio razziale. “Aspettiamo una risposta, una risposta da parte di chi sta indagando sulla storia di mia figlia- dice la mamma di Francesca- perché oggi è toccata a lei ma domani chi sarà la prossima?”. La preoccupazione di questa donna si consuma ogni giorno ripercorrendo la dinamica di una storia che oramai ossessiona l’intera famiglia.

Francesca, venerdì 19 ottobre, era a casa della sorella che abita nei pressi di largo Peucezia, al quartiere Commenda di Brindisi, in un complesso popolare di fronte a piazza Maria Ausiliatrice. Sono circa le dieci e mezza quando il padre, un commerciante, la chiama al telefono. “Avevamo portato in ospedale mia figlia maggiore, non stava bene, e lei, Francesca , era rimasta a casa con la nipotina di due anni e la cognata di mia figlia- racconta la madre della giovane- non avevamo avuto tempo di aprire il negozio così mio marito ha chiamato Francesca chiedendole di andare ad aprire il negozio dove ad aspettarla c’era un nostro collaboratore”. Quando la quindicenne esce da casa della sorella sono circa le undici del mattino, il negozio dista qualche centinaio di metri. La giovane fa in tempo a percorrere il marciapiede che costeggia la palazzina quando nei pressi di largo Peucezia si imbatte in un gruppo di giovani di colore. “Stava camminando, quando ha notato tre ragazzi di colore indossare un passamontagna- dice la madre- uno di quelli che lascia scoperti solo gli occhi. Mia figlia non si ferma, alza il passo e prosegue superandoli quando all’improvviso uno di questi l’afferra per il braccio e la sbatte contro il muro. E’ più basso degli altri ma la blocca con una mano sull’avambraccio sinistro e l’altra sulla bocca. Nel frattempo un altro uomo le mette le mani addosso e le alza la maglietta e il reggiseno. Il terzo incappucciato comincia a slacciarsi i pantaloni”.

La mamma di Francesca racconta tutto di un fiato, trema e ha gli occhi lucidi come se rivivesse quegli attimi di terrore al posto della figlia che nel frattempo le è seduta accanto con le mani tra i capelli e lo sguardo un pò stranito. “E’ stata una questione di attimi- dice la donna- non so come abbia fatto ma quella ragazza magra e minuta ha reagito. Forse si è resa conto di quello che stava per accadere e all’improvviso ha dato un colpo di testa all’indietro centrando la faccia dell’uomo che le stava alle spalle”.

E’ stato in quel momento che Francesca si è divincolata dalla stretta del malvivente, con la forza della disperazione, probabilmente sorprendendo anche gli altri due uomini che stavano per abusare di lei, è riuscita a scappare. Con uno scatto veloce, senza guardarsi le spalle, ha raggiunto nuovamente casa della sorella per chiedere aiuto. “La cognata di mia figlia ha raccontato di aver sentito suonare il campanello con violenza- dice la madre di Francesca- e che quando ha aperto l’ha vista svenuta per terra. Aveva la schiuma alla bocca. Era scioccata, ha chiamato l’autoambulanza e quando i medici del 118 sono arrivati hanno cercato in tutti i modi di farla rinvenire, nel frattempo si erano accorti che gli abiti della ragazza erano tutti scomposti e hanno capito che poteva trattarsi di una violenza”.

Quando Francesca si riprende dallo svenimento scoppia in un pianto senza fine e fa fatica a raccontare quello che è accaduto. Sarà l’intervento della polizia e soprattutto l’assistenza di una psicologa a sbloccare la giovane e a farle dire cosa è realmente successo. La verità non piace a nessuno, getta la famiglia nello sconforto e fa scattare l’allarme tra le forze dell’ordine che avviano le indagini.

“Quando ci hanno avvertiti non riuscivo a credere quello che mi avevano appena detto- racconta la donna- mi sembrava surreale. Francesca è la più piccola dei miei quattro figli. E’ coccolata e protetta anche dai fratelli più grandi, mai potevamo immaginare che qualcuno alle undici del mattino potesse tentare di farle del male”.

Francesca da una settimana non va a scuola, frequenta il terzo anno di un istituto superiore, è una ragazza molto dolce e tranquilla ma in questi giorni non ha molta voglia di mangiare o fare le cose che fa di solito. E’ turbata, ha quindici anni e quello che le è capitato, anche se lei non lo da a vedere, l’ha segnata.

“Noi la spingiamo a uscire lo stesso con le amiche ad andare in palestra- dice la mamma- non vogliamo che si chiuda in se stessa. Vogliamo che riprenda la sua vita, quella di una adolescente. Certo non la perdiamo di vista, ora abbiamo paura più di prima che qualcuno possa farle del male. Anche se continuo a ripeterle che lei è stata fortunata, tanto fortunata. Se non avesse avuto la forza di reagire a quest’ora la violenza si sarebbe consumata o peggio l’avrebbero anche potuta uccidere. Abbiamo visto cosa è successo ad altre ragazze”.

Ora la famiglia teme che quello che è accaduto a Francesca possa accadere anche ad altre ragazze e che magari queste non possano essere altrettanto fortunate come la figlia. Per questo motivo vorrebbero che le forze dell’ordine potessero al più presto individuare i responsabili.

Le indagini della tentata violenza sessuale sono affidate agli uomini della squadra mobile di Brindisi, il loro compito, in questo momento, è tutt’altro che semplice perché gli elementi sui quali lavorare sono davvero pochi. La ragazza ha dichiarato alla polizia di aver visto degli uomini di colore indossare il passamontagna. In particolare ha riferito che due erano vestiti con pantaloni e maglie nere e un altro con un paio di pantaloni più corti, tanto da intravedere le gambe scure scoperte, e dei guanti tagliati all’altezza delle dita. L’uomo che la teneva ferma con una mano sul braccio e una sulla bocca era più basso rispetto agli altri due e la sua carnagione era leggermente più chiara. Gli investigatori hanno sequestrato gli abiti della giovane, in particolare il regiseno nella speranza di poter trovare tracce del Dna degli aggressori e acquisito le immagini delle telecamere di video sorveglianza tra viale Aldo Moro e viale Commenda. Pare che nei filmati non ci sia alcun elemento utile a identificare i responsabili. Non solo, benché l’aggressione sia avvenuta alle undici del mattino pare che non vi siano testimoni. “Possibile che nessuno si sia accorto di quello che stava accadendo- dice incredula la mamma di Francesca- nessuno ha visto niente eppure le finestre di quei palazzi  sono ad altezza uomo”.

Quello che è accaduto alla ragazzina, la tentata violenza, il sospetto che fossero stranieri ha scatenato l’opinione pubblica e molte reazioni di intolleranza razziale. “Non siamo razzisti e non penso che tutti gli stranieri siano cattivi- dice la madre della ragazza- penso che ci sia tanta brava gente in giro e anche persone cattive. Personalmente ho frequentato gente straniera e non ho mai avuto problemi. Mio marito ha un’attività commerciale e tanti ragazzi stranieri si affacciano in negozio, sono gentili e cordiali. E’ inutile negare, in questo momento mia figlia ha paura, ha paura e non si fida di nessuno. E’ un’adolescente e la sua serenità è stata turbata. Continua a dire che sente quelle mani estranee addosso, è una sensazione che difficilmente potrà dimenticare”.

Francesca in questi giorni tornerà a scuola e cercherà di riprendere in mano la sua vita, una psicologa l’aiuterà in questo percorso di ripresa e proverà ad alleggerire quel fardello che si porta dietro, un fardello già fin troppo pesante per i suoi quindici anni.

Lucia Pezzuto per Il7 Magazine

2 Commenti

  1. Sono momenti che ti segnano per tutta la vita. Bisogna aiutarla. Forza e coraggio dolce adolescente. Le forze dell ordine faranno di tutto per trovare i responsabili.

  2. Vorrei sapere come sta la ragazza ,se si è ripresa se riesce ad uscire ed andare a scuola .Le mando un grande abbraccio e se possibile le vorrei fare arrivare la mia forza per reagire a questa brutta disavventure. Coraggio

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